A tu per tu con… Riccardo Scandellari

Riccardo Scandellari, giornalista ferrarese, si occupa di tecnologie e tecniche di comunicazione orientate al web dal 1998. Autore del libro Fai di te stesso un brand sul Personal Branding, a lui abbiamo chiesto di chiarirci alcuni aspetti della materia.

Perché occorre fare di se stessi un brand oggi? Che cosa significa?

Oggi viviamo in un mondo in cui la reputazione è facilmente verificabile online; mentre anni fa era complesso prendere informazioni su qualcuno, ora, attraverso i moderni media digitali chiunque ha un profilo pubblico e delle conversazioni che lo riguardano. In questo mondo possiamo decidere se essere attori attivi o passivi. Essere passivi significa che non potremo controllare cosa dicono gli altri di noi e non potremo difenderci. Avere un profilo pubblico e ufficiale consente di incanalare la maggior parte delle conversazioni che ci riguardano in modo da poterle gestire.

Ti occupi da molto tempo di web, qual è il vero valore della rete?

E’ un canale bidirezionale di informazioni, mai nella storia abbiamo avuto uno strumento così importante e che trasforma completamente il nostro mondo. E’ una trasformazione epocale che comporta anche molti rischi.

I social network ci hanno cambiato la vita, l’hanno migliorata o peggiorata secondo te? Che conseguenze hanno portato sulle persone e sulle aziende?

E’ la dose che fa il veleno, dicevano gli antichi. Queste tecnologie possono diventare utili oppure dannose, dipende da noi e dalla nostra capacità di entrare in sintonia con esse.

La rete è un vantaggio da sfruttare per tutti in tutti gli ambiti secondo la tua esperienza? Oppure ci sono settori che è meglio ne stiano lontani?

Ci sono settori in cui sono meno utili, in questi consiglio di essere comunque presenti dosando un impegno inferiore rispetto ad altri in cui esserci è fondamentale. Non consiglio mai di rimanerne fuori, ammetto che un elettrauto o un imbianchino ne trarranno, almeno in questa fase, poco giovamento.

Noi ci occupiamo di libri e di editoria, settore che vede la crisi più nera della sua storia in questo momento storico. E’ giusto per un editore, in tempo di parsimonia, investire le proprie risorse in rete? Come può essere utile il web per vendere un libro?

Il libro di carta, che alcuni anni fa era dato per spacciato, sembra resistere alle innovazioni digitali. Complice leggi che non lo favoriscono e l’ostruzionismo degli editori. Il futuro è comunque segnato, non credo che il business del futuro tra 10 anni sarà stampare ancora libri di carta. Ma potrei stupirmi ancora una volta.

Il tuo libro lo consiglio a tutti, sia a chi ha familiarità col digitale sia per chi vuole avvicinarcisi. E’ un ottimo connubio tra teorico e pratico, in linguaggi chiari ed efficaci. Perché hai deciso di scriverlo? Qual è il tuo obiettivo?

Ci sono ottimi libri su come utilizzare un blog e che prendono in esame ogni singolo social network. Mancava un libro che facesse il riassunto di tutte le pratiche e gli atteggiamenti premianti in un percorso di visibilità online. Spero di essere riuscito nell’intento.

Riccardo Barbagallo

Lavoro da qualche anno nell'editoria, mi occupo di comunicazione per editori e autori e sono un digital addicted. Al contrario di altri, non mi posso definire un lettore da sempre, 'La coscienza di Zeno' in prima media è stato un trauma troppo forte da superare per proseguire serenamente la relazione con la lettura. Più avanti ho deciso di leggere un libro per piacere, e non per obbligo, ed è stato lì che ho capito quale sia la vera forza della lettura: la capacità di emozionare. Credo che sia questo il segreto, se così possiamo definirlo. Non ho più smesso.

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