Salone Torino: “Politica e democrazia ai tempi di internet” con Matteo Renzi

Arriva di corsa ed in leggero ritardo il sindaco di Firenze Matteo Renzi, all’incontro organizzato al Salone di Torino, per dibattere sulla politica e la democrazia ai tempi di internet, con Luciano Canfora e pungolato dal moderatore Piergaetano Marchetti. Look da vero rottamatore per Renzi, in jeans quasi strappati, scarpe da ginnastica e giacca blu, sopra una camicia senza cravatta. <<I social network non sono l’unica realtà esistente ma non si possono nemmeno bollare come una cosa da ragazzini>> ha esordito il sindaco fiorentino, davanti ad una platea affollata e affascinata dalla fluente retorica toscana del Renzi, autore del libro “Stil Novo”. <<Obama ha vinto le elezioni perché ha capito che il mondo viaggia ad un passo diverso, cosa che i suoi avversari Bush e McCain non avevano capito; poi certo i social network lo hanno agevolato>> ha osservato il sindaco rottamatore. Per fare politica bisogna prendere atto che le cose cambiano; affermazione che sfiora l’ovvio, ma non evidentemente per i politici nostrani. <<Facebook non è la soluzione – ha sottolineato Renzi – ma un’esigenza; certo non serve a niente caricarci su i comunicati stampa>>. Internet è fondamentale anche per lo sviluppo dell’economia italiana; ne va della competitività delle imprese italiane. <<Internet è un pezzo d’economia che produce posti di lavoro; non è roba da ragazzini od al contrario da tecnocrati; anche Beppe Grillo lo ha capito, lui che 12 anni fa al termine dei suoi spettacoli spaccava a martellate un computer>> ha ricordato il sindaco di Firenze. Internet è utile per il governo del territorio, come l’esperienza di Firenze insegna. Il professor Canfora ha messo in guardia dalla <<banalizzazione del pensiero>>, insidia quanto mai attuale nei campo dei social network. <<Per me Twitter è uno strumento di approfondimento; le terzine di Dante contenevano meno di 140 caratteri; bisogna rottamare l’idea che questi strumenti siano da ignoranti>>, ha detto Renzi, che ha chiesto le primarie come strumento di legittimazione della leadership. <<Comunque le primarie non si vincono con i “mi piace” su Facebook, altrimenti vincerebbe sempre Belen>> ha concluso il sindaco strappando un’ultima risata al pubblico.

 

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