Data di pubbl.: 2025
Pagine: 149
Prezzo: € 12,00
Vincenzo Cervellera (1943 – 2020) è stato professore emerito di italiano e latino, prima presso vari licei e poi all’Istituto Agrario Basile Caramia di Locorotondo.
Appassionato uomo di lettere, ha collaborato con varie testate giornalistiche e importanti riviste letterarie coma Fiera Letteraria, diretta dallo scrittore Manlio Cancogni.
Cervellera è stato anche un poeta. Da Pietre Vive esce Murgia muore, l’edizione riveduta e ampliata del suo libro più importante, che fu pubblicata per la prima volta nel 2013.
In questa nuova pubblicazione ci sono numerosi inediti ritrovati fra le sue carte.
La presente edizione – scrive Antonio Lillo nell’introduzione – vuole ripristinare l’ordine originale voluto da Enzo, senza rinunciare ad aggiungervi nuovo e diverso materiale.
«Per stile e per sapienza Enzo è stato a suo modo un autore profondamente classico, un moralista pregno di classicismo, che leggeva il mondo attraverso la lezione dei grandi autori, su cui si è formato
( dai lirici greci e latini a Pavese, da Gramsci a Sanguineti): da essi derivano le tante e mai gratuite citazioni letterarie nei suoi scritti e, specie negli ultimi anni, l’ironia a riferirsi a Orazio poeta «provinciale», di cui si sentiva un epigono».
Con queste parole Antonio Lillo ci presenta Vincenzo Cervellera, poeta meridiano, uomo del Sud legato alle sue radici ( “Apro gli occhi e mi accorgo che la Murgia è anche dentro di me”, “Sulla soglia del trullo incontro Socrate”) che possiamo senza dubbio annoverare nella linea meridionale della poesia.
«La Murgia sta morendo / e già bisbiglia / fra lo scirocco biondo dell’aurora / alla croce d’un trullo inamidata, / calce del tempo / ruvida e assediata / nel gravido ronzio della controra».
Murgia muore, scrive Daniela Gentile, nasce intorno al 1968 quando la lotta e le idee giovanili si calano nel paesaggio itriano e la sua descrizione, soprattutto nell’uso aggettivale, si fa più partecipata in modo progressivamente personale al sentimento di vicinanza e appartenenza alla terra, invocata e privilegiata destinataria della riflessione.
Cervellera è un intellettuale militante e la sua poesia è sempre civile, sociale e politica.
Ogni verso è legato alla sua terra dell’amato Sud, ma anche alla Storia, alle idee per le quali vale la pena lottare.
Quella di Vincenzo Cervellera, poeta che crede nella forza delle parole, è una scrittura dettata dall’urgenza e dall’esperienza. La sua poesia è un canto per stare al mondo, una testimonianza di fede politica e impegno civile («Mi chiedo: dopo di noi, / compagni del tempo, / e dei luoghi, / chi ancora canterà / le storie di fame e di sangue / e delle antiche / virtù violate?»).

