Data di pubbl.: 2012
Casa Editrice: Campi Magnetici
Genere: Diario di viaggio
Pagine: 257
Prezzo: 12
Tre giovani coraggiosi avventurieri torinesi decidono di affrontare l’Africa Rally 2009, una spedizione benefica organizzata da una società inglese che si occupa di viaggi no-limits, a cui partecipano auto con team che arrivano da ogni parte del mondo. Per poter essere ammessi occorre avere un’auto di cilindrata non superiore ai 1000 cc, versare una quota di iscrizione e pianificare ogni cosa da sé, in quanto l’organizzazione non fornisce appoggi e aiuti di nessun genere lungo tutto il percorso. Nasce così la Taurinorum Travel Team, la squadra di viaggio di Ludovico, Carlo Alberto e Paolo. Procuratasi una sgangherata Panda del 1987, battezzata Turba a causa della marmitta bucata, in pratica “un vecchio catorcio di latta”, prende l’avvio questo viaggio: “apoteosi di un’avventura unica nel suo genere, con scopi molto più nobili e importanti, al di là del puro divertimento” (pag. 16). Al termine del viaggio, come da regolamento, la macchina è stata venduta ad un’asta pubblica per finanziare un progetto umanitario del luogo.
A spedizione avvenuta ecco la pubblicazione del diario di viaggio che potrebbe sembrare cosa piuttosto comune e poco interessante, soprattutto oggi che tutti viaggiano e poi ne narrano le vicende, ma se il “prodotto” è ben costruito diventa un libro piacevole da leggere. Dunque, nasce “Tre uomini in Panda”. Esistono molti modi di scrivere diari simili. Questo libro non è scritto solo con gli occhi, ma anche con la mente e quest’indimenticabile avventura ci fa scoprire la realtà delle cose al di là delle apparenze. Ludovico De Maistre, aspirante documentarista e appassionato di fotogiornalismo, che verga di prima mano l’impresa, convinto osservatore e puntiglioso cronista, non racconta un’Africa ai nostri occhi scontata, ma cattura il lettore con un affresco intelligente e interessante di un affascinante percorso, da cui emerge un ritratto vero in tutti gli stati d’animo e nei sensi. Il viaggio si svolge all’insegna di una divertita incoscienza, ma non dimentichiamoci che in fondo tutto ciò è un mezzo per raggiungere alcuni scopi umanitari: infatti ogni team doveva raccogliere una somma da devolvere per un progetto ed impegnarsi a sostenerlo.
E come tutti gli amanti dell’avventura scopriamo i tre ragazzi viaggiatori intelligenti e ironici, dotati di grande spirito di adattamento, di inesauribile curiosità, di rispetto e voglia di conoscere questa parte di Africa e le sue popolazioni. Nonostante abbiano trovato e descritto un Paese estremamente povero, hanno avuto l’impressione di avere a che fare con una popolazione dal carattere contento e predisposta alla felicità e all’allegria. “Siamo stati ricevuti in una casa dove tutti erano agghindati a festa, con musica altissima” (pag. 59-60) … “Poco dopo eravamo tutti insieme sulla pista da ballo a far festa… hanno il ritmo nelle gambe,automatico… ci siamo divertiti come dei pazzi”. Gli odori e i sapori, l’energia positiva che emanava la gente e l’armonia che trasmettevano i bambini che giocavano e li seguivano per scoprire cose nuove mai viste, li ha colpiti profondamente e ha permesso all’autore di esprimersi così: “Siamo stati letteralmente rincorsi e accerchiati da una miriade di bambini schiamazzanti… ci hanno voluto guardare, toccare, stringere la mano” (pag. 161). Andando avanti nel percorso, in cambio di aiuto nei momenti di difficoltà, i tre giovani hanno anche regalato vari gadget andati a ruba, tra cui magliette e accessori di squadre di calcio italiane.
Per gli avventurieri del Taurinorum T. T. questa è stata una vera e propria lezione di vita appresa nei luoghi toccati lungo i 9.000 km e forse più attraverso Senegal, Mali, Burkina Faso, Benin, Nigeria e Cameroon. Ne è uscito un racconto narrato con un registro non troppo elevato. Inoltre, talvolta, l’utilizzo di termini gergali tipici del linguaggio giovanile e i tanti aggettivi ripetuti possono non soddisfare i gusti di lettori amanti di una scrittura “pulita”. Tuttavia il libro è simpaticamente fruibile. Corredato da un notevole reportage fotografico, ha come unico neo gli scatti in bianco e nero. Molto curiosi i consigli di viaggio che completano il volume.