Imago Lux – Adriano Angelini Sut

Titolo: Imago Lux
Autore: Adriano Angelini Sut
Data di pubbl.: 2020
Casa Editrice: Ensemble
Genere: Romanzo
Pagine: 304
Prezzo: € 15,00

È il 1968. Liliana Roscioli, ragazza ventiduenne della buona borghesia romana, approfitta della festa dei diciotto anni di sua sorella Eva per annunciare a tutti di essere incinta. Liliana esprime anche la volontà di andare via di casa per aggregarsi a una “comune”, un fatto non inusuale in quel periodo storico e politico convulso. Chi la introduce alla nuova vita è il suo compagno, Luc Alibrandini, pittore francese molto più grande di lei che firma i propri quadri con lo pseudonimo Apofi.

Sarà Eva, dolente testimone, a raccontare la storia di Liliana. Il percorso, all’inizio è segnato da una febbrile armonia. Eva diventa amica di Joy, figlia di primo letto di Luc. La “comune” occupa un casale nei pressi di Tarquinia e si riunisce in una villa sull’Aurelia Antica. Eva è invitata a sedute di yoga organizzate dalla madre di Joy e vi si reca spesso. Pur nello sconcerto dei parenti, Liliana sembra felice. L’idillio, tuttavia, è breve. Marco, il giovanissimo figlio dei vicini di pianerottolo dei Roscioli, è un sensitivo in grado di avvertire sinistre presenze e di farsi carico di messaggi provenienti da altre dimensioni. Due giorni prima della festa di compleanno, Marco regala a Eva un amuleto da consegnare alla sorella Liliana, per proteggerla. Le crisi epilettiche di Marco, da quel momento, si intensificano. La sera della vigilia di Natale, Liliana si presenta a casa ed è cambiata: magrissima, guance scavate, parlata strascicata. Liliana guarda i parenti con occhio distaccato, a misurarne con orrore la “normalità”, accenna a una strana dieta a base di erbe e frutti di bosco, dice di essere seguita da amici, una certa Carola in particolare, che vigilano sulla sua gravidanza. Dopo una visita di Eva, accompagnata dal suo fidanzato Riccardo (e futuro marito), al “Casale dei Fiori”, nulla più che un’orrenda catapecchia, gli eventi precipitano.

Imago Lux di Adriano Angelini Sut (Ensemble Editore) è un romanzo scritto con l’accuratezza dello storico e la passione dello studioso. Lo scenario prevalente è quello di una Roma livida, al tramonto, catacombale. Imago Lux è diviso in tre parti. La prima segue le vicende di Liliana, risucchiata nel gorgo della “setta”. Liliana scompare e poi ricompare in un monastero in Francia, vicino Carcassonne, luogo d’elezione dell’eresia catara nel XII secolo. Liliana non è più lei. Chi ne controlla gesti e pensieri? Morirà sola, abbandonata in un fosso, trucemente mutilata. Nella seconda parte, Eva ripercorre rapidamente la sua carriera di docente universitaria di psichiatria negli Stati Uniti tra il 1970 e il 2018 (Dancing With The Devils in My Hands, trattato sulla malattia psichica da un punto di vista antropologico, esce nel 1984), al fianco di Riccardo, divenuto un produttore di affermate serie televisive. L’ultima sezione del romanzo è ambientata nel 2020, con il ritorno a Roma di Eva per la presentazione della versione riveduta e corretta del libro. Eva conosce Mattia, bambino che vede in sogno la sua vita precedente, orrendamente troncata, e incontra Marco, ormai anziano. Eva incappa, infine in una nuova, vecchia tragedia: la possessione di sua nipote Giulia.

Adriano Angelini Sut, traduttore, collaboratore di Radio Radicale e de Il Foglio, selezionato al Premio Strega per il suo precedente lavoro intitolato L’ultimo singolo di Lucio Battisti, offre al lettore un romanzo anomalo, disturbante, trasgressivo. Il protagonista indiscusso di Imago Lux, in prima battuta, è Lui, il Signore delle Mosche, l’Avversario, il Principe delle Potenze dell’Aria, il Mostro del Caos, Colui che Divide, Il Tentatore, la Stella del Mattino, l’Angelo Caduto, Sua Maestà il Diavolo. Tuttavia, Angelini sembra puntare a una radice ancora più profonda, radicale, essenziale, a un filo nero che lega pensieri lontani nel tempo, dai manichei all’eresia di Bogomil fino ai Patarini e, appunto, oltre. Imago Lux è il titolo di un quadro di Luc. “Vedete, la mia idea è che la luce abbia una parte invisibile. Certo, sembra un assurdo, come fa la luce a essere invisibile? Eppure esiste una zona d’ombra molto, molto più potente e pervasiva di quella della realtà visibile, una forza che non ha bisogno di manifestarsi ma altrettanto reale, e che non compie violenza accecante ma ugualmente abbraccia e condiziona tutto il creato”, spiega lo stesso Luc durante un convegno.

Il sostrato religioso di questo discorso rimanda alla tradizione gnostica. Per gli gnostici, la salvezza discendeva dalla conoscenza rivelata della vera natura dell’uomo, visto come un angelo suo malgrado prigioniero della carne. Il magistero esoterico insegnava il distacco dalla tunica corporea, preparava alla vertiginosa ascesa ai cieli. Siamo nel campo, quindi, delle teosofie dualiste, perfezione contro corruzione, povertà redentrice opposta, senza alcuna possibilità di mediazione, alla cupidigia del potere. I Pauliciani, ad esempio, asceti di origine armena sorti nel VII secolo e devoti alla parola di Paolo di Tarso, professavano due principi, il Dio Buono, Signore del mondo futuro, di luce e di spirito, e il Dio Malvagio, fautore di questo mondo, di sterco e di polvere. Il Cristo della croce era per loro un Cristo immateriale, estraneo alla Tenebra, scisso dalla materia, non confuso col transeunte, un Cristo di cui rifiutavano perfino l’incarnazione.

Queste e altre suggestioni, sempre di marca dualista, confluirono nell’eresia catara. Folclore, erano gnostici e molti sopravvivono ancora oggidice il professor Malvolti, ordinario di Storia delle Religioni, interpellato da un’attonita Eva, “nessuno di loro vive come i perfecti. Quelli che sostengono che questo mondo sia dominato dal Signore del Male, cosa che mi trova d’accordo, e che bisogna staccarsi dai beni materiali e dal corpo per evitare altre reincarnazioni, perché darebbero a Satana nuovo gregge, non sono credibili perché svolgono una vita di piaceri e benessere materiale, da cui nessuno può sottrarsi”. La linea retta è un’astrazione. I catari, in maggioranza artigiani tessili, attaccati all’ethos del lavoro, erano ricchi e talmente inseriti nelle faccende terrene da non disdegnare gli affari e gli investimenti. Chiesa ufficiale ed eretici, che avevano istituito una controchiesa con propri vescovi, si rinfacciavano l’epiteto di figli del Diavolo, di adoratori del Maligno. Il vero discrimine, intollerabile scandalo per i valori dell’epoca, era il rifiuto opposto dai catari, pacifisti ante litteram, all’ideologia della guerra.

Adriano Angelini Sut nel suo romanzo, si veda l’agonia di Liliana, riprende anche il tema dell’ossessione alimentare dei catari, nemici della carne, delle uova, del latte e in generale di tutti i cibi di origine animale che potessero ospitare l’anima in transito di qualcuno, ipotetiche dimore di spiriti destinati alla salvezza (credevano infatti nella metempsicosi). Gli eretici impressionavano per i loro volti pallidi, emaciati, incorniciati da austere barbe… Nel tema ricorrente della maternità e in quello, ad esso intrecciato in un duro rapporto di contraddizione, dell’aborto, piega conclusiva non priva di una certa scabrosità, riecheggia il mito manicheo della battaglia nei cieli, in cui è narrata la perdita degli embrioni dal grembo di alcune arconti femmine, disorientate dal moto delle sfere celesti. Gli embrioni, caduti a terra, permisero lo sviluppo della vita animale. “Chi celebra la madre terra celebra il dominio della mater, del male, del maligno”, riflette Eva nelle sue considerazioni ultime. La radice delle parole è la stessa.

Imago Lux è un’opera ancorata al nostro doloroso presente. Nel 2020 la lotta di Eva contro il Demonio si intreccia con l’insidia che ancora ci angoscia, la pandemia mondiale, uno scontro sublimato in un drammatico corpo a corpo nel cuore stesso della Cristianità, negli attimi in cui Papa Francesco, prega per l’Umanità sofferente, in una piazza San Pietro spettralmente deserta. Imago Lux è un thriller abrasivo. Nella figura di Eva collidono scienza e fede, terrore e speranza. Adriano Angelini Sut non offre facili consolazioni, non si rifugia nei luoghi comuni, non smussa gli angoli delle argomentazioni, non cerca in alcun modo di piacere o compiacere chi legge. Imago Lux è l’evocazione di un incantesimo oscuro da cui è possibile fuggire sono portando la sfida all’estremo, nel vicolo cieco dove la follia, trionfando, apre la strada alla ragionevolezza.

Salentino nato "per errore" a Como (anche per ammissione di chi lo conosce), si laurea in Filosofia a Milano, con una tesi sul concetto di guerra umanitaria. Vive a Bari con Mariluna. Adora il Mediterraneo, ama Lecce, Parigi e Roma. Sue passioni, a parte la buona tavola, sono la letteratura, il cinema, il teatro e la musica. Un tempo, troppo lontano, anche la politica. Suo obiettivo è difendere, e diffondere, la pratica della buona lettura. Recensisce i libri meritevoli di essere considerati tali, quelli che diventano Letteratura, con la L maiuscola, e che gli lasciano un segno. Alessandro scrive con regolarità su Zona di Disagio, il blog del poeta e critico Nicola Vacca, collabora con la rivista Satisfiction, anima il blog di economia e di politica Capethicalism, e scrive di serie TV su Stanze di Cinema.

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