OLTRE LA PENNA di… Simona Morani

“Nella mia famiglia l’affetto viene manifestato da sempre attraverso espressioni insolite. Un “Allora! Dove sei finita? Quando arrivi a casa?” urlato al telefono significa: “Ho voglia di vederti. Mi manchi”. Oppure un “Oh, ma quanto mangi! Vuoi diventare una balena?” significa “Grazie, mi fa molto piacere che tu abbia apprezzato i miei tortelli” e infine, se qualcuno mi chiede “Quand’è che te ne vai? Hai già rotto le scatole abbastanza qui!” vuole dire in realtà: “Non andare, rimani ancora un po’”.

Così, lo scorso marzo, all’uscita del mio primo romanzo con anziani per protagonisti, la mia gioia era incontenibile quando il nonno come prima reazione ha esordito esclamando: “Figuriamoci! Cosa ne sa lei di vecchi?
Appena pubblicato il video del book-trailer, mia madre è andata da lui con il portatile per farglielo vedere.

«E cos’ha detto?» le ho domandato io al telefono, a cinquecento chilometri di distanza.

«Niente.»

«Come niente? Qualcosa avrà pur detto, no?»

«Ha sorriso»

«Ma non ha detto proprio niente niente, neanche una parola?»

«Ah, sì. Ha detto che doveva andare a bruciare le sterpaglie»
Mio nonno è fatto così, e ormai a novantun anni non credo che cambierà.

La settimana successiva sono andata a trovarlo e ho potuto finalmente confrontarmi con lui di persona.

«Be’, nonno, non sei felice che ho scritto un libro?»

«Ma ti dà da mangiare?»

«Al momento non tanto… ma non si scrive solo per soldi, nonno…si scrive per il piacere di scrivere, perché credi di avere una bella storia da raccontare, per emozionare gli altri…»

«Va be’, va be’, fai come ti pare. Io queste cose non le capisco»

Poi un giorno è uscita una mia intervista su un quotidiano locale. Anche davanti al bell’articolo con tanto di fotografia a colori, il nonno non sembrava fare una piega. L’ha giusto guardato di sbieco facendo un leggero gesto del mento come a dire “e a me che me ne frega?”.

Al pomeriggio mia madre è tornata a casa e mi ha detto:

«Sono passata al bar e in quel momento non c’era nessuno. Però sul tavolo c’era il giornale aperto e piegato nella pagina che parlava di te, e allora ho chiesto al barista se era stato lui a metterlo lì in bella vista per il pubblico.»

«Ed era stato lui?»

«No. Ha detto che era stato il nonno.»

simona morani

Simona Morani è nata a Faenza nel 1982 ma è cresciuta a Canossa, in provincia di Reggio Emilia. Laureata in Lingue straniere, si è trasferita in Germania, dove lavora come giornalista culturale, inteprete e redattrice per il cinema e la televisione. Tiene inoltre alcuni corsi di italiano presso la Volkshochschule di Monaco. Quasi arzilli (Giunti Editore) è il suo primo romanzo ed è dedicato ai “suoi vecchietti” e alle magnifiche atmosfere dell’Appennino Reggiano.

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