Autore: Ackroyd Peter
Data di pubbl.: 2018
Casa Editrice: SEM
Genere: saggio
Traduttore: Alberto Milazzo
Pagine: 288
Prezzo: 18 €
Siamo abituati a pensare a Londra come a una grande metropoli dell’Occidente, una città da cui si diffondono nel mondo le nuove tendenze. Eppure, nel corso dei secoli, non tutti i londinesi hanno avuto vita facile, come dimostra questo documentatissimo libro di Peter Ackroyd, uno dei rari saggi nel catalogo dell’editore SEM. Gli omosessuali (uomini e donne) della capitale inglese, a seconda delle epoche, sono stati tollerati o perseguitati, hanno potuto radunarsi quasi liberamente in privato oppure sono stati costretti a nascondersi. Queer è una parola di difficile traduzione, oggi adottata dagli accademici che si occupano di sessualità e di Queer studies. Si è scelto di lasciarla senza traduzione perché «è un termine duttile», che comprende vari comportamenti non sempre classificabili secondo le etichette contemporanee.
Fin dai tempi dei Celti e dei Romani, esistono testimonianze di costumi sociali piuttosto liberi, non solo alle terme e nei lupanari. Poi l’avvento del Cristianesimo segna il passaggio verso le prime leggi repressive del peccatum illud horribile, che spesso si evitava di nominare accontentandosi di semplici allusioni. In contrasto con questa censura, i Sassoni prima e i Normanni poi erano ben più indulgenti, e perfino tra i monarchi inglesi troviamo ampi riscontri di pratiche omosessuali a corte. I piccoli dettagli rivelatori si celavano nell’abbigliamento, nei gesti, oggi diremmo nel look. Tuttavia, va ricordato che «per poter capire il passato dobbiamo rivedere completamente il nostro modo attuale di intendere cosa sia gay o queer». Il confine è labile, fluido (altro termine ricorrente nel nostro secolo), esistono il travestitismo, la bisessualità e molte altre sfumature fraintese o descritte in modo confuso dai cronisti di allora. La varietà dello stile di Ackroyd, in grado di spaziare dal pettegolezzo più divertente alla dovuta serietà riservata ai processi sommari e alle condanne alla gogna, ci accompagna in una carrellata dal Medioevo all’età elisabettiana, dagli Stuart alla fine del Settecento, in cui si intuiscono le prime avvisaglie dell’odio che caratterizzerà il secolo seguente. Prima di Oscar Wilde, molti altri uomini e donne londinesi caddero vittime di leggi dalle formulazioni molto vaghe, di ricatti e accuse indimostrabili. Dopo la parentesi tragica ma per certi aspetti più favorevole alla libertà sessuale delle due Guerre Mondiali, Londra ripiomba nel clima repressivo che solo le grandi lotte per i diritti sono riuscite a scalfire. Il resto è storia recente, di cui Ackroyd è testimone diretto: la swinging London poco per volta ha incluso anche gay, lesbiche e tutti coloro che non si riconoscevano nella “cultura etero”.
Cosa ci aspetta nel futuro? Un’integrazione sempre più marcata o una reinvenzione dei lati più eccentrici di una comunità a lungo relegata ai margini? Guardando le immagini contenute nei due inserti fotografici del libro, siamo certi che la storia di Londra proseguirà a lungo, con tutti i suoi abitanti, di ogni identità sessuale.