Grandi riflessi – Flaubert: Madame Bovary

Gustave Flaubert

Titolo: Madame Bovary

Autore: Gustave Flaubert

Anno di pubblicazione: (romanzo iniziato nel 1851)

Edizione usata per la recensione: Cideb, 1994

 

Madame Bovary, romanzo iniziato il 20 settembre 1851 e terminato nella primavera del 1856, è considerato da diversi studiosi il primo grande romanzo realistico della letteratura francese. Flaubert, infatti, sarà uno dei primi a cambiare il romanzo tradizionale, aprendo la strada alla modernità e, come affermerà Emile Zola nel 1881, questo romanzo sarà all’origine della letteratura moderna.

Il realismo dell’autore non sta solo nei dettagli ma anche nella descrizione dei luoghi, dei personaggi e degli ambienti (sia contadini sia quelli della piccola borghesia e dell’aristocrazia della Normandia); ciò fornisce al lettore una sensazione di profonda verità, talvolta forse un po’ di malessere, ma occorre ricordare che l’ autore lancia uno sguardo sempre ironico. Come afferma Gustave Lanson, storico e critico della letteratura francese, “il realismo di Flaubert non è mai una servile copia di apparenze superficiali.Tutti i personaggi sono pazientemente studiati facendo emergere tutti i dettagli della loro individualità; l’autore sottolinea i tratti profondi che ne fanno dei tipi potenti e comprensivi. L’opera che è sembrata brutale nel suo tempo, nell’insieme non è che forte e triste. I personaggi di Flaubert costituiscono degli esseri rappresentativi di una serie di scorci umani” (Madame Bovary, CIDEB, Introduction pag.XXIII).

Pare che Gustave Flaubert,  per scrivere quest’opera,  si sia ispirato a un fatto realmente accaduto. Infatti, un medico, allievo di suo padre, aveva sposato una giovane donna molto particolare che si era innamorata prima di un “Don Giovanni” locale, poi di un notaio e di altri uomini ancora,  e che era morta a ventisette anni probabilmente suicida. Si pensa, inoltre, che il personaggio di Emma Bovary sia stato ispirato da alcuni personaggi delle opere di Balzac ma soprattutto dal ricordo di tutte le donne che hanno attraversato la vita dell’autore.

Non appena l’opera venne pubblicata nella rivista La Revue de Paris, dal 1 ottobre al 15 dicembre 1856, fece subito grande scandalo. Flaubert  fu accusato di oltraggio alla morale pubblica e religiosa e al buon costume, ma sappiamo che le accuse che gli furono rivolte erano più per motivi politici che non letterari e, sempre per motivi politici, l’autore non verrà condannato, appartenendo alla grande borghesia di Rouen. Consacrerà tutta la sua vita all’arte, rinunciando, in seguito ad una crisi epilettica,  all’importante carriera politica riservatagli dal padre.

La protagonista, Emma Bovary, è figlia di un agiato agricoltore normanno. Cresciuta in una scuola religiosa, si diletta con romanzi sentimentali, essendo lei ragazza di animo romantico e pensa che il matrimonio le aprirà le porte della felicità. Andata in sposa ad un medico mediocre, Charles Bovary, le sue speranze sono presto deluse: il marito non è interessante e la sua vita al villaggio di Tostes è monotona fino alle lacrime. Emma sa che esiste un altro mondo, fatto di fasto e di passioni, lei l’ha intravisto durante un ballo a cui era stata invitata con il marito. Questi, vedendo la moglie sempre più afflitta e depressa, decide di aprire uno studio medico nel  borgo vicino, a Yonville. Ma la noia di Emma riprenderà presto, nonostante la nascita della figlia. La donna si innamora allora del collaboratore di un notaio: Léon Dupuis. Ma costui, non osando dichiararsi, parte per Rouen per lavoro. Intanto Rodolphe, un giovane “don Giovanni” locale, arriva nello studio di Charles Bovary. Vede Emma e, trovandola attraente, decide di sedurla. I due vivono qualche mese di passione, finché lui, spaventato dall’esaltazione della giovane, la abbandona. Emma si lancia così in una vita folle, di spese sconsiderate, e riallaccia il legame con Léon. Ciononostante è sempre insoddisfatta ed ora anche piena di debiti. Così decide così di rubare dell’arsenico al farmacista del villaggio e si uccide lasciando il marito distrutto dal dolore.

Per apprezzare lo stile dell’autore occorrerebbe, se possibile, leggere il romanzo in lingua originale (così abbiamo fatto noi, traducendovi le citazioni) e si comprenderà che lo stile è per Flaubert la vita, il sangue della poesia. Egli era infatti convinto che ci fosse un solo modo per esprimere una cosa in tutto il suo colore, in tutta la sua intensità. Perciò vi è sempre una corrispondenza tra il mondo psicologico e il mondo fisico, e l’associazione dell”astratto con il concreto.

Quando la protagonista muore, ormai distrutta dalla noia degli amanti, dai debiti e dalla monotonia della sua vita, suicida per aver bevuto dell’arsenico, questa morte sarà molto significativa. Emma nel ricevere l’estrema unzione “dà il più grande bacio d’amore della sua vita” al crocifisso che le verrà offerto, e quest’amore è forse l’unico vero che la protagonista abbia mai provato. Nonostante Madame Bovary abbia avuto vari amanti e l’amore che provava fosse da lei considerato come assoluto, in realtà era una fonte di delusione continua, più che di soddisfazione si trattava di una chimera, tanto che la sua vita sfociava continuamente in un nulla esistenziale. Tutto il romanzo di Flaubert sarà quindi una lunga variazione su questo tema, volendo mescolare tematiche come l’amore sensuale, l’amore mistico, l’esaltazione religiosa e quella dei sensi.

“Quanto a Emma, lei non si interrogava per sapere se l’amava. L’amore, lei credeva doveva arrivare all’improvviso, con dei grandi scoppi e folgorazioni,… uragano del cielo che cade sulla via, la stravolge, strappa le volontà come fogli e porta sul precipizio il cuore intero. Lei non sapeva che, sulla terrazza di casa, la pioggia fa dei laghi quando le grondaie sono otturate, e in questo modo ella viveva nella sua sicurezza, fino a quando all’improvviso scoprì una crepa nel muro” (Seconda parte, Capitolo 4).

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