Autore: Giuliano Pasini
Titolo: Io sono lo straniero
Editore: Mondadori
Genere: thriller
Numero pagine: 392
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo di copertina: 15,90 €
Roberto Serra è di nuovo in fuga da se stesso. Da Case Rosse arriva a Termine, un paesino del Trevigiano dove trascorre la sua vita tra l’ufficio immigrazione e il ristorantino del suo amico Alvise, che aiuta volentieri in cucina. Alice è ancora al suo fianco, il paesaggio delle colline del Prosecco è una meraviglia: troppo bello per essere vero.
A dare una scossa alla tranquillità di Roberto è Francesca, una ragazzina strana, qualcuno direbbe poco affidabile, che cerca aiuto. La sua Elena è scomparsa e come lei altre ragazze, tutte immigrate, tutte invisibili. Nessuno le cerca ma il ritrovamento di alcuni cadaveri nel lago, donne e neonati, semina il panico e scuote gli animi di quel paesino piccolo, chiuso e diffidente.
Roberto sente il richiamo della verità nascosta. Non può fare a meno di intraprendere le indagini (più o meno ufficiali) e mettersi di nuovo in gioco. Niente è come sembra: Roberto Serra l’ha già imparato a Case Rosse, rimane da scoprire se anche la “Danza” si piega a questa legge…
Ero curiosa di leggere il secondo romanzo di Pasini e devo dire che mi ha stupita. Se “Venti corpi nella neve” mi aveva appassionata, Io sono lo straniero ha fatto di più. La storia è intrigante, il protagonista si è evoluto, è più maturo, va verso una conoscenza più profonda di se stesso e il romanzo rispecchia questo cambiamento. La struttura è molto interessante, la vicenda si sviluppa seguendo il percorso di crescita dei vigneti che ne creano la cornice. Ogni fase è spiegata dall’inizio così che anche per chi, come me, non è un esperto di vigne possa seguirne il percorso.
Il punto di vista narrativo cambia a seconda del personaggio coinvolto e si inoltra “dentro” quando il lettore è proiettato nel mondo delle vittime. La lettura risulta scorrevole e stimolata da questi cambi di prospettiva. E’ una storia toccante, che parla di legami, amicizia, amore, famiglia. Ogni personaggio ha un trascorso diverso ma in fondo molto più simile di quanto si creda. Gli “invisibili”, dopo tutto, sono quelle persone che ogni giorno ci circondano e di cui conosciamo solo la facciata esterna e, a volte, neanche quella.
Senza scadere nel banale o nel sentimentalismo questo thriller toglie al lettore il fiato e regala qualche battito in più.“Tu sei lo straniero, Serra. Lo straniero arriva in un sistema chiuso di cui non fa parte e riesce ad avere una visione indipendente, distaccata, non condizionata dalle dinamiche interne. […] Lo straniero distrugge. Distrugge il sistema in cui è entrato”.