
Data di pubbl.: 2025
Traduttore: Francesco Dalessandro
Pagine: 237
Prezzo: € 15,00
Kenneth Rexroth, poeta americano nato il 22 dicembre del 1905 e morto nel 1982, sostiene che la poesia è un dialogo vivo tra le persone.
Fino a oggi la sua poesia non era conosciuta nella nostra lingua.
Esce da Interno Poesia nella collana Interno Novecento, con la curatela di Francesco Dalessandro, Lasciati celebrare, un volume antologico che raccoglie il meglio della sua opera poetica, pubblicata tra il 1940 – e il 1974.
Kenneth Rexroth è un poeta schietto che crede nell’immediatezza e nella naturalezza della parola poetica.
La sua poesia è ricca di sensazioni e incarna sempre una visione esistenziale e umanistica.
«Ricca di ardore ideologico e di ansia esistenziale – scrive Dalessandro nella prefazione – , l’opera di Rexroth somma in sé aspirazioni diverse; in particolare quella a una poesia senza retorica, intrisa invece d’esperienza, naturale e fatta con naturalezza, con immagini precise e cristalline, di chiara derivazione classica, europea, in linea con una tradizione occidentale che va dai greci ali latini al nostro Leopardi; ma si spinge anche in direzioni assolutamente non convenzionali ( zen e misticismo orientale) che gli evitarono il peccato del culturalismo: di una poesia colta, cioè, ma – come diceva Pound – di seconda intensità».
Il poeta vive sempre nel divenire del proprio tempo, la sua scrittura frantuma l’ego e la poesia è sempre una visione che cerca gli altri, che si nutre del dialogo con gli altri.
«Io e te, dall’uno al doppio, dal / doppio all’altro, alla meraviglia, / l’infinito, insondabile divenire / di ognuno di noi per l’altro».
Abbiamo davanti un poeta cristallino che non rinuncia mai alla trasparenza del dire: la sua poesia sta sempre nelle cose, guarda alle persone e al mondo con un esplicito e diretto parlare, si apre al tutto a cui apparteniamo, aderisce alla vita, al tempo, alla storia.
«Il punto di vista dominante – scrive Francesco Dalessandro – nella poesia di Rexroth, infatti, è la conseguenza dell’esistenza umana con i fenomeni della natura che, con l’amore, le esperienze e le riflessioni (ironiche o intenerite) sulla propria biografia, le limpide descrizioni di paesaggi, l’erotismo incandescente e la chiarezza d’emozione, sono i temi frequenti della sua opera e originano le sue poesie migliori».
Kenneth Rexroth è un poeta della vita immediata perché ha il suo modo autentico di entrare nella natura delle cose: come un Lucrezio moderno e contemporaneo scava nello spazio e nel tempo di questo nostro mondo, passa dalla tenebra alla luce e dalla luce alle tenebre e nel cuore che batte liberamente, la sua carne di uomo mortale è sangue di verità.