A tu per tu con… Mia Another

Titolo: Tokyo a mezzanotte
Autore: Mia Another
Data di pubbl.: 2021
Casa Editrice: Newton Compton Editori
Genere: intervista
Pagine: 320
Prezzo: 9.90

Incantevole, esuberante, divertente e coinvolgente. Se dovessi descrivere in poche parole la scrittura di Mia Another, del cui ultimo romanzo ho parlato qualche giorno fa, userei di sicuro quelle quattro che avete letto poco fa. Ma mentre leggevo il suo ultimo romanzo Tokyo a mezzanotte, non ho potuto farmi delle domande su chi fosse la scrittrice geniale che ha dato vita a Haley e a Naoki.

Per soddisfare la curiosità dei lettori, abbiamo deciso di portare le nostre domande a Mia Another in persona.

1)Come nasce l’idea di Tokyo a mezzanotte?

L’idea è nata da una conversazione con la mia editor. Al termine del lockdown del 2020, durante il quale sono rimasta ferma con la scrittura, ci siamo sentite per parlare dei progetti futuri. Dopo un periodo così difficile, in cui una vacanza dall’altra parte del mondo sembrava impossibile, ho pensato sarebbe stato bello portare i lettori in viaggio, metaforicamente, attraverso un romanzo. È stata lei a suggerirmi Tokyo come ambientazione perché è al corrente della mia passione per la cultura giapponese, ma anche perché, con le Olimpiadi in vista, sembrava proprio il posto giusto.

2)Quanto giappone reale c’è nel tuo romanzo e quanta finzione? Hai fatto molte ricerche? Sei stata di persona nei luoghi di cui parli?

Quando si tratta di un romanzo rosa, distaccarsi almeno un po’ dalla realtà è necessario per mantenere la lettura leggera e sognante. È ovvio che vivere di persona il Giappone e andare incontro a certe esperienze è molto diverso, probabilmente più difficile, rispetto al modo in cui dei personaggi fittizi possono affrontare certe situazioni. Nei romanzi rosa c’è sempre la soluzione dietro l’angolo, la coincidenza, il colpo di fortuna, e sotto questo aspetto Tokyo a mezzanotte non fa eccezione. Ho avuto la possibilità di visitare diversi luoghi tra quelli citati, ma solo da turista, quindi questi ricordi fugaci non potevano bastare. Ho fatto molte ricerche, ma ho anche attinto alle conoscenze che già avevo, dato che il Giappone e Tokyo, in particolare, mi hanno sempre affascinata e ho letto moltissimi libri al riguardo.

3)Haley: raccontaci come nasce questo personaggio.

Hailey doveva essere la protagonista ideale per un romanzo rosa, un personaggio che potesse assomigliare alle ragazze che conosciamo o che vediamo tutti i giorni, soprattutto le giovanissime, e che si comportasse in maniera simile a loro: riprendere ogni momento con il cellulare, usare assiduamente i social, lanciarsi avventatamente nelle situazioni nuove pensando che andrà tutto bene. Doveva essere una storia leggera e spensierata, perciò era necessario che la protagonista, che in questo caso fa anche da narratrice, seguisse la stessa tendenza.

4)Hai ripensamenti circa il finale? Cambieresti qualcosa?

Nessun ripensamento e non cambierei neppure una virgola. Insieme a me hanno lavorato anche altre figure della redazione, e tutte le persone coinvolte nel progetto hanno fatto un buon lavoro.

5)Hai creato una storia d’amore originale. Come immagini possa essere andata avanti la loro relazione dopo che, chiusa l’ultima pagina del libro, non li vediamo più?

Io sono solo un’autrice. Ho accompagnato i lettori lungo un pezzo di una storia, e il mio lavoro è finito qui. I lettori possono immaginare il resto come vogliono. Si saranno lasciati? Saranno rimasti insieme? Chissà. Dilungarmi e trascinare la storia, in generale, non fa parte di nessuna delle mie produzioni letterarie. Ritengo che si sacrifichi la sostanza per il fanservice, e che si annacquino i contenuti per dare una certa “tranquillità” al lettore. Non fa per me.

6)Haley riuscirà a realizzarsi? Suo fratello? È tornato in America e basta o c’è un lieto fine, che non sappiamo, anche per lui?

Non esiste niente del genere. Lascio che lo immagino i lettori, io li ho accompagnati solo lungo un tratto, il tratto che ho ritenuto interessante raccontare.

7)hai pensato di proporre i tuoi libri per un adattamento manga?

Ci ho pensato molti anni fa e avevo anche contattato un’artista. Purtroppo, è molto più semplice a dirsi che a farsi. Attualmente, in ogni caso, una decisione simile spetterebbe solo al mio editore. Io sarei certamente d’accordo!

8)so che sei una lettrice di fumetti quindi nerdiamo un po’: quale è il tuo preferito e perchè? Quale consiglieresti? Uno che ti ha cambiato la vita?

Fumetto: Berserk, Berserk, Berserk un milione di volte. È il mio preferito, è quello che consiglierei a occhi chiusi ed è quello che mi ha cambiato la vita. C’è tutto al suo interno, ogni elemento che un lettore di fumetti può desiderare: personaggi controversi, avventura, una grande amicizia, un grande amore, vittorie incontrastate e terribili sconfitte, colpi di scena, crescita, significato profondo.

9)quando e perchè hai iniziato a scrivere? Cosa ti spinge? Autore che ti influenza o ti ha influenzata?

Questa è una bella storia. Sono aspie e ho sempre fatto molta fatica a comunicare con gli altri. La scrittura è partita come metodo suggerito dalle insegnanti per imparare a esprimere di più del poco che dicevo verbalmente. Doveva essere una sorta di diario e invece ho iniziato presto a inventare storie, avevo circa otto anni. Penso di non aver più smesso da allora, perché mi aiuta a fare ordine tra i pensieri. E a essere onesta, non è che le cose siano cambiate molto: sono ancora molto silenziosa di persona e, di contro, estremamente loquace quando scrivo messaggi.

Non penso di avere autori che mi influenzano perché, per quanto assurdo possa sembrare, leggo generi totalmente diversi da quello che scrivo. Ultimamente sono in fissa con i manuali di storia, e con i romanzi con linee temporali alternative.

10)Mia another vs mia another: cosa ti chiederesti se fossi al mio posto?(anche la risposta che ti daresti)

Che messaggio stai cercando di trasmettere?”, mi chiederei. Perché di solito che chi scrive, lo fa perché ha qualcosa da dire. E, molto probabilmente, risponderei che per ora non lo so. Devo ancora decifrarlo del tutto.

 

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Gabriele Scandolaro

Mi chiamo Gabriele e sono un lettore. Ho iniziato a leggere quando ero molto piccolo, complice una nonna molto speciale che invece delle classiche favole riempiva le mie giornate raccontandomi i capolavori teatrali di Shakespeare e di Manzoni. Erano talmente avvincenti le sue narrazioni che, appena mi è stato possibile, ho iniziato a leggere per conto mio. Ma terminato il mio primo libro ne ho iniziato subito un altro. Poi un altro. Da allora non riesco più a smettere di leggere. Quando non leggo o studio, lavoro come Educatore e suono il violino.

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