Autore: Francesco D'Adamo
Casa Editrice: Giunti Editore
Pagine: 170
Prezzo: 14.00€
Papà sta sulla Torre è il nuovissimo libro di Francesco D’Adamo, edito per Giunti e come sempre indirizzato a un target giovane, ma non per questo gli adulti devono sentirsi in dovere di snobbarlo. Come ogni lavoro di D’Adamo anche questo libro parte dalla volontà di raccontare qualcosa che ci colpisce da vicino, questa volta siamo nell’Italia della crisi, delle fabbriche che chiudono lasciando intere famiglie sul lastrico e di lavoratori forti e determinati che non ci stanno e decidono di protestare contro le ingiustizie. Il protagonista della storia è Nino, un ragazzino di 12 anni, figlio di Testadipietra Poletti grandissimo lavoratore e padre severo e giusto. Essere il figlio di Testadipietra è dura, per lui il lavoro è tutto, è un diritto, un dovere, senza un uomo non è praticamente niente, ed è per questi principi che alla chiusura della sua fabbrica sale sulla Torre più alta della conceria per protestare contro i licenziamenti. Nino si sente impotente di fronte alla scelta del padre, è spaventato, teme che nessuno lo ascolterà e sarà costretto a restare sulla Torre per sempre, per fortuna un giorno il suo vecchio amico Goffy ha un importante messaggio che cambierà per sempre la loro vita. Gli Alieni stanno arrivando sulla terra per portare pace, lavoro e libertà, una manna dal cielo per quella città colpita dallo spettro della crisi, gli Alieni però prima di mostrarsi ai cittadini vogliono incontrare i due amici al vecchio petrolchimico. La paura è tanta ma Nino è determinato a portare alto il nome di suo padre ed è pronto a tutto per tirarlo giù dalla Torre, i due, accompagnati dalla misteriosa Cassandra Vu, partono con una vecchia barca lungo il Fiume Nero per un viaggio pericoloso che li porterà a credere davvero.
«Quella mattina desiderai più di ogni altra cosa avere un padre come quello dei miei compagni di scuola. Un padre normale che mi lasciasse tranquillo perché uno a dodici anni certe cose è meglio se non le sa, non le deve sapere e deve pensare che tutto è bello e che tutto va bene. A dodici anni uno mica può stare a rompersi la testa.
L’avete pensato anche voi?
Allora non capite niente: auguro a tutti un padre come il mio.»
Francesco D’Adamo è uno scrittore per ragazzi che bisognerebbe clonare in molteplici copie perché si sente davvero il bisogno di personaggi come lui, da sempre la sua scrittura è rivolta al complicato target dei giovani, quegli adulti che hanno provvisoriamente 13\14 anni, come ama definirli lui. I suoi romanzi offrono una grande speranza ai ragazzi di tutto il mondo, parla sempre di libertà, di diritti, di uguaglianza, questioni importanti che riguardano sia il loro mondo che il mondo degli adulti, tra i suoi lavori più famosi ricordiamo Oh Freedom!, Storia di Iqbal, Dalla parte sbagliata, e la lista potrebbe continuare. Abbiamo avuto l’immenso piacere di incontrare Francesco a Tempo di Libri dove non ci ha parlato solo di questo nuovo libro, ma anche di tutta la fiducia che nutre per le giovani menti, in un’intervista a cuore aperto sull’importanza della lettura e della scrittura, uno scrittore che merita veramente di essere conosciuto da tutti i ragazzi (intervista).
Se avete già letto altri lavori di Francesco appena inizierete Papà sta sulla Torre capirete immediatamente che un lavoro così non può che arrivare dalla sua penna, qui la forte denuncia è alla disoccupazione ispirandosi agli scioperi che hanno caratterizzato la nostra penisola negli ultimi anni. Persone che senza troppi convenevoli si ritrovano senza un lavoro e senza un perché, un tema forte che i ragazzi devono conoscere e comprendere. Non pensiate però di essere davanti a un libro noioso e infinito sulle problematiche del lavoro in Italia perché è vero che tutto viene spiegato per filo e per segno nelle prime pagine, ma il protagonista è pur sempre un ragazzino di dodici anni, da cui non possiamo aspettarci nulla di razionale. Nino è un ragazzo come l’ipotetico giovane lettore che inizia a leggere questo libro, si trova davanti a questioni molto più grandi di lui e non sa come reagire, per questo l’unica soluzione plausibile è quella di imbarcarsi su una barca sgangherata su un fiume tumultuoso alla ricerca degli Alieni. Tutto logico insomma. Il viaggio lungo il Fiume Nero è il classico viaggio di formazione, non solo per cercare di risolvere il problema della disoccupazione ma anche per fare i conti con i propri fantasmi, partono tre giovani ragazzi speranzosi e ritornano non solo più consapevoli ma anche più maturi, inevitabile il paragone con Tom Sawyer e Huck Finn e il loro viaggio lungo il Missisippi. La caratterizzazione dei personaggi è il fiore all’occhiello di questa narrazione, curata fin nei minimi particolari, anche personaggi apparentemente marginali come la mamma di Nino o il vecchio Anselmo riescono a trasmettere tutta la sofferenza ma anche la forza che emerge da situazioni così disarmanti, semplicemente con un gesto o un sorriso amaro. Cassandra Vu è uno dei personaggi più enigmatici e belli mai descritti, chiusa a riccio dai suoi lunghi capelli pronti a proteggerla dal mondo, la ragazza si imbarca inspiegabilmente con i due alla ricerca degli Alieni, pur essendo evidentemente meno svegli e determinati di lei. Lasciatemelo dire, senza Cassandra i due non sarebbero arrivati interi al vecchio petrolchimico, dietro alla sua scura chioma nasconde anche lei delle ferite profonde con cui è difficile fare i conti. Poi c’è Goffy, lo scemo del villaggio potrebbe definirsi, grande e leale amico di Nino che se ne inventa sempre una per ingigantire sempre più i loro guai, è il tipico personaggio che appena arriva è capace già di farti ridere, una chiave comica che racchiude comunque un briciolo di amarezza.
Papà sta sulla Torre è un libro da regalare ai ragazzi che sanno porsi le giuste domande e che cercano le giuste risposte, quelli che vogliono capire il mondo degli adulti, ma anche quelli che senza paura vogliono buttarsi in un’avventura incredibile da cui sicuramente usciranno cambiati.
Francesco D’Adamo ancora una volta ha fatto centro con una narrazione semplice e pulita, matura e divertente, perfetta per i ragazzi che riescono ad identificarsi e per i genitori che molte volte non sanno trovare le parole giuste.
«Ci sono cose nella vita che presto o tardi bisogna avere il coraggio di andarsi a cercare. La aspettammo, io e Goffy.
E intanto la pioggia ci lavava come aveva lavato mio padre per ventotto interminabili giorni, lassù sulla Torre.»