ROMANZI
Nata e cresciuta in un piccolo villaggio della Guinea, Aminata Fofana ha riversato in questo romanzo i ricordi della sua infanzia, profondamente influenzata dalla maestosa presenza della natura e dalla figura del nonno moriké, sciamano di magia bianca della tribù. Accompagnati dalla protagonista, la giovane Saduwa, possiamo così entrare in un mondo di straordinaria suggestione, pieno di incanti e di terrori e in cui la forza reale della magia si unisce a un immenso rispetto per la sacralità di ogni aspetto della vita. Saduwa è uno piccolo grande spirito libero che, aiutata dal nonno sciamano molto amato, finisce suo malgrado per andare contro ogni tradizione, per ritrovarsi tra le mani, lei, femmina in una realtà di privilegi maschili, il destino della sua intera tribù.
“La luna che mi inseguiva” di Aminata Fofana. TEA editori.
Nella Francia occupata dai nazisti, Léa Lévy, di cinque anni, viene separata dai genitori, ebrei russi, nella speranza che così le sia più facile sfuggire alla deportazione. Accolta in un collegio religioso della regione di Bordeaux, la bambina si rivela testarda e ribelle, dando fi lo da torcere alle suore che la nascondono e proteggono. Sarà la grande amicizia che la lega a Bénédicte, di due anni più grande, ad aiutarla a evadere in un mondo infantile, lontano dalla violenza degli adulti. Ad accomunare le due bambine, il pesante tormento di non sapere più nulla dei genitori scomparsi. Ma se alla Liberazione per l’una ogni cosa si chiarisce, tutto rimane immerso nella tenebra più fitta per l’altra, che niente e nessuno riuscirà a distogliere dalla sua ostinata ricerca della verità. Bénédicte si batterà per restituire un futuro a Léa. Ma quando l’identità di una ragazzina è stata distrutta, la sua coscienza saccheggiata e devastato il suo immaginario, è ancora possibile rinascere dalle proprie ceneri? Salutato all’uscita in Francia come un avvenimento letterario, Un paesaggio di ceneri costituisce sotto molti aspetti il seguito ideale di Suite francese, il romanzo capolavoro di Irène Némirovsky, madre dell’autrice. Nella drammatica e struggente storia della piccola Léa si rispecchiano, trasfigurate in grande letteratura, le vicissitudini personali e famigliari della Gille.
“Un paesaggio di ceneri” di Elizabeth Gille. Marsilio editore.

“Domani non sarò qui” di Giulio Messina. Marsilio editore.

“La sinfonia del tempo breve” di Mattia Signorini. Marsilio editore.
Vi presentiamo i Colla: l’incarnazione di un ideale. Padre di successo, madre affettuosa, figlio maggiore bello e capace, figlia minore intelligente e sensibile. Cosa fanno di mestiere? Sono mercanti di felicità. Mostrano al mondo che diventare come loro si può, basta acquistare il bestseller di Fabio Colla La famiglia felice al tempo della Crisi. Milioni di lettori lo hanno già fatto e oggi i quattro sono invitati a parlare della loro ricetta infallibile in una sperduta radio di provincia. Ma una volta entrati in studio, senza cellulari per non disturbare la trasmissione, l’intervista prende una piega spiacevole. Le domande si fanno incalzanti. Poi le porte si chiudono. Infine Kristel, la giovane dj, comunica soavemente che uno dei quattro non uscirà vivo di lì. Chi? Lo decideranno loro. Non esiste un modo per salvarsi. Ma è possibile ritardare il gran finale comprando tempo in cambio di parole: raccontando i più terribili segreti. E dal passato dei Colla riemergono gli incubi rimossi della «famiglia perfetta ». Sospinti dalla paura, i Colla mostrano il loro vero volto. E il mito dell’armonia familiare si dissolve in una trama sempre più nera… In questo romanzo dal ritmo serrato Gianluca Morozzi ritrova le atmosfere e la suspense di Blackout, chiudendo tra le quattro mura di uno studio radiofonico un gioco di specchi, di verità, di orrori sepolti nell’idillio dell’Appennino bolognese
“Radiomorte” di Gianluca Morozzi. Guanda editore.
Duro, incalzante, corrosivo: Il sale rosa dell’Himalaya racconta la disavventura di Giada Carrara, una trentenne milanese. Tutto ha inizio il 13 febbraio, in una sera di pioggia, mentre la ragazza aspetta un ospite molto importante, anzi, decisivo. La cena è pronta, ma, poco prima che l’uomo arrivi, mossa dall’assurda necessità di aggiungere una nota esotica ai sapori della serata, Giada esce di casa per comprare del sale rosa dell’Himalaya.I tacchi, il telefono, i capelli lisci, la fretta, l’attesa di un uomo che potrebbe cambiare il corso delle cose… All’improvviso entrano in scenadue sconosciuti che stravolgeranno i suoi programmi, cambiandole la vita in modo ben diverso dalle aspettative. Giada vuole farsi strada. È furba, ma purtroppo scopre di esserlo molto meno della somma delle furbizie altrui. La sua lotta per affermarsi nel lavoro diventa, dopo quella sera di pioggia, la lotta della “biondina di via Massena” contro il mondo. Un conflitto non solo contro i cattivi conclamati, i mostri espliciti: anche contro i nemici sottotraccia che sono ovunque, dove meno te li aspetti, impliciti. Il sale rosa dell’Himalaya racconta l’avventura di Giada a partire dal momento in cui nulla potrà più essere come prima.
Bianco. Un bianco accecante, freddo, tagliente fende le guance e ferisce gli occhi di Grace. Il silenzio abbraccia i suoi sci che solcano lievemente la neve, mentre i tetti di Montréal sbiadiscono in lontananza. Improvvisamente, nero. Un ostacolo scuro le è comparso davanti e Grace non riesce a evitarlo. Cade, e solo quando riesce a rialzarsi vede che si tratta di un uomo, a faccia in giù nella neve. È incosciente, ma respira ancora. Grace non crede ai suoi occhi quando si rende conto che ha cercato di uccidersi. Grace è una psicologa e sa quello che deve fare. Lo accompagna in ospedale e poi rimane con lui. John Tugwell, questo è il suo nome. Un nome che Grace scopre dai suoi documenti, perché l’uomo non vuole parlare. Ma quando i suoi occhi verdi colmi di risoluto silenzio si aprono su di lei, Grace gli prende la mano. È una mano forte e insieme insicura, la mano di un uomo che è sopravvissuto all’abisso, ma che soffre ancora per le cicatrici che gli scavano il cuore. Per questo John vuole tenerla lontano, ma Grace sente che non può lasciare quelle dita. Solo lei può aiutarlo a trasformare il dolore in parole che possano guarirlo. Perché a volte sotto un cumulo di cenere cova ancora un’ultima fiammella di speranza…
“Prima della neve” di Alix Ohlin. Garzanti editore.
Ambientato tra Grado, Udine e Roma, il romanzo racconta in modo originale, con stile leggero e con continui flash- back la storia di due sorelle, diverse per carattere e scelte di vita, ma legate da una coincidenza che si svelerà soltanto nel finale. A fare da sfondo, sono gli anni della crisi economica italiana, ma anche quelli Sessanta e Settanta nell’opulento e borghese Nord Est. l’autrice non cade mai né nel sentimentalismo, né nel dramma, Per storia e in parte per stile, ci ricorda Elena Ferrante ne “L’amica geniale”.
“L’autunno dell’anno prima” di Alessandro Zenarola. Scrittura&Scritture editore.
Molly ha solo diciassette anni ma continua a finire nei guai. Adolescente ribelle di due genitori adottivi, è sotto sorveglianza dei servizi sociali e ogni pomeriggio deve andare dall’anziana signora Vivian per aiutarla a pulire la casa. L’incontro tra le due non è certo dei più promettenti: Molly ha sempre il broncio, parla a monosillabi, veste totalmente di nero e ha sfumature blu notte nei capelli. Ma Vivian è una donna speciale a cui la vita ha tolto e regalato tanto: non si fa certo intimidire dall’aspetto di Molly. E per di più, le due hanno qualcosa che le accomuna: anche Vivian infatti è un’orfana che molti anni prima è stata messa su un “treno degli orfani” per trovare famiglia. Il cambiamento le definisce entrambe come individui; sin da piccole, hanno dovuto imparare ad adattarsi, calarsi in nuove identità. Hanno passato quasi tutta la vita a tentare di ridurre il rischio, evitare implicazioni scomode, mantenere il silenzio sul proprio passato. Solo quando, incalzata dalle domande pungenti di Molly, Vivian inizia ad affrontare la realtà di quanto le è accaduto, le due trovano il coraggio di portare il cambiamento nelle proprie vite e la scintilla dell’amicizia più profonda e sincera libererà entrambe.
“Le cose che non so di te” di Christina Baker Kline. Giunti editore.
SAGGI
Da Dublino a New York e Londra, tanti sono i temi, gli sfondi, i personaggi che animano le vicende di questa raccolta di struggenti storie irlandesi, ma sono soprattutto i sentimenti e la difficoltà di viverli nella quotidianità i veri protagonisti. Fra commozione e umorismo nero, squarci di inaspettata poesia e crudo realismo, Joseph O’Connor ridisegna una geometria dell’animo: i sogni infranti della gioventù e il confronto tra generazioni in un’Irlanda travolta dalla crisi economica, l’irrimediabile impotenza di fronte alla vita che sfugge o che d’improvviso si svuota di senso, l’amore che imprevedibilmente si fa strada dove ormai c’erano solo freddezza e diffidenza, la solitudine sempre in agguato, ma anche l’ironia che alleggerisce le situazioni più disperate. La prosa asciutta dell’autore traccia otto affreschi vividi e disincantati, ferite aperte di un’umanità disorientata e confusa, ma più che mai autentica.
“Dove sei stato” di Joseph O’Connor. Guanda editore.
RAGAZZI
Quando la mamma racconta a Martina e a Leo del regno sommerso di Atlantide, Martina la bombarda subito di domande: è esistito veramente? Come mai è scomparso? Com’erano i suoi abitanti? Peccato che i libri della biblioteca non possano rispondere alla sua curiosità. Per fortuna, c’è sempre il libro magico: basta un incantesimo e Martina finisce dritta negli abissi, nell’iridescente regno di Atlantide. Qui però si imbatte subito in un gigantesco polpo famelico che minaccia le tartarughe e gli acquanauti: come possono procurarsi le provviste e l’ossigeno necessario per sopravvivere? Ancora una volta, alla soluzione dovrà pensarci Martina, alla quale non mancano certo il coraggio e l’astuzia!
“Maga Martina e il regno sommerso di Atlantide” di Knister. Edizioni Sonda.
VARI
L’autore, che dai tredici anni compie Viaggi Astrali, non ama definirsi un medium, né un occultista, quanto piuttosto un abbraccio o un sorriso confortante in grado di donare serenità e gioia. Grazie a queste sue “uscite”, Ensitiv ha visto accendersi numerose luci sul mondo spirituale e ciò che era oscuro e incomprensibile gli è divenuto chiaro e intelligibile, affinando sempre più la sua sensibilità e la sua comprensione di questo universo. Ora, a quasi trent’anni di frequentazione del mondo astrale, decide di affidare alla penna ciò che ha imparato, affinché possa servire a tutti coloro che si pongono domande sul che cosa succeda all’anima dopo la morte, sulla diversità del passaggio a seconda di come si giunge a questo ineluttabile momento e, ancora, sul chi accolga l’anima dei bambini, sullo spaesamento provato da chi muore inseguito a un’overdose o chi si trova coinvolto in una strage, sul destino delle anime dei suicidi, sulla cosiddetta morte improvvisa…Attraverso un’attenta e sensibile analisi di che cosa comportino i diversi tipi di morte, Ensitiv conduce il lettore ad affrontare il tema della vita oltre la vita, perché come scrive nel suo saggio: «Ho iniziato tutto dalla fine e finirò con un nuovo inizio».
“Manuale per sopravvivere dopo la morte” di Ensitiv. Uno Editori.