Rezia – Sacha Rosel

Titolo: Rezia
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 165
Prezzo: € 17,00

Lucrezia Leuco è una donna quarantenne che vive con la madre malata. La sua vicenda esistenziale è problematica, appassionata di pittura scopre di avere un’ossessione per il colore bianco.

È lei la protagonista di Rezia, il romanzo di Sacha Rosel.

Nel libro assistiamo in prima persona al racconto di Lucrezia che con una potenza monologante intensa e ipnotica si mette a nudo, mostrando i brandelli della sua coscienza.

Rosel con una scrittura ibrida tra poesia e narrativa conduce il lettore negli abissi di Lucrezia, che in maniera febbrile racconta la sua ossessione per il bianco.

La situazione di complica quando la protagonista con un TSO viene rinchiusa in una clinica psichiatrica.

Abitata dalla pittura, dentro e fuori un cerchio magico, Lucrezia prende dimora del quadro, rendendo il suo sguardo vessillo di una realtà ulteriore, modulata sul bianco.

«Il bianco è il principio: la tela che resta immobile e muta allo sguardo; la terra di mezzo: l’olio di lino modificato che è pasta bianca e densa ma priva di pigmento; e la conclusione: il titanio corposo che sa trasformarsi in margine trasparente e abbagliante, e attraversare lo sguardo separandolo per sempre dalla terra, oltre il colore».

Nella clinica Lucrezia trova la sua forma di sopravvivenza, il suo monologo è coinvolgente, abbiamo davanti un racconto fitto e ricco di particolari che nasce da una follia che diventa presa di coscienza.

Tra ombre e specchi che affollano la sua mente nella clinica incontra Gisèle e con lei il colore viola, subito nasce una nuova ossessione.

Così insieme alla nuova amica cerca il colore viola dentro il silenzio, nella memoria degli occhi comincia a dipingere nel sonno.

Sacha Rosel conduce il lettore negli abissi di Lucrezia. Con una convincente scrittura poetica, in ogni pagina la poesia incontra la filosofia. L’intreccio narrativo assume la forma di un monologo che è il racconto di una coscienza dilaniata, un flusso di impressioni che la protagonista incastra nei cardini del tempo interiore.

Fogli d’ipnos, tagli e suture, parole avvelenate che si abbandonano al nulla del sangue. Una lettura ammaliante e una scrittura tagliente, una discesa negli abissi di una mente attraverso la letteratura che diventa ossessione di un colore, anzi di due.

«Non più cieca, mi destavo tra le braccia dell’oscurità, vigile, perché sapevo che solo conoscendo la notte avrei potuto indovinare l’aurora, sommersa tra i passi dell’alba».

Sacha Rosel scrive un romanzo – schianto che noi lettori percepiamo come vertigine.

Mentre leggiamo sarà difficile non sprofondare nel buio di Lucrezia.

Rezia è un libro in cui le parole sanguinano e Sacha Rosel con una vocazione poetica che si tramuta in prosa (come scrive Giuliana Misserville nella prefazione) entra nella notte dell’anima di Lucrezia, le dà la parola in un monologo di ossessioni.

Tutto sulla pagina deflagra, e noi lettori siamo rapiti e catturati dal racconto di Lucrezia, sprofondiamo nella sua follia e con lei partiamo dal bianco per arrivare al viola, ci consumiamo fino allo scacco definitivo in cui si fa spazio anche un’ipotesi di luce.

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