Il nemico di Mussolini – Marzio Breda – Stefano Caretti

Titolo: Il nemico di Mussolini. Giacomo Matteotti, storia di un eroe dimenticato
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 277
Prezzo: € 18,00

Giacomo Matteotti a cento anni dal suo brutale omicidio dà fastidio e fa ancora paura ai fascisti.

Nei giorni scorsi sul lungotevere Arnaldo da Brescia si è consumato l’ennesimo sfregio alla sua memoria.

Il monumento al deputato socialista, ucciso il 10 giugno del 1924 da una squadraccia fascista, è stato danneggiato da mani ignote: due delle lapidi che ricordano la sua figura sono state fatte a pezzi, in particolare quella dell’anniversario del 1999 con la scritta «uccidete me ma non uccidete la mia idea».

Non siamo davanti a un ordinario gesto vandalico. Matteotti fu il primo che capì la gravità pericolosa del fascismo e ne evidenziò la radice autoritaria, diventando il nemico numero uno di Benito Mussolini.

Oggi le sue idee evidentemente disturbano chi ancora ha nostalgia per le camicie nere e per il fascismo mussoliniano.

«Il delitto Matteotti è un caso chiuso continuamente riaperto. A cadenze più o meno ravvicinate con qualche anniversario, c’è sempre chi presenta delle «scottanti verità alternative» costruite per minimizzare, o negare del tutto, il ruolo di Mussolini nel delitto».

Sono giustissime le parole che Marzio Breda e Stefano Caretti scrivono nell’introduzione a Il nemico di Mussolini. Giacomo Matteotti, storia di un eroe dimenticato, il libro che hanno dedicato al leader socialista pubblicato in occasione del centenario della sua morte.

Il caso Matteotti è ancora aperto e i due autori sulla scorta di documenti inediti ricostruiscono la vicenda esistenziale e le idee di un uomo che ha vissuto con grane passione il suo essere socialista, la sua opposizione concreta al fascismo in difesa della libertà, del parlamento e della democrazia, schierandosi sempre dalle parti degli ultimi e dei più deboli.

Matteotti, il riformista il cui pensiero ha le sue radici nel filone del socialismo gradualista, l’uomo onesto e coerente con un amore vorace per la ricerca e la verità, l’irriducibile oppositore del fascismo la cui coscienza non arretrò mai davanti ai soprusi dello squadrismo e all’arroganza del dittatore Benito Mussolini, fino a pagare con la vita.

Il socialista inascoltato e lasciato solo che fu l’unico a comprendere che il fascismo non sarebbe stato un fenomeno passeggero e lottò fino in fondo contro il Duce ma anche contro chi a sinistra non comprese il suo impegno facendo indirettamente il gioco del fascismo.

«Illuminanti sono, – scrivono Breda e Caretti –  a questo proposito, le parole pronunciate da Matteotti, in un colloquio con Angelo Tasca, esponente del Partito comunista: «Lottare a fondo contro il fascismo? D’accordo. Ma in nome di che? Noi vogliamo lottare contro il fascismo, in nome della libertà, voi della dittatura.  C’è tra noi un dissidio di principio insuperabile.  Appunto perché vogliamo lottare contro il fascismo non possiamo confondere la nostra posizione con la vostra. La vostra fa il giuoco del fascismo».

Giacomo Matteotti a cento anni dalla morte è ancora qui con noi Nel suo nome oggi e per sempre l’antifascismo sarà quel valore morale irrinunciabile per credere e difendere la libertà in un’Italia democratica e sempre resistente.

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