Autore: Ornella Albanese
Titolo: L’oscuro mosaico
Editore: Leggereditore
Pagine: 444
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: € 10.00
Livio non è mai stato un bambino, di certo non un bambino felice ed amato. Allontanatosi da un passato oscuro e partito con una carovana di nomadi per vedere il mondo, da Tarsia arriva a Castrum Villarum nella terra di Hydruntium. Qui viene accolto da Rubino, studioso guaritore e aspirante alchimista, una sorta di scienziato matto perso tra i libri alla ricerca della pietra filosofale. L’uomo fa di Livio il proprio discepolo, gli insegna a leggere e a scrivere facendone uno studioso assetato di conoscenza, curioso e avido di sapere. La vita scorre tranquilla fino a quando l’ormai adolescente Livio non intravede la bellissima Mirta di Torrechiara, figlia del barone Gualtieri, signore della zona. La stupenda tredicenne, già promessa sposa al perfido cugino, accende la fantasia di Livio che, pur di conoscerla e di parlare con lei, si introduce nel castello. Il protagonista pagherà cara la sua intraprendenza: frustato a sangue viene lasciato quasi moribondo.
Gli anni passano e Livio è diventato un guerriero invincibile, uomo di fiducia del re Guglielmo il Malo. Ha fama e ricchezza ma anche sete di vendetta: non ha dimenticato il barone di Torrechiara né la bellissima Mirta. Le vite dei giovani protagonisti torneranno quindi ad intrecciarsi, ma due misteriosi quanto efferati omicidi di donne getteranno un’ombra sulla credibilità di Livio. Sarà l’amico, il guerriero saraceno Yusuf Hanifa, a scoprire la verità, nascosta tra i tasselli del magnifico mosaico della cattedrale di Otranto.
Amore contrastato, cavalieri, delitti, intrighi, alchimia: non manca nessuno degli ingredienti che ci aspettiamo in un romanzo ambientato nel Medioevo. Personaggi inventati ma sapientemente sfaccettati intrecciano le loro vite a quelle di personaggi realmente esistiti come Guglielmo il Malo, re di Sicilia, Tancredi d’Altavilla e la domina Mabilia: lo sfondo storico è quello pugliese, Otranto, Castro, Gallipoli; natura incontaminata, piccoli borghi e mare. Protagonista della vicenda è anche la Cattedrale di Otranto e il bellissimo pavimento a mosaico, opera di grande perizia e bellezza realizzata da un gruppo di artisti capeggiati dal monaco Pantaleone. Chi ha avuto la possibilità di ammirare questo capolavoro sa che grande fascino è capace di evocare l’Albero della vita, che racchiude in sé l’esperienza umana dal peccato alla salvezza. Ed è questa l’esperienza che vive sulla propria pelle il giovane Livio: accecato dalla vendetta, nutrito di solitudine, vive una vita di violenze fino a quando non fa proprio l’ammonimento di Yusuf Hanifa: “il destino è solo una parola vuota. Chiamiamo destino la nostra mancanza di coraggio. L’incapacità di operare scelte e di lanciare sfide. Credimi, Livio, il destino di un uomo è nelle sue mani” (p.17). Solo con il coraggio Livio saprà cambiare il corso della vita, imparando finalmente ad amare.