Piccole cose da nulla – Claire Keegan

Titolo: Piccole cose da nulla
Autore: Claire Keegan
Data di pubbl.: 2022
Casa Editrice: Einaudi Stile Libero Big
Genere: Romanzo
Traduttore: Monica Pareschi
Pagine: 104
Prezzo: € 13,00

Sono piccole, cose da nulla, come queste: cani randagi a caccia di avanzi, sacchetti di patatine, lattine vuote, raffiche di vento e pioggia, un bollitore per farsi un tè, occhi maschili e femminili, i Levi’s 501, voci familiari o insolite, un album dei Queen, freddo gelido e piedi nudi.

Claire Keegan costruisce in una manciata di pagine una duplice cornice narrativa. La prima, storica: Irlanda, 1985, qualche settimana prima di Natale. Il tempo in cui i giovani emigravano a Londra, a Boston e a New York, ma le Magdalene Laundries (istituti femminili che accoglievano ragazze orfane o ritenute immorali) continuavano a nascondere donne, fanciulle ed eventuali infanti. Forzate a smacchiare indumenti, come se grattare lo sporco espiasse le colpe. La seconda, stilistica: in una sintassi semplice e lineare, inserisce dialoghi ben cadenzati ed essenziali in forma e contenuto, descrizioni lente ed accorte – come quando si guarda il cielo nella lentezza della neve che cade, ed è stranamente vicino.

Quello di “Piccole cose da nulla” è il tempo in cui ciò che si vede e di cui si diventa testimoni vive l’imperativo categorico dell’indifferenza: afoni del presente, per non liberare né passato né futuro. Bill Furlong è il protagonista di cui subito si coglie semplicità, profondità e bonarietà: marito di Eileen e padre di cinque figlie, di mestiere trasporta legna, torba e carbone per fattorie e villaggi. Alla dignità famigliare e fierezza paterna, alterna l’irrequietudine di un essere umano che brama il cambiamento, insieme individuale e sociale.

Furlong ritrova il proprio passato negli incontri quotidiani e nelle chiacchiere del borgo: l’infanzia a casa della signora Wilson, un padre mai conosciuto, un puzzle mai ricevuto, le parole taglienti dei compagni di classe e la rivincita alla gara di ortografia. Finché l’estraneo lo punzecchia e un incontro lo scuote.

“Perché le cose vicine sono spesso le più difficili da vedere?”

Pubblicato da Einaudi stile libero big, collana che nei canoni culturali inserisce la libertà, il libro della Keegan un proprio tempo lo ha, ma la resa è atemporale e soggettiva. Un invito ad individuare tutte quelle piccole cose da nulla rivoluzionarie, e da quelle ripartire per scelte scomode ma solidali e, soprattutto, vitali.

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Federica Duani

Originaria di Castell’Arquato, borgo medioevale immerso in una cornice di storia e natura, lavora tra Piacenza e Milano. Classe 1995, laureata in Language, Society and Communication e poliglotta d’attitudine, insegna lingue straniere e collabora come assistente editoriale e social media manager con Boîte Editions, una casa editrice indipendente dedita alla realizzazione di libri d'artista. Organizza eventi culturali, in particolare mostre, curandone le relazioni pubbliche. Si prende cura della narrazione, di storie vicine, lontane, espresse o taciute. Tra una passeggiata in montagna e una svariata scelta di bustine di tè.

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