Siamo tutti matematici – Robin Jamet

Titolo: Siamo tutti matematici
Autore: Robin Jamet
Data di pubbl.: 2015
Casa Editrice: Edizioni Dedalo
Genere: saggio
Traduttore: Andrea Migliori
Pagine: 161
Prezzo: 15,00

Quando un architetto passa sotto un ponte, si chiede perché sia stata scelta quella forma; l’ingegnere cerca di capire con quali materiali è stato costruito, il musicista ne testa l’acustica per capire che tipo di concerto organizzarvi, il fotografo cerca gli scorci interessanti, il pittore valuta in quale momento della giornata ci sarà la luce più bella, lo storico riflette sul ruolo del ponte nell’epoca in cui è stato costruito, il critico d’arte di interroga sullo stile delle decorazioni… Il matematico, dal canto suo, pensa alla difficoltà di descrivere con precisione il flusso dell’acqua; si chiede quale sia la curva matematica prescelta per la forma dell’arcata, osserva le decorazioni e vi scopre simmetrie banali o curiose…” (p. 1)

La matematica è sicuramente più immersa nella nostra quotidianità di quello che pensiamo: dalla disposizione delle piastrelle della cucina o del bagno, ai disegni geometrici sui tappeti o sugli zerbini, alle forme più o meno regolari o ripetitive che possono avere frutta, verdure e ortaggi. Perchè dunque tendiamo molto spesso a maltrattarla, ignorarla o nel tempo dimenticarla? Sicuramente la risposta risiede nel fatto che è qualcosa che ci viene imposto fin da piccoli e, come nel primo incontro con una persona in cui i primi minuti sono fondamentali “a pelle”, anche per la matematica vale lo stesso concetto.

Robin Jamet, nel saggio edito da Dedalo Editore, ci mostra passo dopo passo in quali contesti la matematica è inserita, come è stata affrontata nei diversi momenti storici e quali sono i dubbi o i problemi ancora aperti. La lettura non risulta per nulla complicata, anche se a volte i temi trattati sembrano piuttosto “sfuggenti” come i numeri irrazionali, oppure il concetto di frattali oppure di infinito. Che la matematica porti anche alla pazzia è un dato storico, ma si può anche sorridere davanti al fatto che se riempiamo un secchio d’acqua di gocce sempre più piccole, senza mai fermarci, potremmo anche scoprire che l’acqua non esca mai… “Impossibile” direte voi, “Probabile” direbbero altri… i matematici risponderebbero con una domanda: “Ma quanto sono grandi le gocce d’acqua?”.

Prendiamo dei semplici sassolini. Lo sapevate che <<sasso>>, in latino, si diceva calculus? Calculus, come calcolo… e non c’è niente di meglio di una manciata di sassi per cominciare a porsi delle domande sui numeri!” (p. 61)

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