Luis Sepulveda scrittore, giornalista e sceneggiatore cileno nel suo incontro al Salone del libro di Torino parla a ruota libera del suo rapporto con la scrittura ed il racconto in genere.
Lo scrittore cileno paragona i libri a degli oggetti meravigliosi, i quali vivono nella casa di chi li legge e Sepulveda è “felice d’abitare in molte case italiane”. Sepulveda condivide l’opinione di Pavese secondo cui il racconto ha la stessa natura del respiro, è naturale far riflettere l’uomo attraverso la narrazione di fatti inventati, lo scrittore nel racconto sintetizza il proprio messaggio in poche parole, diventa quindi una sfida con se stesso per essere chiaro e non prolisso e verboso. L’ideale per lo scrittore cileno è il Decameron che lui considera “l’esempio per ogni scrittore di racconti”.
Sepulveda sostiene che nella vita prima il cittadino si oppone alle ingiustizie del mondo attraverso i suoi gesti sociali ed i suoi discorsi, solo dopo si manifesta lo scrittore che attraverso l’ironia osserva e analizza il mondo e le relazioni fra gli uomini. Lo scrittore è pargonato ad una divinità perchè può decidere il destino dei suoi personaggi.
L’ultimo suo romanzo “Ultime notizie dal Sud”, edito da Guanda, è la storia della Patagonia e della sua trasformazione nel corso degli ultimoi trent’anni. Il suo romanzo a cui l’autore risulta più legato è “L’ombra del torero“, è definito quasi un romanzo autobiografico, infatti l’autore dichiara di identificarsi nel personaggio principale. Infine l’autore parla dell’amicizia come quell’elemento che caratterizza il genere umano. Amicizia significa rispetto dell’altro e “con l’amico si condividono le cose belle, la gioia, ma anche il silenzio ed il dolore”