
Traduttore: Marino Magliani e Alessandro Gianetti
Pagine: 327
Prezzo: Euro 18,90
So bene che un vero uomo non ha bisogno di essere consolato da uno qualsiasi, uno come me. Ma cos’è successo? La cosa naturale, logica, in queste società corrotte dal favoritismo. Cosa succede? Che il padre di famiglia, l’uomo probo, il funzionario meritevole che ha speso la vita nell’Amministrazione, il leale servitore dello Stato che potrebbe mostrare al Ministro il modo di salvare il Bilancio, lo si rinvia, non gli si fa caso, lo si scaccia dagli uffici come la polvere. Posso sorprendermi di altre cose ma non di questa. Ma c’è di più. Mentre si commette questa ingiustizia, gli irresponsabili, gli inetti, quelli che non hanno coscienza e nemmeno titoli, rubano i posti come premio alla loro inutilità. Contro cose come queste non resta altro che ritirarsi nel santuario della coscienza e dirsi: <<Bene. Mi basta la mia approvazione.>>
Siamo alla fine del 1800, e ieri come oggi, la meritocrazia non trova spazio, nemmeno in Spagna, a Madrid dove si svolge la vicenda della famiglia Villaamil, narrata nel romanzo dal titolo originale: “Miao”.
L’autore è Benito Pérez Galdós uno scrittore di tal fama, che mi ha consentito di avvicinarmi a lui e alla nuova casa editrice italiana “AltreVoci edizioni”. L’addetta stampa della casa editrice, Giovanna Burzio, me lo ha presentato come l’autore spagnolo più importante dopo Cervantes, e per uno come me, che mette il Don Chisciotte in testa alla classifica dei libri di tutti i tempi, come fare a non leggerlo?
Sono stato premiato da un testo ben realizzato, sono stato senza dubbio aiutato da traduttori d’eccezione, Marino Magliani e Alessandro Gianetti, sono stato deliziato da una narrazione semplice ed elegante insieme, da una prosa teatrale, che a metà libro mi ha portato a permettermi di consigliare a Sergio Scorzillo (uomo di teatro) di farci una pensata: questa è un’opera pronta, da tradurre subito su un palco con tre sfondi: Casa di Ramon Villaamil – Uffici del Ministero delle Finanze – Teatro di Madrid, e la narrazione genera nella mente del lettore chiare immagini dei luoghi suddetti.
Gli spunti di riflessione che l’autore ci propone sono molti e generati dalla moltitudine di personaggi che lo stesso Pérez Galdós mette in campo, tanto che Ramon Villaamil è sì il protagonista indiscusso della storia, ma è come fosse il solista di un coro polifonico perché effettivamente lui emerge con le sue convinzioni e il suo obiettivo principe qua e là, mentre famigliari, amici ed ex-colleghi tramano, ordiscono, popolano un percorso comune alcuni dipendendo da lui, altri burlandosi di lui.
Ramon Villaamil, a due mesi dalla pensione, perde il lavoro, ed è un attimo passare dal benessere anche esagerato, alla drammatica povertà. Se poi non vivi solo, ma con signore abituate alla bella vita, che frequentano regolarmente il teatro e invitano altrettanto spesso amiche ed amici del bel mondo madrileno nel proprio salotto, se sei abituato ad una casa gestita dai domestici, se hai un nipotino da custodire e che altro ancora, potresti anche arrivare a pensare al peggio.
La storia perciò si sviluppa attorno al desiderio spasmodico di Ramon, di riavere il suo posto di lavoro, e ben presto di averne uno qualsiasi, giusto per maturare il diritto all’agognata pensione, e per far questo frequenta con paradossale insistenza i diversi uffici del Ministero, sale e scende tutte le scale, entra ed esce anche senza bussare da ogni ufficio, non solo quello del personale, si rende pian piano insopportabile a tutti , anche a coloro che prima gli erano forse amici. Le prova tutte, fino a quando fa una scelta apparentemente controsenso.
La vita delle donne di casa, la vita di Cadalsito, il nipote orfano di mamma e un po’ anche di papà, che va e viene da casa Villaamil, ora come benefattore, ora come genero invadente e fastidioso, tutte queste persone dipendono dall’umore e dalle decisioni di un capo famiglia sulla via del fallimento personale, e tutti apparentemente si arrabattano per sopravvivere, ma in realtà ciò che ognuno vuole nel profondo è il mantenimento dello status quo.
“L’avrebbe sposato per sistemarsi, per avere una posizione e un nome e per tirarsi fuori dalle insopportabili ristrettezze di casa sua.”
Tutto questo sistema sociale, se così lo si vuol definire, pare un coacervo di politicanti moderni, ciascuno dei quali non ha il minimo interesse a risolvere il tal problema, ma lotta per difendere la posizione, lo scranno. Emerge allora a mio parere, chiara, inconfutabile, l’immagine di Don Chisciotte nelle sue azioni più note e con le quali Cervantes lo ha reso famoso: le lotte contro i mulini a vento.
“In tutte le scrivanie abbondavano fascicoli legati con nastri rossi, alcuni ingialliti e polverosi, carte che hanno qualcosa di funebre e racchiudono le speranze di diverse generazioni, altri con fogli nuovissimi e scritture recenti, con note a margine e scritture incomprensibili. Erano le più attuali testimonianze dell’immensa contesa fra il popolo e il fisco.”
Questo è proprio un romanzo #donchisciottesco. Non solo Ramon sale a cavallo, ma insieme a lui una serie di Sancho Panza lo accompagnano, in primis la moglie, poi la figlia Abelarda, poi il genero, e pure il nipote, un ragazzino curioso quest’ultimo, che tanto per rimanere in ambito Don Chisciotte, parla niente meno che con Dio. In persona.
Del collettivo che vi ho tratteggiato, un elemento mi ha colpito particolarmente, quello che secondo me soffre di più: Abelarda. Vittima del sistema, viene definita spesso “insulsa”. Mi ha dato un fastidio enorme, leggere così spesso questo attributo quasi gettatole addosso, come per lapidarla. Avrei voluto entrar dentro la scena e dire la mia.
Ancora una cosa devo dire, per poi lasciare chi ne avrà voglia, alla lettura di MIAO:
perché questo titolo?
Lo si scopre presto, dopo non molte pagine. Buona lettura e spero piaccia a molti quanto a me, questo bel romanzo di Benito Pérez Galdós.
“Mi deridete perché mi vedete a terra. Si comporta così un galantuomo?”
Claudio Della Pietà
MIAO
Benito Pérez Galdós
AltreVoci Edizioni
Traduzione di Marino Magliani e Alessandro Gianetti
Pag. 327
Euro 18,90
ISBN 9791281822382