Autore: Vittorio Schiraldi
Data di pubbl.: 2015
Casa Editrice: Bookme
Genere: Romanzo
Pagine: 221
Prezzo: 14,90
“Il sole sbucava dal mare con una luce rosata che attraversava la vetrata. Il portiere era di nuovo scomparso, intorno non si udivano rumori. Lui si era affacciato sulla terrazza dove qualcosa si era interrotto la sera prima. A un tavolino apparecchiato c’erano fette di pane imburrate e lei che gli stava mettendo nel piatto una pera appena sbucciata.” (p. 21)
Il ritorno di Vittorio Schiraldi con Ospite Indesiderato si può definire con una sola parola “attuale“; rispetto al precedente romanzo “Per soldi o per Amore”, questo libro racconta di due storie ambientate ai giorni nostri a Roma: da una parte c’è l’architetto Luca, sposato e con un figlio di pochi mesi, che sta affrontando la tipica crisi dei giovani papà, che si sentono messi da parte dalla moglie e da tutta la famiglia con un senso cronico di frustrazione e di inutilità; dall’altra c’è il giovane senegalese Mamadou, arrivato come clandestino su un barcone in Italia, evaso da Rebibbia insieme ad altri due carcerati ed in cerca di riscatto per sé e per la sua famiglia. Due storie completamente diverse, eppure unite dal senso comune di sentirsi entrambi “Ospiti indesiderati”, perché entrambi progettano la loro fuga da un presente che è completamente diverso da quello che avevano desiderato.
Schiraldi in 221 pagine riesce a dipingere una Roma di fantasia molto simile alla realtà quotidiana che stiamo vivendo. La storia dei personaggi è toccante e raggiunge il lettore lasciando un senso di profonda incapacità di reazione davanti alle loro vicissitudini, il classico “amaro in bocca”: da una parte avere tutto e volerlo perdere per ritrovare sé stessi, mostrando il proprio lato umano e dunque anche egoista; dall’altra non avere nulla e lottare per avere il minimo indispensabile per vivere una vita quantomeno dignitosa.
“Allora tornò a stringerlo al petto, ormai con la certezza di un distacco impossibile. Un padre non deve mai scomparire alla vista di suo figlio. Un padre non può permettere che un figlio diventi un ostaggio. Le parole di Giancarlo continuavano in modo ossessivo a martellargli la mente, mentre lo sguardo inseguiva fantasmi lontani, nell’inconsapevolezza di quelli che sarebbero stati i suoi gesti successivi.” (p. 221)