Autore: Rosa Rodrigo Rey
Data di pubbl.: 2012
Casa Editrice: Feltrinelli editore
Genere: Narrativa
Traduttore: Danilo Manera
Pagine: 111
Prezzo: 10
“Le librerie sono come verminali di idee. I libri sono animali che vibrano e mormorano, soleva dire uno dei miei soci, che era anche poeta, un tipo intelligente (sebbene non tanto come credeva lui) e abbastanza simpatico. C’è del vero in questo e lì, sullo scaffale accanto al registratore di cassa, per diversi giorni sono rimasti i tre libricini russi che conservavano, vibrando e mormorando, il ricordo di lei, che non tornava.”
Lui è un libraio del Guatemala, proprietario di un piccolo negozio. Lei è una consumata ladra di libri. Non tutte pubblicazioni preziose, no. Ana Severina ruba di tutto e lo fa perché nella sua famiglia si fa così. La giovane donna viaggia di città in città, insieme ad un anziano signore (marito, padre, nonno…), eludendo magistralmente tutti i sistemi di sicurezza.
Fino a che lui non la coglie sul fatto. E ne rimane ossessionato.
Un romanzo leggero, da leggere alla sera, magari con una bella tazza di cioccolata in mano e con la persona amata sdraiata accanto. Severina è una bella storia, una storia già letta mille volte in mille libri diversi. Una storia che non passa mai di moda perché, diciamocelo, tutti noi siamo stati vittime, almeno una volta, di un’ossessione amorosa per qualcuno totalmente diverso da noi.
Qualcuno di irraggiungibile, almeno apparentemente, che sembra uscito da un romanzo d’avventure. Qualcuna di queste storie da sogno, a volte, finisce bene. Più spesso si tratta di avventure che finiscono e basta.
Ma forse il bello è proprio questo: chiunque ha una sua personale Severina ed è perciò molto piacevole rivedere se stessi nella figura del libraio senza nome, innamorato alla follia di una donna che sembra non esistere nemmeno.
“Una donna ti può abbandonare per mancanza d’amore, o per eccesso d’amore, per questo e per quello, per tutto o per niente.”