
Autore: Schira Roberta
Casa Editrice: salani
Genere: Manuale
Prezzo: 14.50 €
Quanti di noi hanno consultato guide gastronomiche o siti di recensioni come Tripadvisor prima di scegliere la meta di un viaggio o per farsi consigliare nella scelta di un ristorante? E quante volte siamo rimasti delusi? Possibile che lo stesso chef riceva critiche entusiaste da parte di alcuni e incredibili stroncature da parte di altri? Esiste un’obiettività dei giudizi?
A questa domanda prova a rispondere Roberta Schira con il suo ultimo libro “Mangiato bene? Le 7 regole per riconoscere la buona cucina”, edito da Salani. Si tratta di un vero e proprio manuale scritto con la sensibilità letteraria e la verve dell’autrice che si concede qualche affondo nei confronti della critica selvaggia dettata solo dall’istinto e dal gusto personale dall’alto della sua esperienza nel mondo del giornalismo, della ristorazione e della critica gastronomica. La ricerca del Buono e il saperlo riconoscere, ecco il cardine attorno a cui si articolano le sette regole per riconoscere la buona cucina che si concretizzano negli elementi chiave universali e sempre validi per riconoscere e valutare un’esperienza gastronomica, che sia un ristorante stellato, una trattoria di cucina casalinga o anche un semplice panino realizzato alla perfezione.
Ingredienti, Tecnica, Genio, Equilibrio/Armonia, Atmosfera, Progetto, Valore: ecco le regole che sono riportate in una scheda allegata al volume e da usare in ogni occasione, che vanno compilate in ordine di importanza, dalla prima alla settima. Per ciascuna la Schira indica con estrema precisione e massimo divertimento i concetti attorno ai quali i critici gastronomici assegnano un voto per ciascuna delle categorie, accompagnando la spiegazione con esempi e racconti della sua vita professionale.
Si tratta di un libro che si schiera dalla parte dei clienti, volto a responsabilizzarli e a fare in modo che il loro giudizio sia il più possibile oggettivo, degli chef che possono così valutare non solo la propria cucina ma l’intero livello dell’esperienza gastronomica che propongono e dei critici gastronomici che vedono così rinnovarsi la dignità della loro professione.
In calce al libro l’autrice apre un dibattito, una vera e quanto mai opportuna tavola rotonda, ponendo ad altre “figure di riferimento del mondo del cibo” come lei stessa le definisce alcune domande sull’oggettività del gusto. Si tratta della parte che meno amo del libro, perché si ha come la sensazione che gli interpellati rispondano esattamente come ci si aspetterebbe dalla loro formazione e storia professionale, in modo forse un po’ troppo scontato, ma ha sicuramente il merito di intavolare una discussione a cui possono partecipare davvero tutti coloro che hanno a che fare con il cibo.
Perché leggere questo libro: perché siamo un popolo di santi, navigatori ed eroi, commissari tecnici e critici gastronomici e grazie a questo libro potremo finalmente esserlo con cognizione di causa!
Nota sull’autore: Roberta Schira è scrittrice, pubblicista e gourmet. Da tempi non sospetti scrive intorno al cibo usando occhi sempre diversi: costumo, psicologia, narrativa e condizione femminile. Ha pubblicato una dozzina di libri, dai trattati di antropologia alimentare al romanzo, dalla Cucinoterapia e Le voci di Petronilla sino al Bon ton a tavola. Per la sua formazione è considerata “psicologa del gusto”; scrive di cultura e critica gastronomica per il Corriere della Sera e altre testate nazionali. È tra le poche firme italiane del sito di cultura del cibo www.finedininglovers.com , promotore dell’evento The Fifty Best Restaurants in The World. Ha fatto suo il motto di Eleanor Roosvelt: <<Nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo permesso>>.