Numero Zero – Umberto Eco

Titolo: Numero Zero
Autore: Eco Umberto
Casa Editrice: Bompiani editore
Genere: Romanzo
Pagine: 218
Prezzo: 17.00 €

Nella prima metà degli anni Novanta, con la terra che ancora trema per l’esplosione dello scandalo Tangentopoli, il commendator Vimercate è un editore pronto a lanciarsi in politica. Decide di creare un quotidiano ipotetico, destinato all’intimidazione di possibili nemici prima che alla pubblicazione vera e propria e commissiona l’impresa a una redazione di giornalisti naufragati ai margini della professione, guidati dal mellifluo Simei. Il direttore, a sua volta, si tutela nei confronti del proprio principale incaricando Colonna, la voce narrante della vicenda, di redigere la cronaca dell’impresa, opera da utilizzare eventualmente come strumento ricattatorio nei confronti del Commendatore. Il protagonista, giornalista fallito più per pigrizia che per incapacità, si ritroverà a osservare da vicino la poco competitiva squadra di scribacchini, dispensando vere e proprie lezioni su come conformarsi al peggiore giornalismo contemporaneo.

Allora inseriscono nell’articolo, tra virgolette, le dichiarazioni di un testimone, un uomo della strada, un rappresentante dell’opinione pubblica. Messe le virgolette, quelle affermazioni diventano fatti, cioè è un fatto che quel tale abbia espresso la tale opinione. Però si potrebbe supporre che il giornalista abbia dato voce solo a chi la pensa come lui. (…) L’astuzia sta nel virgolettare prima un’opinione banale, poi un’altra opinione , più ragionata, che assomiglia molto all’opinione del giornalista. Così il lettore ha l’impressione di essere informato circa due fatti, ma è indotto ad accettare una sola opinione come la più convincente.” Pag. 56

La parte in cui Simei e Colonna smontano, a beneficio dei colleghi, gli ingranaggi più riposti degli articoli giornalistici è la più divertente del libro: Umberto Eco ci comunica la propria disincantata opinione sul mondo dell’informazione e svela alcune strutture che si celano dietro la costruzione delle notizie.

Alla scassata redazione prende parte anche Maia Fresia, transfuga dalle riviste di gossip, che con la propria originale visione del mondo affascinerà il protagonista, e Romano Broggadocio, ossessionato dai complotti, che confida a Colonna le proprie ipotesi, a tratti assurde e a tratti stupefacenti, durante una serie di passeggiate attraverso gli angoli più lugubri e suggestivi di Milano.

Non mi fido più di niente. Sono andati davvero sulla Luna gli americani? Non è possibile che abbiano costruito tutto in studio, se osservi le ombre degli astronauti dopo l’allunaggio non sono credibili. E la guerra del Golfo è avvenuta davvero o ci hanno fato vedere solo pezzi di vecchi repertori? Viviamo nella menzogna e, se sai che ti mentono, devi vivere nel sospetto. Io sospetto, sospetto sempre.” Pag 42

Un’intuizione storica di Broggadocio a proposito della morte di Mussolini potrebbe essere l’ennesima fantasia di un giornalista paranoico o la spiegazione di una serie di eventi sospetti che l’autore concatena con abilità, creando una tensione crescente, mentre un’ombra minacciosa cala sulla redazione del giornale.

Chi ha amato i grandi romanzi di Eco troverà in “Numero Zero” una lettura diversa, certo più agile e leggera, forse priva delle stratificazioni di significato a cui ha abituato l’autore. Da questo piccolo noir ironico emerge, oltre al gusto per i complotti già noto dai tempi de “Il Pendolo di Focault”, un arguto sbeffeggio del mondo dell’informazione. Fra le pagine si può inoltre trovare un’interessante guida a una Milano oscura e poco nota, suggestiva e con i segni della Storia ancora evidenti sul volto.

 

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