A tu per tu con… A.F. Harrold

image2Al Festivaletteratura di Mantova da sempre grande attenzione viene riservata ai giovani e giovanissimi: non soltanto rappresentano la maggioranza dei volontari che rendono possibile il Festival, ma sono anche una parte importante dei lettori che popolano la città durante quei giorni.  All’interno del calendario dedicato ai più piccoli durante l’edizione 2015 uno degli appuntamenti più divertenti è stato quello con A.F. Harrold, poeta e scrittore per bambini, una buffa barba rossa di cui va molto fiero e occhialini tondi alla Harry Potter a renderlo subito simpatico.  Assistendo al suo evento, la presentazione del suo ultimo libro dal titolo “Il mio amico immaginario”, è impossibile non tornare bambini: saltella tra il pubblico, cammina tra gli alberi intanto che risponde alle domande, coinvolge gli spettatori più piccoli come aiutanti. E non si scompone minimamente alla domanda “in Inghilterra usate il fuoco per cucinare?”. Non stupitevi, quindi, se l’intervista che segue è un po’ originale.
Oggigiorno tutti scriviamo utilizzando il computer, ma di fronte a un libro come “Il mio amico immaginario”, corredato dai bellissimi disegni di Emily Gravett, viene quasi da pensare che l’unico modo possibile di realizzarlo sia attraverso carta e penna. è così?
Dunque, questo è ciò che penso: (inizia a muovere le dita come se stesse scrivendo al computer, poi si ricorda che stiamo registrando la nostra conversazione e guarda il registratore) è vero, il registratore non può registrare questo! (si avvicina al registratore e inizia a descrivere i suoi gesti) Sto eseguendo un movimento con le mie dita indicante il battere sulla tastiera di un computer, mentre faccio un’espressione pensosa con il mio volto.
Questo è ciò che penso: scrivere a mano porta via troppo tempo, è troppo lento, e fa male! In più, a voi in Italia viene insegnato a scrivere in maniera magnifica a scuola, siete tutti dei calligrafi della qualità più alta! La mia scrittura… te la faccio vedere. Datemi una penna! (scrive alcune righe su un foglio di carta, e ce le mostra con aria quasi disgustata). Ti racconto una cosa: ero a un Festival, qualche anno fa, ed ero a lato del palco a scrivere note, e arrivò una donna. Una donna stupenda, con il sorriso più meraviglioso che avessi mai visto, era strabiliante. Stava facendo fotografie, e ad un tratto vide le mie note, e disse: “Che bellissima scrittura hai!” in accento americano, e io dissi: “Grazie…!”, arrossendo imbarazzato. Aveva torto! Era magnifica, ma sicuramente aveva torto! E mi disse di essere la figlia del grande Lorca, il grande poeta spagnolo Garcia Lorca, ed era stupenda, e… e non ci siamo sposati. Fine della storia. Ho appena realizzato che questa storia non ha niente a che fare con la storia nel libro. Comunque, la mia scrittura è piuttosto pasticciata, quindi scrivo al computer. E penso che posso sedermi prima di scrivere al computer, con la mente che pensa solo a “Cosa potrei fare? Non ho alcuna idea!”, e quindi inizio con un classico “C’era una volta un ragazzo…” e incredibilmente, da questo, il mio cervello inizia a lavorare. Le idee scorrono e improvvisamente la pagina non è più bianca, più scrivo e più le parole escono. A mano scrivo solo delle note per ricordarmi qualche idea, ma di fatto non scrivo mai interi capitoli a mano. Ma sono molto grato che tu pensi che il libro meritasse di essere scritto a mano, sei molto gentile! Lo trovo un complimento!
A proposito di penne, questo libro è colmo di bellissime illustrazioni. Potremmo dire che come nella storia Rudger non può vivere senza Amanda, il libro non potrebbe più vivere senza illustrazioni?
La mia risposta è no, perché è ovvio che la storia sarebbe ancora lì, la puoi leggere anche senza illustrazioni e avrebbe ancora un senso. Quando Emily è salita a bordo, e l’ha fatto perché le piaceva la storia, aveva letto il libro senza illustrazioni. Specialmente nel Regno Unito il suo è un nome molto famoso, ma non aveva mai fatto un libro a capitoli, lei fa immagini, quindi questa è stata la prima volta per lei che ha illustrato un libro per qualcun altro. Con alcuni illustratori l’autore o l’editore danno delle basi su cui costruire le immagini: sai, due illustrazioni per ogni capitolo, questa e quella scena… Emily, invece, ha semplicemente realizzato le immagini che le sono venute in mente. E ha fatto delle illustrazioni veramente stupende e memorabili! Quando tu apri il libro, e vedi qualcuna delle immagini più spaventose e terribili, o alcune di quelle più belle, apparirà così nella tua mente. In tutto il mondo apparirà così, e lo continuerà ad essere anche tra cento anni, o anche solo cinquanta. Le conosci le illustrazioni di “Alice nel Paese delle Meraviglie”, no? Dopo tutti gli anni passati, continuano ad apparire così, ce li ricordiamo per quello che sono. E sai cosa? Sarebbe affascinante vedere come, tra anni e anni, anche dopo la nostra scomparsa, le altre persone interpretino i personaggi. Sarebbe fantastico, sono davvero curioso; così come sarei curioso di scoprire, tra cento, centocinquant’anni, che cosa potrebbero ispirare le immagini di Emily ad un altro scrittore, e quale nuova storia potrebbe scaturirne! Non solo la storia ispira le immagini, ma forse le immagini ispireranno una nuova storia. Ti faccio vedere la mia immagine preferita: una donna che abbraccia un cane mentre un gatto li guarda. Quanti libri conosci che hanno immagini di una giovane donna che abbraccia un cane mentre un gatto li osserva? Là fuori c’è un sacco di gente che vorrebbe vedere immagini del genere, e non le trova da nessuna parte, mentre qui c’è!
Tutti noi abbiamo avuto un amico invisibile da bambini. Perché pensi che dobbiamo abbandonare questo nostro il mio amico immaginarioamico e la nostra immaginazione per crescere? Perché non possiamo crescere tenendo viva comunque la nostra immaginazione?
Io penso che alcune persone ci riescono,  soprattutto quelle che si muovono in certi ambiti, come lo scrivere storie immaginarie. Alcune persone dipingono quadri, fanno sculture, fanno tv, qualsiasi cosa per continuare a creare; ma per altri la vita è troppo seria, devono pensare a pagare le bollette, il mutuo, e poi ci sono i fatti terribili che accadono nel mondo, e questo porta via tanto tempo all’immaginazione. La vita è così arida a volte, con il clima che distrugge paesi, guerre civili e religiose che imperversano, e alla fine semplicemente non si è più in grado di divertirsi, e di lasciar viaggiare l’immaginazione, perché le cose sono troppo serie. Fortunatamente, talvolta si trova un piccolo spazio per sé stessi, in cui si riesce a pensare che ce la caveremo, supereremo queste cose, che non sarà così male. A volte l’immaginazione si perde, ma fortunatamente può essere ritrovata. E’ per questo che le persone ancora leggono i libri, e li vanno a comprare se tu gli dici “ehi, quello è proprio un bel libro!”: perché ti rende la tua immaginazione, e torna a lavorare con te. Per quanto mi riguarda mi piacerebbe tornare indietro nel tempo per poter vedere me stesso a otto anni, e vedere quali sono le differenze tra l’immaginazione che avevo allora e quella che ho oggi.
A proposito di libri: quando Rudgerè in pericolo si rifugia in biblioteca, perchè, tu scrivi, lì c’è abbastanza immaginazione da tenere in vita gli amici immaginari anche quando non hanno più chi li pensa. E’ per questo che i libri non moriranno mai? Come hai detto prima, tra cinquant’anni il tuo libro esisterà ancora, mentre forse gli ebook o comunque il materiale che si trova in rete non ci saranno più…
Lo spero! Spero davvero che quando sarò morto e sepolto il mio libro sarà ancora lì. O meglio: non mi interessa se sarà ancora in giro oppure no, sarò morto, non importa, ma lo spero per i miei eredi. Comunque, attualmente sto leggendo la Divina Commedia di Dante – in inglese, non in italiano -, che ha centinaia di anni, e spesso leggo Shakespeare prima di un viaggio, e ha anche quello il suo tempo, e queste cose ancora esistono. E se questi libri esistono ancora, anche le storie di immaginazione umana che contengono perdurano nel corso degli anni. I libri sono una buona cosa. Gli E-Book sono fantastici soprattutto quando viaggi molto, ma non penso che saranno mai in grado di rimpiazzare i libri cartacei. Hanno qualcosa di troppo diverso dai veri libri, perché vedi: tutto ciò che scrivi sul computer, tra dieci, vent’anni non sarai più in grado di leggerlo, perché gli ultimi aggiornamenti non lo renderanno più leggibile. Un po’ come i floppy disc: al giorno d’oggi, se tu ne parli a qualcuno, loro ti rispondono: “ma di che cosa parli?”. Non saremo più in grado di leggere CD o DVD in dieci o quindici anni, ma i libri sì! Saranno ancora lì, e non avremo bisogno di tablet con sistemi operativi particolari, ma solo dell’oggetto fisico.

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Laureata in Scienze dei Beni Culturali, giornalista pubblicista, da sempre grande lettrice: a sei anni prima ancora di andare a scuola grazie alla nonna sapevo già leggere e scrivere, a 8 anni ho scritto il mio primo racconto su un mago che perde il suo libro di incantesimi. Spero un giorno di vedere sugli scaffali il mio libro, nel frattempo cerco di imparare dagli altri il più possibile e spero di consigliare i nostri lettori condividendo con loro le mie sensazioni.

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