GIVEAWAY
BLACKOUT
18 SETTIMANE NELLA CLASSIFICA DI DER SPIEGEL
OLTRE 150 MILA COPIE VENDUTE IN GERMANIA
COME SI VINCE?
Basta rispondere alla domanda sotto riportata entro lunedì 13 maggio alle ore 21 rispondendo sotto questo post.
La redazione sceglierà il vincitore tra i partecipanti, individuando chi ha formulato il post più originale e attinente alla richiesta (il giudizio è insindacabile). Dopo che avremo verificato l’iscrizione alla nostra newsletter, a questi sarà attribuita una copia del romanzo “Blackout” di Marc Elsberg – Edizioni Nord.
* I libri in palio sono messi a disposizione dall’editore in forma di omaggio secondo la normativa prevista dal dpr 633 del 1972 che regolamenta i concorsi.
LASCIATEVI ISPIRARE DALLA PAROLA:
BLACKOUT
QUALI PENSIERI E SENSAZIONI VI SUSCITA?
LA TRAMA DEL LIBRO
Un semaforo che smette di funzionare all’improvviso, una frenata brusca, poi il vuoto. Quando Pietro Manzano si risveglia al pronto soccorso, ricorda poco di quanto è successo. Una sola cosa è certa: non è l’unico a essere rimasto coinvolto in un incidente d’auto per via di un guasto alla rete elettrica. Tutta Milano è al buio. E, nel giro di poche ore, inizia a circolare la notizia che il blackout coinvolge l’intera penisola e che, come un’inarrestabile marea nera, si sta propagando anche in Austria, Germania, Francia… È come se un intero continente si stesse «spegnendo». Da ingegnere informatico, Piero intuisce subito che non può trattarsi di un banale malfunzionamento e, una volta tornato a casa, trova un’agghiacciante conferma ai suoi sospetti: è stato diffuso un virus che ha mandato in tilt tutti i contatori della città. Tuttavia, non appena si mette in contatto con le autorità, Piero si scontra con un muro di diffidenza e scetticismo. Anzi, da quel momento, la polizia comincia a pedinarlo, quasi fosse lui il responsabile del sabotaggio. E, in breve, Piero si rende conto del perché: qualcuno si è introdotto nel suo account di posta elettronica e ha mandato alcune e-mail a dir poco compromettenti. Determinato a provare la propria innocenza, nonché a smascherare il vero colpevole, a Piero non rimane altra scelta che farsi strada attraverso un’Europa ridotta in ginocchio dalla mancanza di energia, dove il pericolo è in agguato dietro ogni angolo, nascosto nelle tenebre del blackout…
Acclamato da critica e pubblico come il nuovo Frank Schätzing, in questo romanzo Marc Elsberg prefigura uno scenario tanto realistico quanto inquietante ma, soprattutto, ci pone una domanda cruciale: senza energia elettrica, quale sarebbe il destino della civiltà occidentale?
L’AUTORE
Marc Elsberg è nato a Vienna nel 1967. È stato editorialista per il quotidiano austriaco Der Standard ed è consulente strategico e direttore creativo di un’importante agenzia pubblicitaria di Vienna. Blackout è il suo primo romanzo.
INFO:
- In libreria: 16 maggio 2013
- http://www.editricenord.it/generi/azione_e_avventura/blackout_9788842920809.php
LA STAMPA SU “BLACKOUT”
«Un romanzo emozionante e terribilmente realistico!»
Bild der Wissenschaft
«Mark Elseberg riesce a fondere realtà e finzione con una maestria rara. »
Handelsblatt
«Blackout è così coinvolgente che, mentre lo leggevo, non potevo fare a meno di chiedermi:
“Avrò abbastanza candele in casa?” Non si sa mai…»
Münchner Merkur
«Qui, in Comune, tutti gli uffici sono fermi. Non riusciamo a smettere di leggere Blackout.»
Michael Häupl, sindaco di Vienna
«Una trama ricca di suspense e di colpi di scena che
vi terranno col fiato sospeso dall’inizio alla fine.»
Die Welt
GLI EFFETTI DI UN BLACKOUT PROLUNGATO
Primo giorno
Salta la corrente.
Smettono di funzionare i frigoriferi, le radio, i telefoni.
Prima settimana
I treni rimangono in stazione, gli aerei non possono decollare, le auto si fermano.
Le pompe di benzina non possono erogare il carburante.
Nelle case non arriva più acqua.
Seconda settimana
I generatori di emergenza degli ospedali sono agli sgoccioli.
Si bloccano gli impianti industriali.
Si verificano i primi incidenti alle centrali nucleari.
È il caos…
Il vincitore..
Eyeinthesky (13 maggio,12:13)
Il vincitore è pregato di contattare la redazione all’indirizzo concorso@gliamantideilibri.it entro e non oltre venerdì 17 maggio.
Accade all’improvviso, mentre cammini in mezzo a una strada affollata: senti gridare il tuo nome dagli amici, ma vedi solo un vortice nero che si apre davanti a te. Poi le gambe cedono, la vista si annebbia e non riesci più a cogliere nessun rumore. Questo è il tipico blackout interno: quando il mondo esterno ti sommerge di stress che non puoi più sopportare
Era una lunga notte di inverno. Una delle tante, solite notti fredde e buie, trascorse tra amici a chiacchierare e sorseggiare un drink. Risate, scherzi, vecchi ricordi, un pò di nostalgia per i tempi trascorsi a giocare spensierati tra i parchi. Un ritrovarsi insieme per scrollarsi da dosso tutto lo stress settimanale tra studi e lavoro. Poi i soliti saluti, gli arrivederci al giorno seguente e ognuno fa ritorno alla sua dolce casa. Tutti tranne uno. Un mio caro amico. Un colpo di sonno lo spedisce fuori strada. All’improvviso la telefonata nel cuore della notte di un mio conoscente. Mi disse dell’accaduto, mi cadde il telefono dalle mani… e fu subito BLACKOUT…
Blackout
Black Out, Buio Fuori
Luce Dentro
Raggi di sole che affiorano sotto la pelle
Mentre il nero fuori si addensa
Ai limiti scoppia una stella.
La parola blackout mi ricorda quel momento in cui sei lì, in mezzo alla folla, tante voci, tanti colori, ma la tua mente è ovattata dal silenzio, bianco, candido; il tuo corpo è lì ma i tuoi pensieri sono in un modo parallelo.
Il blackout è uno degli eventi più temuti dalla società moderna, schiava dell’elettricità e dei consumi. In poco tempo l’intero pianeta sarebbe messo in ginocchio e tutti si accorgerebbero di quanto dipendiamo dall’elettricità.
Incidenti, emergenze sanitarie, gente impazzita e caos; sarebbe questo lo scenario ovunque ma, nonostante ciò, credo che la società e le sue abitudini non cambierebbero e imperterrita continuerebbe a consumare…
Chissà se il libro di Marc Elsberg riuscirà ad evidenziare il reale problema di dipendenza elettrica dei nostri giorni. A sottolineare l’emergenza, a farci riflettere… Lo spero proprio!!
BlackOut?! Non c’è bisogno a mio parere di tante parole, non servono, appena si sente (o si “vive”) nominare questa parola si associa all’assenza dell’energia elettrica, e senza energia siamo tutti in BlackOut nel mondo moderno di oggi. Come spettri ci aggireremmo in un’incubo oscuro forse senza fine, la distruzione della nostra civiltà ipertecnologica, ma chissà un BlackOut magari nel lungo periodo porterebbe ad una spiritualità planetaria.
Blackout
Isolamento. Tante parole che porti fuori ma che scivolano sugli altri come l’acqua sopra un impermeabile, ma è soprattutto lo sguardo di indifferenza con cui chi ti sta di fronte si pone per non ascoltare le tue ragioni. Ed è quell’attimo esatto in cui tu capisci che è tutto inutile e rallenti la tua foga e ti ritiri, fino all’immobilità.
blackout
la luce si spegne
buio improvviso
oscurità nel cuore
ombre nell’anima
Devo trovare soltanto
una via d’uscita interiore
per ridare alla vita
l’abbraccio di una speranza.
E’difficile
perchè la gente continua a vivere
mentre io son qui ad aspettare
che il mondo crolli
nei sogni infranti
da un vetro chiamato
respiro.
Un blackout dura un attimo: un blackout è un attimo di transizione.
Il blackout determina il passaggio da uno stato delle cose a un altro; e ti ritrovi catapultato in una situazione che non conosci e nella quale non riesci a destreggiarti. Ma devi pur fare qualcosa!
Blackout
Lenta agonia dell’eterno divenire
Amnesia temporanea che provoca il
Crollo delle nostre difese
Killer della luce
Odiosa punizione di una divinità capricciosa
Ultimatum all’umanità
Terrore di una vita senza futuro
Tutti conosciamo il mito del “Diluvio Universale”, che un Ente Supremo, dategli voi il nome che preferite, mandò sulla terra per punire la società malvagia e corrotta. Ma, nel tempo, l’umanità non divenne migliore e allora, l’Ente Supremo, riprovò a punire l’uomo con un Blackout mondiale. E il buio fu! Così la terra si ritrovò senza energia elettrica, senza telecomunicazioni, senza trasporti, niente di niente. Ma senza energia elettrica l’uomo avrebbe avuto futuro? Bisognava ritornare ad una vita più semplice, lottando per poter creare una nuova società. L’uomo capì che, prima del Blackout, aveva vissuto in una prigione, creata dall’energia elettrica; egli non era libero ma schiavo del progresso. Quando l’umanità realizzò, finalmente, cosa voleva dire amore, solidarietà, riscoperta dei veri valori, si ebbe la fine del Blackout. E così luce fu!
Il blackout mi fa pensare ad un cavaliere misterioso che, in duello, sconfigge la Luce e,come premio, chiede e ottiene la distruzione del genere umano.
Ero sulla metropolitana, vedevo davanti a me le fermate rincorrersi, una dietro l’altra e poi il muro delle gallerie, luci ed ombre si alternavano in un crescendo continuo. E poi più nulla…. Blackout totale nella mia testa.
Vuoto e buio assoluto si sono impadroniti di me. Ero come in tranche, non avevo più alcun potere sul mio corpo, non vedevo più nulla, sentivo solo dei rumori ovattati provenire da lontano e poi nenache più quelli.
Mi dicono che un giovane senegalese mi ha prestato i primi soccorsi e poi la corsa in ospedale, la rianimazione, gli esami. Io non ricordo nulla, per me era blackout totale.
Mi sono svegliata molte ore dopo con la sensazione bruttissima di non sapere dove ero e perchè. Mi dicono che il mio cervello si è “disconesso per un pò”, forse a proteggermi ma non so da cosa.
Sentirsi viva è stato magnifico ma non capire però perchè c’è stato il blackout mi terrorizza ancora….
E se venisse ancora? E se questa volta fossi da sola??
Spesso neanche la scienza riesce a spiegare tutto, neanche l’intenso profumo di fiori che ricordo ancora, era inebriante e voluttuoso, l’unica cosa che amo ricordare di quell’esperienza.
Mi piace pensare di aver sbirciato nell’aldilà, che il mio blackout sia stata “una piccola finestra su un altro mondo parallelo”, ma resta comunque l’angoscia dell’esperienza, il buio del blackout… tanto buio … e tanto vuoto…
Si chiama Blackout ma il nero poi ti divora dentro…
Ritorni indietro nel tempo, quando si andava a piedi, si usavano i muli, si lavorava in campagna e si usavano candele spesso fatte in casa, si allevavano gli animali e ne sfruttavi il latte, le uova e tanto altro.
Sull’isola d’Ischia (ma penso su qualsiasi isola d’Italia) non si va neanche molto indietro nel tempo: basta tornare al periodo della seconda guerra mondiale. Le nostre bisnonne e nonne se lo ricordano ancora!
Eravamo in simbiosi, una gioia immensa, un amore infinito. Non mi ero mai sentita così felice e innamorata…ogni cosa al posto giusto, ogni sogno pieno di colori, tanti progetti….ecco cos’eri tu, tutta la mia vita! Poi il BLACKOUT il tuo cuore che si ferma e con lui tutte le mie speranze (e la mia vita)diventano buio. Figlio mio…non ci sei più,il blackout ha spento la luce tra noi ma non potrà mai spegnere l’amore che ho provato per te, e io sarò sempre mamma e tu sarai sempre mio figlio!!
Tutte le volte che non mi ricordo il titolo di un libro o di un film, quando cerco disperatamente le chiavi o il cellulare che ho appoggiato chiss
Tutto scorre come sempre nella nostra vita, minuto dopo minuto, in un “banale” ripetersi di sequenze fino a questo momento! Minuto zero, tutto à buio, non c’è più un punto di riferimento, niente! Ed è lì che il nostro io si trasforma in una persona primordiale … solo i nostri sensi, amplificati ed all’erta come non mai, sono in grado di salvarci dal caos che ci circonda.
Lei si avvicina al frigorifero. Hanno litigato tutto il giorno. Per futili motivi, oppure per motivi di soldi che non ci sono mai, perchè tanto, é sempre quello il punto. Apre il freezer e controlla la fila delle pizze surgelate, ma non vede bene. Ce ne sono di farcite, lei ne vorrebbe una semplice, una margherita. Le prende, le scruta, le rigira, ma le scivolano di mano e cadono sul pavimento. Lui si alza di scatto, come una furia. Pensa che lei lo abbia fatto apposta, in gesto di sfida. Diventa tutto rosso, le si para davanti. Inizia a sbraitare, minaccia di colpirla, si trattiene le mani, quasi indossasse una camicia di forza. Le grida di ringraziarlo, che per questa volta é riuscito a calmarsi, ma che la prossima l’ammazza.
Lei vede un pazzo, un uomo cui la ragione é sfuggita al controllo. Va a rifugiarsi in un’altra stanza. Meglio lasciarlo sbollire. Stava per essere ammazzata per aver fatto cadere delle stupide pizze surgelate. Per quello che lui chiama semplicemente blackout della mente.
Ogni volta che si inceppa il meccanismo facile e conciliante della vita di tutti i giorni, ogni volta che viene meno qualcosa che davamo per scontato, ogni volta che si appanna la prontezza smagliante della mente ed essa diviene una lastra spietata che restituisce una radiografia di apprensioni e nessun movente, ogni volta che l’animo si impantana nella paura e si spalanca il vuoto, ogni volta che il mondo è reso ostaggio di un Potere che ne spegne sogni e istinti.
Ma all’oscurità ci si abitua, e nell’oscurità si pensa la rivoluzione!
Apro gli occhi. Nero.
Chiudo gli occhi. Nero.
Dietro le palpebre e altrove, il nero è diventato tutta la mia vita. La luce è salta con un sibilo appena qualche minuto fa. O forse sono passate ore, e l’alba non arriva semplicemente più. La notte – senza i lampioni fuori, la luce accesa per le scale del condominio, un piccolo sole artificiale – è infinita. Eclissi totale del cuore, del cervello, del mondo. Blackout.
Per me, in questo momento, il blackout è mancanza di energia vitale che ogni persona dovrebbe avere per affrontare ogni singolo minuto della sua quotidianità. La mancanza di questa energia vitale porta a noia, depressione e infelicità..
un pò quello che stiamo vivendo noi in questo periodo, circondati da una quotidianità piena di ostacoli e imprevisti, che non da nessuna speranza alle persone e rende il futuro incerto e poco illuminato.
L’unica certezza che abbiamo è che di solito, però dopo un blackout torna sempre la luce..