
Autore: Pagano Flavio
Casa Editrice: Giunti Editore
Genere: Romanzo
Pagine: 238
Prezzo: 12.00 €
Perdutamente racconta la potenza che l’amore sprigiona davanti alle violenze della vita. Un titolo/avverbio che racchiude un capovolgimento di significato, una riscoperta di qualcosa che soggiace sotto la superficie della quotidianità per fuoriuscire davanti alla necessità dell’affetto e della cura.
Perdersi contiene, allora, tutta la dolcezza di un’esperienza che non prevede l’individuazione di punti cardinali precisi. L’ironia, attraverso il ricordo, diventa la guida per l’individuazione di un qualcosa che gli occhi non riescono a catturare. Uno smarrimento che elide tutti quei segni di riconoscimento della propria tangibilità nel mondo.
Il libro spinge il lettore a perdersi in una storia che profuma di universalità, permettendogli una vicinanza ai personaggi che esula dall’esperienza diretta della malattia in questione: “L’Alzheimer è la malattia che più di ogni altra appartiene alla vita. Ne possiede tutta la follia, l’energia brutale e misteriosa, l’imprevedibilità. Rende concreta l’immaginazione, e dissolve la realtà. Rimescola il tempo”. L’afflizione della madre concede al protagonista (e quindi anche al lettore) l’opportunità di riflettere sui ruoli che la vita gli ha assegnato: figlio, fratello, marito e padre. Sposta l’attenzione sul sentiero che, fino a quel momento, egli ha percorso superando ostacoli e ignorando problemi. Poggia lo sguardo sui luoghi che l’hanno cresciuto e coltivato, mutando diversi punti d’osservazione d’esistenza: dalla profondità ristretta di un pozzo all’apertura immensa del mare.
Perdutamente è, in sostanza, un grande omaggio verso l’amore che la vita regala senza clamori e senza chiedere nulla in cambio: la protezione che ogni genitore sa elargire alle proprie creature; l’unione che ogni famiglia possiede pur non manifestandola nella normalità di ogni singolo giorno; la bellezza di una città natia, in questo caso Napoli, che culla e consola.
Flavio Pagano riesce a comunicare tutto ciò con uno stile semplice e ironico ma mai piatto e scontato. Gli aneddoti personali si alternano all’ineluttabilità scientifica rivestendo, con assoluta originalità, la discesa nell’oblio di una malattia che tutto trasforma. La finzione letteraria, servendosi dei suoi strumenti più creativi, mette in scena quelle verità che la realtà non sarebbe stata in grado di raccontare in maniera così delicata.