Friulani eretici – Walter Tomada

Titolo: Friulani eretici. Storia millenaria di disobbedienti irriducibili e bastiancontrari
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 299
Prezzo: € 18,00

Quanto manca l’eresia al pensiero contemporaneo. Oggi nell’epoca del pensiero omologato e politicamente corretto sono pochissime le voci dissonanti, le teste pensanti che non si piegano e che soprattutto hanno il coraggio di rischiare tutto per difendere le proprie idee e continuare a pensare con la propria testa, andando sempre in direzione ostinata e contraria.

In questi giorni mi è capitato tra le mani un libro bello e curioso. Lo ha scritto Walter Tomada, scrittore e giornalista nato a Udine. Friulani eretici. Storia millenaria di disobbedienti irriducibili e bastiancontrari narra la naturale vocazione alla disobbedienza, di uomini, donne, streghe, stregoni, benandanti, inventori, preti, filosofi, contadini, una storia di popolo, di tradizioni e di geografie, un vero viaggio alle radici dell’anima del Friuli.

Il Friuli, una regione che nella storia ha potuto contare su una folta schiera di irriducibili, uomini liberi, eretici di razza pura.

Tomada passa in rassegna tutte le epoche, e dal medioevo al Novecento ci racconta in modo appassionato e argomentato la storia di coraggiosi uomini e donne in rivolta che hanno incendiato il loro tempo, sottolineando il senso di indipendenza mentale in sito in molti friulani.

«Il Friuli – si legge  nella premessa – può essere occupato, calpestato dominato, ma la sensazione che si ha – leggendo le storie dei tanti “disobbedienti” che si scorrono in queste pagine – è che finché esisterà un friulano, chi vorrà avere in mano la sua anima dovrà fare i conti con l’atavica convinzione di chi abita qui che l’ombelico del mondo non si trovi a Roma, Venezia, Vienna o Parigi, ma sui monti sui colli o nelle grave che  si abbracciano con lo sguardo in ogni angolo di questa terra».

Dall’età antica e medievale, in cui l’affermazione del cristianesimo come sistema dottrinale e liturgico e apparato gerarchico ha generato la lotta senza quartiere tra chi doveva fissare il dogma e chi invece dava interpretazioni diverse, al Novecento dove incontreremo una serie di irriducibili che avranno il coraggio di accarezzare l’utopia e il sogno di una cosa chiamato Friuli indipendente.

Tra gli irriducibili friulani del secolo breve non possiamo non citare e ricordare Pier Paolo Pasolini che scrivendo i versi in friulano abbraccia la contemporaneità e si rende consapevole della sua forza, che è straordinaria tanto più è vasto il contesto che la genera e in cui si inserisce, ossia quello delle lingue romanze che la storia ha maltrattato e trasformato in lingue “di minoranza”, ma che la cultura ha sempre privilegiato come esempi di originale eccellenza.

Ovviamente non poteva mancare nella lista degli irriducibili friulani, il grande David Maria Turoldo, prete anticonformista e scomodo, poeta eretico che con il suo cristianesimo problematico ha scosso le coscienze.

La sua parola (soprattutto attraverso la poesia) aveva una carica dirompente e una forza trascinante. Nella sua vita si è fatto portavoce di iniziative culturali e sociali che spesso contrastavano con la linea ufficiale della Chiesa. Venne considerato dalla alte gerarchie una presenza scomoda da tenere sotto osservazione.

David Maria Turoldo è stato un dinamitardo della fede che non ha avuto paura di affermare che anche Dio è infelice.

Nel cristianesimo di Turoldo prevale la carne e l’amore. Un cristianesimo che soprattutto nella poesia arrischia parole a garanzia dell’uomo.

Ed è proprio nella poesia che troviamo la voce controcorrente di David Maria Turoldo, cristiano eretico problematico, disturbatore delle coscienze, un uomo che vedeva nel dubbio una forma proficua di dialogo, ma soprattutto un poeta che con l’umiltà della lotta ha saputo entrare nel lucido buio del tempo senza mai rinunciare alla fede per intercettare i rumori dell’esistenza, i silenzi delle cose, della storia e di Dio, che è sempre una pena nel cuore dell’uomo.

Friulani eretici è un libro sulla naturale vocazione alla disobbedienza, una virtù che dovremmo avere il coraggio di abbracciare, l’unica via possibile per essere uomini in rivolta in un mondo dominato dal chiacchiericcio ciarlatano del pensiero unico che ci vuole zitti, buoni e ammaestrati.

«Che cos’è un uomo in rivolta? Un uomo che dice no» scrive Albert Camus.

Tomada nel suo libro ci parla di dissidenti, visionari e ribelli, di coraggiosi uomini in rivolta che hanno detto sempre no, mettendosi sempre dalla parte sbagliata del pulpito.

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