
Autore: Lidia Ravera
Data di pubbl.: 2015
Casa Editrice: Bompiani
Genere: Romanzo
Pagine: 222
Prezzo: 17,00
Gli scaduti” è l’ultimo romanzo della scrittrice Lidia Ravera, conosciuta al grande pubblico soprattutto grazie al suo esordio di successo, “Porci con le ali”, che, pubblicato nel 1976, divenne un best-seller da più di due milioni e mezzo di copie vendute. Autrice di molte altre opere di narrativa, edite in particolare da Bompiani, Lidia Ravera è anche giornalista e assessore alla cultura e alle politiche giovanili della Regione Lazio.
Ne “Gli scaduti” rivela la sua attenzione ad alcune delle problematiche sociali e intergenerazionali del nostro tempo e, allo stesso tempo, il suo punto di vista critico e sarcastico. A dare vita al mondo distopico racchiuso nelle pagine di questo libro, è infatti un aspetto ben noto della società odierna: il progressivo invecchiamento della popolazione. Ormai ‘rottamabili’, gli anziani protagonisti delle surreali vicende, giunti ai sessant’anni di età, si trovano a dover fronteggiare il rischio di essere spediti su un treno verso una destinazione sconosciuta (di lusso, se ricchi, una caserma se poveri) perché ormai inutili. Dietro di loro, infatti, torbe di giovani rampanti, dediti soprattutto al carrierismo e a relazioni umane contraddistinte da una spiccata anaffettività, scalpitano per ottenere potere e successo.
Il Partito Unico, formato esclusivamente da trentenni e quarantenni, detta leggi che vanno a incidere anche sugli aspetti più intimi e personali del vivere: a 25 anni ogni donna deve procreare, i matrimoni fra donne giovani e uomini molto più anziani sono vietati e la chirurgia plastica è abolita.
Gli anziani Umberto – manager di successo per una grande azienda – e sua moglie Elisabetta – di alcuni anni più giovane e donna dal posto di lavoro sicuro e prestigioso come il marito – si trovano così a fronteggiare il pericolo della rottamazione. E quando Umberto viene spedito lontano, Elisabetta poco per volta decide di ribellarsi: non ci sta ad attendere di poter ricongiungersi col suo amato consorte. Per sua fortuna, loro figlio – l’intraprendente Matteo, trentacinquenne rancoroso verso la generazione dei ‘vecchi’ ma al contempo affezionato ai genitori – si unisce a lei nella rivolta.
Consiglio ai lettori questo libro? Personalmente, ho qualche dubbio. La lettura, per quanto siano presenti alcuni spunti di riflessione interessanti, è appesantita, dal mio personale punto di vista, da una trama non sempre accattivante e da implicazioni leggermente confuse. Non si capisce, ad esempio, perché mai il divieto della chirurgia plastica, pur nella sua assurdità, dovrebbe suscitare scalpore, così come non è chiaro, personalmente, perché Umberto ed Elisabetta, ex-sessantottini di fatto tramutatisi in carrieristi, dovrebbero suscitare la nostra compassione.
Sperando di non essere assimilata ai 30-40enni del Partito Unico descritti nel libro, mi sembra che l’innegabile diritto dei sessantenni di continuare a esprimere i propri talenti non sia sufficiente a impostare un’intera narrazione (di ben 222 pagine) attorno a questo tema. Credo che la vera esigenza degli anziani di oggi (perdonatemi per l’osservazione scontata), sia vedere riconosciuti i sacrifici compiuti come lavoratori e lavoratrici da un dignitoso tenore di vita e da pensioni sicure. La distopia cui dà vita il romanzo di Ravera è originale ma, forse, non necessaria: basta la nostra realtà, coi suoi paradossi, a narrare storie di gran lunga più preoccupanti, senza bisogno di scomodare i sessantottini-sessantenni che, ormai gagliardi manager, si riscoprono nel cuore ribelli.
La scrittrice, probabilmente, ha voluto lanciare una provocazione verso gli atteggiamenti, spesso aggressivi e arroganti, dei ‘giovani di mezza età’ di oggi ma questo non è bastato a rendere la lettura, a mio modesto avviso, coinvolgente e arricchente.