Una posizione scomoda – Francesco Muzzopappa

Autore: Francesco Muzzopappa

Titolo: Una posizione scomoda

Genere: Commedia

Editore: Fazi

Anno di pubblicazione: 2013

Numero di pagine: 221

Prezzo: €. 14,50

I sogni sono una cosa difficile e capricciosa. Prendiamo, ad esempio, Fabio Loiero: una passione spropositata per la sceneggiatura, voti altissimi al Centro Sperimentale di Roma, lodi sprecate da parte di grandi critici e registi. Tutti presupposti per una grande carriera. E invece? Invece no, perché, dopo aver rifiutato stupidamente decine di offerte di lavoro secondo lui inferiori ai suoi standard, Fabio si ritrova impantanato in un’insistente disoccupazione.

Un giorno Fabio conosce Romina: una personalità prorompente e una carriera ben avviata alle spalle; la bella transessuale non ci mette molto a chiedergli di lavorare per la sua casa di produzione, la Starlette, produttrice di porno di qualità. Ironia della sorte, l’indigenza costringe Fabio ad accettare. E così il grande sceneggiatore si riscopre ottimo scrittore di film hard e sarà proprio un premio vinto all’interno della malfamata categoria a regalargli l’occasione di una vita: girare il suo primo vero film d’autore.

Divertente e scoppiettante, Una posizione scomoda parte, però, con una serie di luoghi comuni che sforano dalla loro funzione di critica sociale. Il protagonista viene presentato come un fallito che passa il tempo a vergognarsi di quello che fa per vivere e, di conseguenza, a nascondersi da chiunque lo conosca anche solo di vista. La svolta, però, c’è, ed è forte. La seconda parte del libro, a partire dall’incontro di Fabio con il misterioso produttore che gli finanzierà il film, regala al lettore un umorismo amaro in cui non è difficile rivedere se stessi e i fallimenti a cui ognuno, in maggiore o minore misura, va incontro durante la propria esistenza.

I personaggi davvero ben definiti sono due: Fabio e Romina; questa, pur sforando spesso nella macchietta, riesce ad essere molto più simpatica del protagonista.

Ottime le descrizioni dello strano e sconosciuto mondo della pornografia legale, che molti faticano a considerare un mestiere. Dalla descrizione del XXX Festival di Cannes:“Poco più avanti un piccolo capannello si è assiepato attorno a un vecchio pornoattore a cui assegneranno il premio alla carriera, così come indicato su tutti i manifesti della serata. Un tempo ‘Little Jack’, quindi ‘Dirty Jack’, poi ‘Daddy Jack’: ora, ricoperto da rughe profonde quanto i solchi di uno pneumatico, si fa chiamare Old Jack. Stringe le mani e firma autografi, tirato a lucido in un tight scuro, camicia nera e cravatta bianca. Due occhi azzurri da furbetto che si infilano ancora nelle scollature delle donne e uno sguardo che dice ‘se ti prendo non sai cosa ti combino, ma per favore i vestiti togliteli da sola che ho un filo di artrite’. Sotto al palco sfila composto un esercito di ragazze che dà un significato tutto nuovo all’espressione abito da sera: la pellicola Domopak è di gran lunga più coprente. Per i pornoattori invece è diverso: sono eleganti e quasi tutti calvi. Ci deve essere una connessione tra prestazione sessuale e calvizie. Oppure, con molta probabilità, è un effetto collaterale del Viagra.” (pag.134).

In definitiva, con il suo linguaggio diretto e quotidiano -a volte fin troppo- il libro di Muzzopappa è una lettura leggera e piacevole, che fa sorridere, adatta a rallegrare l’inizio di un’estate che tarda a farsi vedere.

      

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