Lo scrittore Francesco Leto, autore del romanzo “Il cielo resta quello” (Frassinelli), si è inventato il progetto #Sfamaunoscrittore. Visto che i libri di semplice lettura non si vendono più in libreria, Francesco ha deciso di provare a venderli con il porta a porta. Le sue rocambolesche disavventure sono state registrate in un cortometraggio.
Francesco raccontaci qualcosa in più del tuo progetto, si tratta di una campagna di sensibilizzazione alla lettura, vero?
Sì, esatto. Il progetto nasce con le riprese del cortometraggio (la cui regia appartiene a Luca Liccione e Martina Vassallo e le musiche a Tommaso Chieco), che mi vede protagonista, a Bagnara Calabra, mio paese natio ed ambientazione del mio romanzo, a bordo di una bicicletta, mentre cerco di vendere porta a porta, senza successo, il mio ultimo libro “Il cielo resta quello”. Da questa mancata vendita, parte quindi la campagna social #Sfamaunoscrittore: sull’omonimo sito internet (sfamaunoscrittore.com), le persone, incuriosite, possono lasciare un commento o un pensiero nel blog dedicato; oppure mi si può “sfamare” twittando l’hashtag del progetto, o, ancora, postando una foto del mio libro su Facebook. Lo scopo principale di questo progetto, insomma, è rendere “pop” la letteratura, tutti i generi letterari, non solo quelli che vanno più di moda.
Tra le possibilità per poterti “sfamare”, vi è anche quella di invitarti per incontri e discussioni con i lettori sul tuo romanzo: parlaci di queste tavole rotonde.
In maniera molto informale e semplice, con uno spirito giocoso, ho voluto proporre degli incontri con i lettori del mio libro e con chi ha il piacere della lettura in generale, durante i quali poter chiacchierare e condividere i nostri pensieri e gusti in ambito letterario. Questo sabato inizierò con il primo di questi incontri, con dei ragazzi giovani, muniti di chitarra, per una cena tranquilla e rilassata. Ci tengo a sottolineare l’aspetto partecipativo del mio progetto: per “sfamarmi” un lettore può partecipare agli incontri, ma anche semplicemente comprare il mio libro e pubblicare la foto sui social, oppure scrivere un pensiero sul mio blog, nel sito sfamaunoscrittore.com. Insomma, non è solo un nutrimento fisico, ma anche e soprattutto intellettuale ed interpersonale.
Per quale ragione i romanzi di semplice lettura faticano a vendersi nelle librerie? Sono cambiati i gusti dei lettori o, forse, il sistema editoriale gioca un ruolo altrettanto decisivo?
Sicuramente i gusti dei lettori influiscono sempre sul mercato dei libri, ma ritengo che il sistema editoriale abbia una grande responsabilità in merito…Un meccanismo, quello editoriale, che definirei malato. Vorrei che si potesse tornare al senso originario del fare editoria, ad una dimensione più a misura d’uomo, quasi artigianale, attenta sia alle esigenze dei lettori, sia a quelle degli scrittori come me. Purtroppo oggigiorno l’attenzione principale delle case editrici, siano esse dipendenti o meno, va al venduto, al mero profitto economico, creando di conseguenza trend narrativi che non rispecchiano sempre i gusti del pubblico o che ne accontentano solo una parte. Attraverso la mia campagna, cerco proprio di ritrovare questo spirito antico, andando a bussare alla porta delle persone per cercare di vendere il mio libro, e allo stesso tempo mi rivolgo ai lettori “forti”, con gusti letterari fuori dal coro dei gusti imposti dai grandi editori.
Il tuo libro, il secondo dall’esordio, vede tra i protagonisti un’icona della musica italiana: Mia Martini. Da dove nasce la scelta di inserirla nel romanzo?
Il libro si ispira al modello della tragedia greca, nel senso che mette in scena vite molto intense, sia in senso positivo che negativo ed è ambientato in Calabria, la mia terra. Le donne poi, le bagnarote, sono storicamente donne forti, sulle quali si basa l’economia e la vita sociale di Bagnara: non è un caso che queste donne vengano chiamate le amazzoni del Sud, con caratteristiche gambe lunghe e toniche, un po’ come le gambe delle sorelle Bertè. Oltre alle ragioni politiche della mia scelta, nutro un profondo amore per Mia Martini: la sua storia personale, sul solco della tragedia prima citata, credo si amalgami perfettamente con la scelta di descrivere vite intense. D’altronde tutti i personaggi del mio romanzo sono in qualche modo dei vinti; ma non dei vinti passivi: sono persone che hanno dovuto convivere con le avversità della vita, pur lasciando un segno. E questo è il significato del titolo del libro: puoi lasciare un a traccia del tuo percorso di vita o meno, ma il cielo rimane sempre quello.