Autore: susy galluzzo
Data di pubbl.: 2021
Casa Editrice: Fazi editore
Genere: romanzo familiare
Pagine: 268
Prezzo: 16.00
Susy Galluzzo è stata in grado di stupirci con una scrittura innovativa ed emozionale, esordendo con un romanzo davvero straordinario. Quello che non sai, di cui abbiamo già parlato in una recensione, sicuramente è un libro unico che lascia un segno delicato ma indelebile nel suo lettore. Abbiamo deciso di scoprire cosa si nasconde dietro questo romanzo straordinario, come nasce ma sopratutto scoprire qualcosa di più sulla sua autrice, Susy Galluzzo. per questo abbiamo pensato, per voi lettori, di farle qualche domanda.
- Come ti sei avvicinata alla scrittura?
È una passione che coltivo sin da piccola. Al liceo pubblicavo poesie e brevi novelle su alcune riviste. Dopo essermi dedicata per tanto tempo al mio lavoro di avvocato, ho sentito fortemente il desiderio di tornare a scrivere.
- “Quello che non sai” è un titolo molto poetico ma anche inusuale. Come mai questa scelta?
È un titolo che lascia trapelare il non detto della protagonista, quello che non riesce a confessare neanche nel suo diario alla madre, poiché troppo difficile da accettare. Quello che non sai può intendersi anche come un invito diretto al lettore, che scoprirà man mano i segreti di Ella.
- Il libro mescola molti stili narrativi diversi (lettera, pagina di diario, conversazione, riportare i pensieri). Perché questa scelta stilistica così insolita?
Mi è venuto molto spontaneo scrivere così. Forse perché è nato prima il “contenitore”, ossia il diario di Ella, che si è sovrapposto a quello che ho iniziato io a scrivere a mia madre dopo la sua scomparsa. Ho voluto che fosse un dialogo, un fluire libero, senza timore di violare regole o tempi verbali.
- Parliamo di Ilaria: perché essere così duri di cuore e insensibili ai gesti della madre tanto da non ricucire più il rapporto?
Dobbiamo tener presente che Ilaria perde fiducia verso la madre. Si accorge che proprio chi l’aveva protetta dal mondo fino ad allora la abbandona al suo destino, al rischio di essere investita. Ilaria poi è un’adolescente, con molte inquietudine e incertezze e che ha dei comportamenti che spesso ho visto ripetersi in ragazzi della sua età.
- Michela è una persona forte su tutti i fronti e mi è piaciuto pensare che sia arrivata a compiere certe scelte perché la madre a cui tanto parla non ha smesso di esserle accanto nemmeno per un istante. Pensi che la presenza-ricordo sia il motivo del suo cambiamento e del suo tenere duro o sarebbe avvenuto tutto ugualmente?
Sicuramente la “presenza” della madre è determinante nelle scelte di Ella. Pian piano, nel suo diario confessionale, trova la forza di rivelare i pensieri che la affliggono, quei sentimenti inconfessabili di cui lei stessa ha paura, fino ad affrontarli e a concedersi una nuova possibilità.
- Nel libro leggo molto anche il tema dell’apparenza specie nel personaggio del marito di Michela (è un fetente ma appare a Ilaria come un Mito mentre Michela appare insulsa ma scavando si scoprono cose molto importanti). Potrei avere una tua opinione sul tema delle apparenze in particolar modo nei rapporti di coppia?
Indubbiamente Aurelio cade in una trappola comune, rincorrendo l’apparenza della famiglia perfetta, anzi, “normale”, come dice lui, una moglie brillante e una figlia tranquilla, con amici “giusti” e un percorso impeccabile. Aurelio è però anche un uomo che si ritrova davanti una persona molto diversa da quella di cui si è innamorato e, a suo modo, cerca di tenere insieme e proteggere il suo nucleo famigliare, di dargli una chance.
- Oltre a quello che hai scritto, pensi ci sia altro che Michela avrebbe potuto dire alla madre o al suo lettore?
Michela non dichiara, se non velatamente, il suo rimpianto per aver lasciato il suo mondo di prima, la sua carriera, rimpianto che è alla base di tanti suoi comportamenti e del suo disagio.
- Quando hai deciso di dare alle stampe questo libro e quanto hai dovuto lavorarci sopra?
Ho impiegato più di tre anni per scriverlo, con varie pause, poiché al di là del tema difficile, la parte diario era per me emotivamente molto complessa.
- Sei una lettrice? Quanto e cosa leggi?
In questo momento soprattutto scrittori americani, Jonathan Franzen e Philippe Roth.
- Quando non scrivi, cosa fai o ti piace fare?
Sono una divoratrice di cinema, durante il primo lockdown ho visto tutti e 100 i film italiani da salvare, un patrimonio eccezionale. E poi adoro giocare con i miei due bulldog, uno dei quali si chiama Duccio, come il labrador di Michela.
Foto dell’autrice gentilmente concessa da Fazi Editore per la pubblicazione del seguente articolo ed è protetta da copyright.