
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 155
Prezzo: € 16,00
Com’era l’Italia al tempo delle case di tolleranza? Rossella Menegato nel libro Cronache di una casa chiusa le racconta dall’interno e con la sua penna ci porta nelle stanze della casa chiusa La Francese a Trieste in via dei capitelli 4, la tenutaria si chiama Amélie.
Menegato con un preciso intento di testimonianza racconta la vita quotidiana di queste donne e di come nelle case di piacere o lupanari, postriboli, casini, bordelli, case di tolleranza che dir si voglia, tutto era rigidamente regolamentato e controllato e il lavoro non mancava di certo.
Poi c’era l’ambiguità dello Stato, che se da un lato non poteva approvare apertamente o incentivare la prostituzione, considerata una piaga sociale e fonte di immoralità, dall’altro non poteva non prendere atto del proliferare di tale fenomeno.
Per questo tollerare è il verbo giusto. La prostituzione andava tollerata, anche da Santa Madre Chiesa. Controllata, gestita circoscritta, disciplinata, ma sempre con discernimento.
E così le case di tolleranza sono luoghi dove le donne sono schedate, obbligate a visite mediche, segregate.
Rossella Menegato con il suo racconto ci presenta le vite tormentate, infelice, ma allo stesso tempo ricche di passione di alcune donne che sono costrette a vivere in una casa di tolleranza, che in quel luogo sono arrivate per sfuggire a un marito violento, o a una situazione familiare dolo non avevano la possibilità di essere considerate.
Così troviamo Rosa, che è una di loro, la voce narrante del libro che ci conduce nelle vite vissute delle sue colleghe, vite vissute che non potevano restare lì chiuse (come scrive Mariapia Ciani nella prefazione).
Rosa che deve tutto alla signora Amélie che le ha concesso un’opportunità.
Per Rosa e per le altre donne la casa di tolleranza diventa l’ultima spiaggia, paradossalmente la salvezza e Amélie l’unica amica che abbiano mai avuto.
Rossella Menegato, passando in rassegna le vite di queste donne, racconta nei minimi dettagli il mondo della casa di tolleranza, l’ipocrisia di una società maschilista, il luogo in cui gli uomini mostravano la parte peggiore di sé e il dolore e l’umiliazione delle donne costrette a subire.
In Cronache di una casa chiusa troviamo un’umanità femminile derelitta, umiliata e derisa, Menegato con grande partecipazione emotiva scrive e racconta la storia delle vittime: la Rossa, Rosa, Bimba, Maria, Nerina, Giulia Sophie e tutte le altre ragazze che da ragazze infelici erano finite in un bordello di lusso, frequentato da clienti facoltosi e con nessuna voglia di pensare al futuro si accontentavano di vivere il loro presente incerto. Avevano sulla testa una casa sicura, ma venivano sempre considerate puttane, pezzi di carne alla mercé del migliore cliente, donne a cui era stata tolta la dignità.
Rossella Menegato nel suo libro porta alla luce il mondo della casa di tolleranza, che scomparirà per sempre il 20 settembre 1958 con l’attuazione della legge Merlin.
Ma nel suo racconto restano vive la storie vere di donne che per molti anni sono state costrette a vivere tra quattro mura, un pezzo di un’umanità alla quale è stata tolta l’identità e la dignità.
Quelle storie Menegato le ha salvate dall’oblio scavando a mani nude nelle macerie della memoria.
Quanto è bella la letteratura che si fa testimonianza.