Autore: Tito Faraci
Data di pubbl.: 2014
Casa Editrice: Indiana
Genere: romanzo breve
Pagine: 128
Prezzo: 9,5
“Avrebbero dovto provare tutto il giorno dopo. Invece si videro quella sera stessa. Tutti i Litania, insieme. Come ai vecchi tempi, e così cambiati. Stefano era magro come un chiodo. La pelle di cuoio, cotta dal sole che splende dall’altra parte del mondo. Quando Luca gli chiese che cosa faceva in Australia, si strinse nelle spalle. La chiaccherata telefonica doveva averlo prosciugato. Imbracciava una Fender fiammeggiante, che con la new wave c’entrava quanto un orso polare in un presepe. Ma ormai chi di loro aveva il look giusto?” (p. 100)
Luca, ex tastierista più che quarantenne dei Litania, gruppo “rock” anni ’80 della periferia pavese simile ai Litfiba , decide di richiamare i suoi vecchi amici che non sente da più di venti anni per rimettere insieme la band. L’idea nasce in seguito al libro (questo di successo) di Matteo, uno dei vecchi fan del gruppo, che proprio nel suo romanzo cita i Litania e, sfruttando l’onda positiva, potrebbe in qualche modo ridare una possibilità a quei ragazzi che da ventenni non avevano avuto una grande fortuna come musicisti. Così Luca inizia la ricerca dei vecchi compagni e, telefonata dopo telefonata, sms dopo sms, riesce a raggiungere perfino l’Australia per raggiungere il suo scopo: Alex il cantante, Stefano alla chitarra, Cele alla batteria, Rudy al basso e ovviamente Luca alla tastiera. Il gruppo era pronto. Mancava però Giada, ex di Luca, che ai tempi flirtava anche con Alex, creando quell’astio giusto da metterli in competizione senza mai ferirsi. Il primo ed unico concerto dei Litania doveva essere una riscossa per loro, per Giada e per tutti quei fan rimasti delusi da decenni di silenzio.
Ma se cinque baldi giovani non sono riusciti a conquistare la folla e dominare il palco negli anni d’oro del rock, potranno mai dei signori sposati, grassottelli e pelati ad essere all’altezza della situazione? La distanza tra il rischio di un’entrata ed uscita trionfale ed uno squallido tentativo revival dovuto alla sindrome di Peter Pan è davvero molto vicino.
Nato sette volte è una lettura leggera e scorrevole di chi ha inseguito un sogno da ragazzo e lo ha visto sparire lentamente nella nebbia della quotidianità da adulto. Gli amici, le ragazze, le canzoni e sopratutto i ricordi restano stampati nella mente e nei cuori, siamo noi a volte a volerli nascondere più che altro per paura di dover affrontare delle situazioni ancora aperte che nè allora nè oggi abbiamo il coraggio di affrontare, anche solo per una sera o una notte.