
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 121
Prezzo: € 20,00
C’è una Resistenza tutta al femminile che passa per la penna e per la letteratura.
Annachiara Biancardino nel saggio Scritture partigiane. La Resistenza nella letteratura d’autrice traccia un quadro esaustivo dell’impegno politico di alcune tra le più rappresentative letterate che hanno contribuito anche con la scrittura alla lotta di Liberazione.
Biancardino entra nelle scritture partigiane di queste donne resistenti con un’analisi letteraria rigorosa riuscendo a mostrare le peculiarità presenti in queste diverse narrazioni che si intrecciano tra di loro.
«La letteratura resistenziale d’autrice – scrive Biancardino nell’ introduzione – è corpus dotato di peculiarità tematiche proprie, che lo distinguono dalla retorica tradizionale.
Dopo aver inquadrato la partecipazione delle donne alla Resistenza, che è stata a lungo ridimensionata, Annachiara Biancardino entra nel vivo delle scritture partigiane.
Per la sua analisi sceglie Renata Viganò, Ada Prospero, Gina Lagorio, Alba De Céspedes, Lalla Romano, Simona Baldelli, Paola Soriga, Nicoletta Verna.
Con Ada Prospero e Gina Lagorio siamo nel campo della memorialistica resistenziale.
Con la grande stagione della memorialistica partigiana, osserva l’autrice, la Resistenza legittima il racconto di tutti coloro che si erano ritrovati a pieno titolo coinvolti nella lotta, e che di conseguenza si sentono in diritto e in dovere di narrare il proprio vissuto, in virtù della straordinarietà storica.
Così incrociando le pagine di Diario partigiano con quelle di Raccontiamoci com’è andata ci troviamo nel cuore di una testimonianza che scaturisce da un racconto autobiografico, partecipativo e fortemente ideale.
Testimonianza che per le due scrittrici è allo stesso tempo riflessione morale sugli errori e sui valori è responsabilità collettiva che la contemporaneità non deve trascurare per non perdere il legame con il passato.
L’Agnese va a morire, il libro di Renata Viganò, è il documento – testimonianza che meglio rappresenta la partecipazione alla Resistenza delle donne, è la scrittura partigiana più sentita.
«Del resto, la Resistenza che L’Agnese va a morire – scrive Annachiara Biancardino – ci racconta è la Resistenza totale tipica delle letterature d’autrice, in cui vita privata e appartenenza politica sconfinano incessantemente l’una nell’altra, in cui la militanza assorbe è un’esperienza che assorbe tutte le forze dei combattenti».
Ci sono affinità tra Tetto murato, l’unico romanzo resistenziale scritto da Lalla Romano e Dalla parte di lei di Alba De Céspedes.
In questi due libri, secondo l’opinione dell’autrice, il conflitto storico si intreccia ai conflitti interiori delle e dei protagonisti: leggendo si entra in una dimensione più intima della lotta e la Resistenza si presenta come uno specchio che riflette i conflitti di natura esistenziale e sociale.
Biancardino dedica l’ultimo capitolo alle scritture partigiane contemporanee prendendo in esame i romanzi di Simona Baldelli, Paola Soriga e Nicoletta Verna.
Evelina e le fate, Dove finisce Roma e I giorni di vetro, tre romanzi in cui la narrativa partigiana femminile dell’estremo contemporaneo esplora la resistenza non solo come evento storico, ma come eredità culturale e morale che attraversa le generazioni.
«Simona Baldelli, Paola Soriga e Nicoletta Verna non si limitano a rappresentare il passato, loro lo reinterpretano: la Resistenza diventa un terreno in cui si intrecciano memoria familiare e tradizione letteraria, identità politica e identità di genere, che si presta a portare avanti una riflessione sulle forme della violenza pronta a sfidare la distanza storica».
La Resistenza è un lascito etico al quale guardare sempre.
Scritture partigiane è un libro militante che torna a riflettere sul significato di Resistenza, che oggi deve avere una valenza etica, deve essere una scelta etica, come scrisse qualche anno fa Franco Antonicelli.
In tal senso è stato notevole il contributo delle scrittrici partigiane di cui scrive Annachiara Biancardino.
Sono state loro che ci hanno mostrato e insegnato che resistere equivale, prima di tutto, a un gesto di affermazione dell’umano contro la violenza del potere e del conformismo, in una lotta che abbraccia ogni parte della propria essenza, dalle scelte pubbliche a quelle private.
La Resistenza è la vera grande questione morale che non dobbiamo mai trascurare, se teniamo davvero alla libertà e al futuro della nostra democrazia. Anche questo ci hanno insegnato le scrittrici partigiane.