
Autore: Lily King
Data di pubbl.: 2016
Casa Editrice: Adelphi Editore
Genere: letteratura contemporanea
Traduttore: Gini M.
Pagine: 242
Prezzo: 19,00 €
Immergersi in questo libro vuol dire fare i conti con l’antropologia, la sociologia e soprattutto con una letteratura raffinata. La scrittura della King si attiene ai canoni moderni ma recupera quell’eleganza che spesso e volentieri è stata sacrificata sull’altare della tempestività e della sintesi. Tra queste pagine, infatti, non viene riportata solo la prima impressione, ma intorno ad essa ruota un mondo allegorico, fatto di simboli da interpretare in cui predomina lo scontro culturale tra l’allora Occidente imperialista e le società primitive.
L’ambientazione è la Nuova Guinea, sostanzialmente una terra ancora vergine negli anni 30. I protagonisti sono tre antropologi anglosassoni che si imbattono nello “studio sul campo” delle tribù dell’Oceania. L’autrice non ci racconta solo le varie fasi della spedizione, ma crea un intreccio narrativo in cui si incontrano e scontrano le aspirazioni personali dei tre etnografi e le sensazioni dei protagonisti con un mondo ostile di cui non hanno il dominio.
Come detto poc’anzi, il contesto storico è quello degli anni 30. L’antropologia muoveva i primi passi e ancora non era considerata una scienza. Lo studio dei “selvaggi” era visto come un passatempo, un capriccio. Indubbiamente la King attinge a piene mani dalla narrativa dell’epoca, in particolar modo dall’opera di Margaret Mead, l’antropologa statunitense che nei suoi libri usava un linguaggio scientifico, emozionale e dimostrativo. Detto in soldoni, componeva un vero e proprio racconto. Tale metodo fu anche di Malinowski e Lévi-Strauss.
Non va dimenticato, però, che Euforia è un romanzo. La King utilizza artifici letterari degni di nota per creare un intreccio solido. Non è solo lo scontro tra Occidente e società primitive che si manifesta in tutta la sua forza, ma anche quel “bisogno” europeo di dominare su ciò che appare diverso, sfuggente, indipendente. La sottile critica dell’autrice cavalca le pagine di questo romanzo. A denunciare questo è Andrew, uno dei protagonisti, che oltre a ricercare gli elementi portanti della cultura “selvaggia”, vuole determinare anche se stesso.
In luce viene messo lo scontro tra le scuole di pensiero, elemento che ci aiuta a capire il cattivo rapporto che l’Occidente ha con il proprio “sapere”. Il tentativo della King è quello di dar voce a uno scontro culturale che ancora oggi esiste e che a causa della globalizzazione è diventato più violento.
La capacità dell’autrice è stata quella di rappresentare questi elementi attraverso una scrittura delicata ed elegante, ma stilisticamente moderna e attuale. Insomma, una piccola gemma letteraria da leggere e da custodire nella propria biblioteca.