La pioggia fa sul serio – Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli

Titolo: La pioggia fa sul serio. Romanzo di frane e altri delitti
Autore: Guccini Francesco, Loriano Macchiavelli
Casa Editrice: Mondadori editore
Genere: giallo
Pagine: 276
Prezzo: 17.50 €

“La pioggia fa sul serio” segna il ritorno dell’ispettore della forestale Marco Gherardini, detto Poiana,  già protagonista dell’avvincente Malastagione . Stavolta deve indagare sulla scomparsa di un geologo che si trovava a Casedisopra, immaginario ma non troppo paese dell’appennino tosco emiliano, forse per lavorare sul dissesto idrogeologico. Insieme a lui a cercare di far luce sulla vicenda c’è il maresciallo dei carabinieri Barnaba, con cui il rapporto non è certo idilliaco. Indizi ce ne sono pochi: l’uomo era solo e di lui rimane una stanza vuota nell’unico albergo del paese. Forse curiosava troppo in giro questo forestiero,  faceva tante domande e alla gente del paese non andava a genio.

Piove tanto sugli Appennini in questa strana stagione e la crisi picchia duro sulla vita del paese, dove non ci sono giovani e gli agriturismi campano a fatica. In compenso però le speculazioni edilizie proseguono senza sosta: espressione di una società che non riesce a darsi regole e segno di una crisi soprattutto di valori.

Il paese è ormai poco abitato e ragazzi in giro ce ne sono pochi: sono lontani i tempi in cui si riempiva di villeggianti provenienti dalle città venuti a divertirsi e riposarsi sulle montagne vicino casa.

La trama scorre rapida e avvincente  e nel gioco di specchi (come viene definito il quadro in cui avvengono i delitti) c’è spazio anche per un personaggio singolare e simpatico, un inglese appassionato di arte venuto in Italia con la bella nipote Betty. Inutile dire che Gherardini non se la lascerà scappare…

Il vecchio Adumas, burbero e solitario,  che deve il suo nome alla passione del padre per “I tre moschettieri” , risulta come sempre un aiuto prezioso nella soluzione del mistero oltre che rappresentare  un mondo che non c’è più e costituire la voce corale dei due autori. Nelle sue ironiche riflessioni sottolinea  tutta la distanza con la realtà attuale e ci mette sotto gli occhi la rapidità dei cambiamenti nello stile di vita delle ultime generazioni.

Per gli appassionati di Guccini, come chi scrive, è sempre confortante ritornare nel piccolo mondo che ci ha rappresentato nei suoi romanzi e in tante sue canzoni. Viene un po’ di tristezza forse, ma lui lo ha dichiarato più volte: non ne vuol sentir parlare. Questi passaggi nelle parole di chi li vive da vecchio possono avere il colore della malinconia, ma segnano il cambio con una nuova generazione pronta ad altre esperienze.

Di questo mondo che scompare velocemente, sembrano dire i due autori, non resta che immortalare il ricordo nelle pagine del romanzo, descrivendolo con dovizia di particolari perché la memoria non sia perduta per sempre.

Guccini e Machiavelli quindi ci regalano un altro giallo classico leggero e godibile, che contiene anche una piccola ghiotta divagazione: quella riguardante un giovane Piero della Francesca che nel 1459 attraversa gli Appennini per correre al capezzale della madre e nel frattempo li arricchisce di opere d’arte

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Milanese di nascita, ha vissuto nel Varesotto per poi trasferirsi a Domodossola. Insegnante di lettura e scrittura non smette mai di studiare i classici, ma ama farsi sorprendere da libri e autori sempre nuovi.

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