Autore: paola mastrocola
Data di pubbl.: 2018
Casa Editrice: Einaudi
Genere: Romanzo
Pagine: 232
Prezzo: 18,50
“Leone” è il titolo dell’ultimo romanzo di Paola Mastrocola e anche il nome del suo giovanissimo protagonista, che ha sei anni e vive nel quartiere di Bussolo in un’anonima città. Le giornate di questo bambino timido trascorrono all’insegna di una quotidianità un po’ spenta, in cui la maggiore gioia è la compagnia della madre, Katia, cassiera 36enne di un supermercato. Il padre – uomo di poche parole che di mestiere guida un furgone – ha lasciato la moglie poco dopo la sua nascita per una donna conosciuta in palestra. Il solo momento assieme al figlio è quando, nel fine settimana, lo porta a mangiare un hamburger troppo grosso in un fast food.
Quella descritta è insomma una ‘normalità’ grigia che lascia poco spazio alla fantasia. E anche la narrazione si allinea alla rappresentazione di questo mondo assumendo – specie nei primi capitoli – uno stile quasi giornalistico e soffermandosi su azioni semplici: lavare i piatti, fare la spesa, andare e tornare da scuola, telefonare alle amiche. La svolta avviene quando un giorno Katia sorprende il figlio a pregare. All’inizio non ne è sicura ma poi deve arrendersi: quelle che escono dalla bocca di Leone sono proprio il Padre Nostro e l’Ave Maria, oltre a orazioni ancora meno conosciute dai bambini della sua età.
Un gesto in apparenza ‘normale’, che non dovrebbe destare preoccupazioni, inizia a sembrare agli occhi di Katia la spia di un problema interiore. Le poche persone con cui si confida la rassicurano ma a lei non basta. E forse a ragione. Perché, un giorno in cui Leone viene fotografato e postato su Facebook dai figli di alcuni amici nell’atto di pregare, il bambino diventa oggetto di feroce scherno a scuola. Non solo: la direttrice in persona convoca la madre, ricordandole che il loro Istituto non può privilegiare una religione rispetto alle altre e che per questa e molte altre ragioni le preghiere di Leone sono fonte di grave imbarazzo.
Il bambino però non vuole saperne di smettere. Prega in continuazione: in piedi, sdraiato, seduto. L’unico compagno con cui va d’accordo è un ragazzino musulmano che non vede nulla di strano nella preghiera.
Le sorti di Leone cadranno in preda a molti alti e bassi, conducendo ad alcuni cambi di prospettiva nell’attesa di capire cosa accadrà.
Sarà un evento inatteso e per certi versi inspiegabile a determinare una vera e propria svolta sul finale, dai toni vagamente favolistici in contrasto con la prima parte del libro ma in sintonia con il senso del pregare di Leone, non del tutto esprimibile attraverso un’ottica comune.
Il romanzo tocca, con delicata ironia, alcuni temi scottanti della società di oggi e indirettamente invita a interrogarsi su cosa sia, effettivamente, il rispetto dell’altro e delle differenze al di là di ogni facile retorica e delle tendenze del momento.
Mostra, in generale, la difficoltà a credere a ciò che non è immediatamente ottenibile e dimostrabile. Leone, che come molti dei protagonisti dei romanzi di Paola Mastrocola si distingue dagli altri per la sua sensibilità, trova nella preghiera un modo di esistere che comprende anche l’invisibile e non solo il visibile, che in fondo a Bussolo (e forse non solo) si riduce a poco.
“Leone” è una bella storia, forse un po’ buonista ma non priva di spunti interessanti di riflessione e in fondo un po’ scomoda come ogni storia che mette in dubbio le proprie certezze. Difficile, inoltre, non essere conquistati dallo sguardo sul mondo del piccolo protagonista, di cui Paola Mastrocola rende con grande capacità di immedesimazione il modo di pensare allo stesso tempo semplice e raffinato tipico dei bambini.