Data di pubbl.: 2023
Pagine: 96
Prezzo: 15 €
Una rivolta è sempre contro qualcosa che esiste; nel caso di questo libro è contro ciò che resiste al tempo e alle sue evoluzioni, ossia l’idea di Dio. Principio e causa d’ogni cosa, persino di ciò che ancora alberga nella sua forma trascendentale o potenziale. Dio sovrasta, impone, si imprime. Con lui tutti fanno i conti; forse è l’unica entità realmente esistente.
La bestemmia di Vacca è una poesia che se da una parte demolisce, dall’altra invoca il diritto di smascherare l’apparato teologico che rende dio un burocrate, altre volte un giocoliere, quasi sempre un essere inconoscibile che chiede di essere compreso attraverso la sottomissione del pensiero critico o, peggio ancora, della ragione più irrazionale.
Non ama l’odore del sangue/ma la sua vista a distanza./Nei suoi occhi c’è tutto l’odio/che prova per le vite sconosciute che abbatte./Dal nascondiglio del suo appostamento/sopporta il mondo che non gli appartiene.
Ma se l’uomo è imperfetto, nonostante sia sua creatura; se proprio Dio ha modellato il suo simulacro, nel quale si specchia, allora dove sono l’onnipotenza e l’onniscienza di questa divinità solitaria? Dio ha prodotto un errore, ossia l’umanità, per poi passare l’eternità a correggerlo? Se tutto si riduce a questo, allora non possiamo che avere l’immagine di un allegro perdigiorno, persino un po’ annoiato, che come un cane si morde la coda.
Il poeta pugliese non bestemmia contro Dio, ma contro gli uomini. Vacca annuncia la morte, se non l’illusione, dell’ingenuità e del giocondo amore di cui questo divino assemblaggio di idee e archetipi è stato travestito. Dio non è conoscibile o comprensibile, a patto che esista, e certamente quello umano, generato da ancestrali nevrosi, è un fantasioso “eccesso di lucidità”.
Cito Cioran, perché di fronte all’intuizione immediata non si può che rispondere in due modi: o con rassegnazione o con l’illusione. Vacca anche riconosce che la rivolta contro Dio è la più folle e la più inutile. Infatti, prima del Dio vero ci sono pletore di dei umani che hanno detronizzato ogni essenza creatrice libera, irrazionale e inspiegabile per simboli o categorie.
Non cercate dio sulla terra/perché nessuno lo ha mai visto in cielo/è un inganno ottico/la percezione della sua divinità
Le bestemmie poetiche di Vacca attestano, attraverso la negazione, l’esistenza del dio umano e la visione ingannatrice della creazione. Vita-morte, tutto-nulla, già queste sono imprecazioni verso la coscienza e la ragione. Dio è presente in questo libro, ma come potenza, i suoi atti infatti sono deprecabili. I versi sono mani che cesellano la forma nascosta, la sostanza che scorre tra le cose, dietro cui l’opera umana della realtà si manifesta.
La volontà di dio, anche quando appare incomprensibile all’uomo, è pur sempre umana.
Non voglio la testa di Cristo/ma quella di coloro/che a tutti i costi lo desiderano risorto./In questo consesso di malati/le segnaletiche portano al buio:/c’è una nebbia/che ha messo un cappio al collo./Tra gli interstizi un terrore avanza/mentre noi ci scambiamo un segno di sangue.