Novità in uscita dal 13 al 19 Aprile

ROMANZI

Affacciato dal suo balconcino sul golfo di Napoli, Antonio guarda il mare pieno di luce e  ascolta alla radio le canzoni di Sanremo. Nel quartiere lo prendono per matto, ma a lui non importa. Perché, se Antonio è pazzo, lo è d’amore per la sua Lucia, una lunga treccia nera e occhi screziati d’oro, che ha conosciuto un giorno lontano del 1943. Anche se tutti gli dicono che il suo è un sogno impossibile, è con lei che Antonio spera di vivere giorni interminabili di purissimo amore, fatti di piccole, grandi cose: la spesa, la cucina, le serate sul balcone, la passione. In un intenso romanzo che ha i colori del mare e del sole di una città magica, lo struggente racconto di una dolce e caparbia ossessione amorosa.

“Giorni di spasimato amore” di Romana Petri. Longanesi edizioni.

Manca poco all’alba del 28 aprile 1945. Due giovani donne, Gianna e Clara, sotto la pioggia battente viaggiano nei dintorni del lago di
Como in una 1100 nera con il serbatoio quasi a secco. Un destino comune unisce la bella ventiduenne che ha ancora sul corpo i segni delle torture dei nazifascisti e la bruna amante di Mussolini. Per entrambe è stata pronunciata una sentenza di morte. Pieno di misteri, di segreti e di colpi di scena, il nuovo libro di Mirella Serri ripercorre le ultime ore di vita di Claretta e le traversie di due partigiani, Gianna e Neri che, dopo aver dato un fondamentale contributo alla cattura della Petacci e del capo del fascismo, finirono giustiziati dai loro stessi compagni di lotta. L’autrice ha messo insieme i tasselli di un maledetto imbroglio, fatto di passioni e di ingiustizia. Un imbroglio che ha permesso agli autori del duplice omicidio di rimanere impuniti e che nel dopoguerra è riuscito persino a cancellare la memoria delle due vittime, Gianna e Neri. Una ricostruzione che rivede radicalmente anche alcuni diffusi stereotipi sulla Petacci, rivelandone l’odio per gli ebrei, l’ambizione, la mancanza di scrupoli. Perché l’amore fino alla morte non fu quello passato alla storia di Clara per il Duce ma quello, nato all’ombra della Resistenza, della partigiana Gianna sulle tracce degli assassini del capitano Neri.

“Un amore partigiano” di Mirella Serri. Longanesi edizioni.

Susi ha 46 anni, è sposata e vive a Parigi ed è appena uscita con le ossa rotte da una storia travolgente. Per provare a distogliere lo sguardo dal passato e staccarsi un po’ da tutto torna in Italia. La accoglie una caldissima estate romana, che le fa incontrare Mario, un bassista leggermente rozzo ma anche sensuale e allegro, con tre figli e due ex mogli da mantenere, più una relazione in corso: ma non importa, perché da questo incontro fortuito tra Mario e Susi nasce unapassione improvvisa e totale… Nel nuovo romanzo di Rossana Campo il fallimento amoroso non pregiudica il desiderio, anzi, sembra quasi alimentarlo, in una rinnovata sfida alla vita. Romantica, volitiva, incerta, umanamente spaventata davanti all’irrompere della passione fisica ma capace ogni volta di abbandonarvisi, la protagonista che agisce e subisce in queste pagine sembra volerci dire che abbandono e coraggio possono essere sinonimi, e che ciò che conta alla fine è la bellezza.

“Fare l’amore” di Rossana Campo. Ponte delle Grazie edizioni.

Una storia di terra, ingiustizia e miserie, specchio amaro del presente. Ma anche un inno alla tenacia e alla non rassegnazione.
Tra le murge pugliesi bruciate dal sole e battute dal vento, due fratelli diventano protagonisti di un incubo. A Vincenzo espropriano parte della terra per farci passare la ferrovia  e Sabino, il fratello, lo rovina finanziariamente. Da questi fatti si innesca una serie di conseguenze tragicomiche, nelle quali la forza primitiva del legame familiare li porta a lottare insieme per la sopravvivenza. Un viaggio vorticoso fra baristi cravattari, avvocati falchi, burocrati  ladri e ottusi, specchio impietoso della realtà italiana contemporanea. Ma i due fratelli non si rassegnano a questa discesa all’inferno e rispondono a ogni colpo della vita con coraggio, riuscendo  a trovare la propria rivincita contro  la «porca miseria».

“La rivincita” di Michele Santeramo. Baldini&Castoldi edizione.

Ivan è un giovane operaio che lavora in un’azienda metalmeccanica torinese. Tutto cambia nel momento in cui conosce Valentina, la splendida ma viziata figlia del suo capo. Ivan, che nella vita si è sempre accontentato, decide di darsi da fare per conquistarla, e trova un’idea commerciale che presto si rivelerà vincente. Ma Valentina è impegnata, lontana e soprattutto hamolti blocchi emotivi. Dopo un lungo tira e molla i due iniziano una relazione, eIvan viene ribattezzato “Ivano”, un nome che per Valentina significa possesso e appartenenza al suo gruppo. Per Ivan “Ivano” comincia un’altra fase della sua vita, in cui l’entusiasmo della futura moglie lo trascina in un’esistenza fatta di eccessi. Mentre tutti si sacrificano per far fronte alla crisi mondiale, loro continuano a vivere in una festa che sembra senza fine. Ma sono trascorsi quasi dieci anni, e Ivano sta per essere scacciato dal paradiso che si era illuso di conquistare…

“La parte sbagliata de paradiso” di Andrea Malabaila.  Fernandel edizione

Un ex-ragazzo di oggi, figlio di un padre strappato alla vita, racconta quel padre, Aldo, partigiano con i suoi sei fratelli nella banda Cervi, per rivendicare la sua storia e, al tempo stesso, per rivendicare di essere figlio di un uomo, non di un mito pietrificato dal tempo e dalle ideologie. Una vicenda straordinaria racchiusa tra due fotografi e. La prima, degli anni Trenta: una grande famiglia riunita, contadini della pianura, sette fratelli, tutti con il vestito buono, insieme alle sorelle e ai genitori. La seconda, due anni dopo la fucilazione dei sette fratelli: solo vedove e bambini, indifesi di fronte alle durezze del periodo, alla miseria, ai debiti, anche alle maldicenze. Adelmo è seduto sulle ginocchia del nonno, in faccia l’espressione di chi è sopravvissuto a una tempesta. O a un naufragio. C’è tutto un mondo da raccontare in mezzo a quelle due foto, con la voce di un bambino che ha imparato a cullarsi da solo, perché suo padre è morto troppo presto e sua madre ora è china sui campi. Questa è una storia vera, talmente vera che sembra un romanzo. Il romanzo d’amore di chi sa bene che l’amore si nutre di libertà.

“Io che conosco il tuo cuore, Storia di un padre partigiano raccontata da un figlio” di Adelmo Cervi con Giovanni Zucca. Piemme edizioni.

Maxon ha sette anni, quattro mesi e diciotto giorni quando incontra per la prima volta Sunny. E sono tanto perfetti l’uno per l’altra, quanto entrambi imperfetti per il mondo là fuori. Vent’anni dopo sono sposati, Maxon è un ingegnere della NASA con i piedi molto poco per terra, e Sunny si occupa del fi glio – un bambino che l’autismo ha rinchiuso in un mondo solo suo, dalle pareti lisce e inespugnabili. Eppure, Sunny e Maxon tutto sommato possono chiamare normale la loro vita: una bella casa, rapporti di buon vicinato, l’ordinarietà della routine quotidiana. Fino al giorno in cui Maxon parte per una missione nel posto più lontano che c’è: la luna. E il mondo di Sunny, rimasta sola con i pezzi sparsi della propria vita, comincia a sembrare meno luminoso. Ma è proprio quando le cose precipitano che si può imparare qualcosa di nuovo. Ad esempio, che la somma di tanti giorni imperfetti non è uguale a una vita imperfetta. L’esordio di Lydia Netzer è un libro speciale come i suoi indimenticabili protagonisti: persone come tutti noi, immersi nel mare della vita e in cerca del modo migliore per attraversarlo.

“La magia di un giorno imperfetto” di Lydia Netzer. Piemme edizioni.

Un uomo e una bambina fuggono nei boschi; alle loro spalle, una casa in fiamme, distrutta dai soldati russi che hanno arrestato il padre della bambina e che ora stanno cercando anche lei. L’uomo si chiama Achmed: medico (incompetente) di professione, artista (mancato) per vocazione, nella vita ha sbagliato tutto, ma ora non può fallire, deve salvare la piccola Havaa, fi glia di colui che un tempo era il suo migliore amico. È pronto a rischiare la vita pur di portarla in città, è disposto a tutto pur di chiedere aiuto a una donna di cui conosce soltanto il nome: Sonja. Lei fa il chirurgo, e ha abbandonato una brillante carriera a Londra per tornare in Cecenia a cercare la sorella scomparsa. Insieme a un’unica infermiera, gestisce ciò che resta dell’ospedale della città, dove è più facile procurarsi munizioni che garze, le suture si fanno con il fi lo interdentale, e due soli reparti sono ancora in funzione: maternità e traumatologia. Perché la vita, dopoanni di guerra, ormai è semplice, essenziale: si nasce, si muore. Grazie ad Havaa, nel corso di cinque giorni cruciali, Achmed e Sonja scopriranno gli intrecci invisibili che legano da sempre le loro strade. Perché Havaa è la forza che attrae i destini in un’unica orbita. È un vento che riporta il desiderio di speranze e passioni dimenticate. È l’anello che chiude il cerchio e fa sì che tutto possa continuare. Si nasce, si muore; la vita rinasce.
“La fragile costellazione della vita” di Anthony Marra. Piemme edizioni.

I ricchi e nobili proprietari di un’antica villa, affidano l’immenso parco che la circonda alle cure di un affascinante quanto scontroso e misterioso giardiniere, che trascorre il tempo libero leggendo e ascoltando Bach. Il parco nasconde molti segreti: un albero monumentale, sculture che raffigurano scene di rapimenti, un giardino nascosto, sentieri in pietra che disegnano nodi celtici, un sepolcro. Mentre il giardiniere e l’anziana proprietaria, una donna colta e spiritosa, tentano di decifrare il significato di quelle strane presenze, la figlia di quest’ultima, Adelaide, direttrice di un giornale economico – e tornata a casa dei suoi per una vacanza insieme a suo figlio, il piccolo Roberto – va alla ricerca del diario segreto di un’antenata, una prozia, in cui forse c’è la chiave per risolvere i misteri della villa. Robertino, col passare dei giorni, entra in confidenza con lo scostante giardiniere, riuscendo a scioglierne l’apparente durezza. Ma il piccolo cade improvvisamente in coma, per un male misterioso, evento che costringe l’uomo a rivelare la sua reale identità di medico, luminare nel campo delle malattie infantili e monasticamente dedito al suo lavoro. Nella clinica in cui il bambino viene seguito i miglioramenti sperati non sembrano manifestarsi, ma la soluzione dei misteri del giardino, che custodisce il segreto di un antico amore saffico tra l’antenata della famiglia e una ragazza della servitù consentirà anche di scoprire la causa del male che ha colpito Robertino.

 Il nodo di Tyrone” di Rocco Familiari. Marsilio edizioni.

In una nuova, impeccabile traduzione italiana ritorna finalmente in libreria, dopo più di settant’anni, un grande romanzo: Il sale della terra (1935) di Józef Wittlin, cui valse la candidatura al Nobel e un immediato riconoscimento internazionale. La notizia dello scoppio della Prima guerra mondiale giunge a una piccola stazione della Galizia orientale, dove Piotr Niewiadomski, analfabeta quarantenne di etnia hutzul, lavora come uomo di fatica. Richiamato alle armi, lo spaesato campagnolo si trova ad affrontare un percorso dal carattere iniziatico che lo conduce alla sua guarnigione in Ungheria e che si conclude con l’addestramento militare, durante il quale Niewiadomski scopre l’unica legge che regola la vita delle reclute al campo, ovvero la paura e di conseguenza la sottomissione alla subordinazione che trasforma gli uomini in automi. Il sale della terra racconta una Prima guerra mondiale la cui atrocità non consiste nelle scene di battaglia, nello spargimento di sangue e nella massa di cadaveri straziati, bensì nel lento e pianificato omicidio perpetrato sulle anime di migliaia di ignoti soldati. Tramite l’ironica sacralizzazione e la smitizzazione della guerra e dell’esercito austro-ungarico, il romanzo – unica opera letteraria in prosa di Józef Wittlin – offre uno spaccato stilisticamente raffinato e amaramente satirico della crisi della cultura europea nei primi decenni del Novecento.

“Il sale della terra” di Józef Wittlin. Marsilio editori.

Un giallo tutto italiano per Lolita Lobosco, la donna commissario barese che indaga con sensualità e ironia su fatti di stringente attualità. Durante la partita decisiva per la qualificazione in serie A del Bari, al San Nicola muore un giocatore. Una morte naturale, si direbbe, però con qualche mistero di troppo. Pochi mesi dopo, infatti, il commissario Lolita, indagando su quello che a tutti è sembrato un incidente, si imbatte in un intrigo internazionale destinato a colpire le fondamenta del calcio italiano. Un losco mix di sport e malavita che rischia di sconvolgere anche la vita di Lolì.

“Gioco pericoloso” di Gabriella Genisi. Marsilio edizioni.

Un padre scrittore. Un padre solo, vedovo, anziano.Una figlia che a trent’anni decide di uscire dal mondo, ritirarsi in un luogo remoto per darsi a una vita religiosa fatta di preghiera e di meditazione.Per la figlia quella ricerca di Dio è la conquista della libertà, della felicità, dell’amore autentico. Per il padre è un ennesimo abbandono, e soprattutto il rimpianto di non avere più con sé, e per sé, quella figlia che prima di darsi alla religione era spigliata, creativa, spiritosa, dotata di un humour nero che lo faceva ridere. Scherzavano insieme, ridevano insieme, ma da dieci anni lei se n’è andata. È una storia vera. Fournier racconta al lettore della figlia e si rivolge alla figlia, racconta com’era e come non è più, e chiede alla figlia il perché del suo radicale mutamento, la invita a tornare. O meglio, a tornare a essere una persona “normale”. Il testo è commovente e spiritoso, con una vena di filosofico cinismo che stempera l’amarezza di fondo dell’uomo sì di successo, ma vecchio e solo. È un viaggio nelle più intime angosce personali che l’autore ha voluto rendere pubbliche. Ma le ultime tre pagine sono la risposta della figlia…

“La serva del Signore” diJean-Louis Fournier. Edizioni e\o.

Eravamo sicuri di vincere, e invece abbiamo rischiato di perdere tutto. Perché non eravamo pronti. Dal giorno del nostro arrivo sulla Terra, siamo rimasti nascosti, lontani gli uni dagli altri, in attesa di sviluppare i nostri poteri. Adesso ci siamo riuniti, ma uno di noi manca ancora all’appello: il Numero Cinque. Non sappiamo chi sia né dove si trovi, tuttavia una cosa è certa: ha bisogno di noi. Perché loro hanno preso il Numero Uno in Malesia. Il Numero Due in Inghilterra. Il Numero Tre in Kenya. E li hanno uccisi.
Io sono il Numero Quattro. Sono il prossimo della lista, ma i nostri nemici non oseranno darmi la caccia ora che non sono più solo. Perciò dobbiamo trovare il Numero Cinque. Prima che lo facciano loro.  Senza di lui, non abbiamo nessuna speranza. Con lui, saremo imbattibili. Abbiamo perso una battaglia. Ma vinceremo la guerra…

“La sfida del numero cinque” di PIttacus Lore.  Editrice Nord.

 

SAGGI

Una nuova puntata di Chiarelettere su potere e terrorismo. Una storia mai del tutto chiarita i cui protagonisti sono in parte ancora presenti sul palcoscenico della politica e della società. Migliaia di persone (non meno di 10.000 i fiancheggiatori delle Br secondo un rapporto del Pci),tra simpatie, silenzi, complicità indirette o scoperte, hanno reso possibile una guerra che ha lasciato troppi morti e feriti e che ha infangato il sogno di giustizia di tanti giovani impegnati allora a difendere la democrazia dall’eversione fascista. Da sole le Br non ce l’avrebbero fatta a mettere in ginocchio un paese intero. In questo libro si vuole ricostruire il percorso di chi, tra le fila della borghesia e anche della classe operaia, ha aderito, simpatizzato o accettato, talvolta a rischio della vita, di coprire e giustificare il fenomeno terroristico. Negli uffici, in fabbrica, nelle aule universitarie, nei giornali molti simpatizzavano con chi aveva scelto la linea di opposizione violenta allo Stato. Documenti, dichiarazioni, articoli, fatti parlano chiaro e non possono essere smentiti. Non vale ora riscrivere la propria biografia, soprattutto per rispetto nei confronti di coloro che hanno pagato duramente le loro scelte. Per rispetto nei confronti delle vittime. Talvolta è mancata una franca assunzione di responsabilità ed è prevalsa la voglia di chiudere con il passato,cancellandolo. Per paura, per vergogna, per calcolo di potere.

“LA ZONA GRIGIA” di Massimiliano Griner. Chiarelettere edizioni.

 «Santo subito!». Così acclamava la folla, davanti alla basilica di san Pietro,poche ore dopo la morte di Karol Wojtyla.Il processo di canonizzazione ora è compiuto e il vaticanista Andrea Tornielli svela tutti i passaggi top secret che hanno condotto la consulta medica della Congregazione delle cause dei santi a riconoscere come inspiegabile la guarigione di una donna attribuita al beato Giovanni Paolo II.Tutto è avvenuto in gran segreto. Il postulatore della causa, monsignor Slawomir Oder, ha presentato per un parere preliminare un presunto risanamento miracoloso alla Congregazione vaticana per i santi. Com’è noto, dopo l’approvazione del primo miracolo per la proclamazione a beato, le procedure canoniche prevedono il riconoscimento di un secondo miracolo, che deve però avvenire solo dopo la cerimonia di beatificazione.Due medici della consulta vaticana hanno esaminato il nuovo caso, dando entrambi parere favorevole. Il dossier con le cartelle cliniche e le testimonianze è stato quindi presentato ufficialmente al dicastero, che ha subito messo in agenda l’esame. Tutta la documentazione è stata discussa da una commissione di sette medici presieduta dal dottor Patrizio Polisca, cardiologo di Giovanni Paolo II, medico personale di Benedetto XVI e ora di papa Francesco. Anche la consulta medica ha dato parere favorevole e ha definito non spiegabile dal punto di vista scientifico la guarigione attribuita all’intercessione del beato Karol Wojtyla. Il miracolo porterà il pontefice polacco, scomparso nel 2005, a ottenere l’aureola in tempi record, ad appena otto anni dalla morte.

“L’ultimo miracolo, Perché giovanni paolo II è santo” di Andrea Tornielli. Piemme edizioni.

Edoardo Boncinelli e Giulio Giorello, un genetista e un filosofo della scienza, si sono convinti che oggi per scuotere e risvegliare le nostre coscienze “in crisi” la scienza non sia sufficiente, ma servano soprattutto l’arte e la letteratura con i loro grandi archetipi psicologici e culturali. Boncinelli e Giorello hanno così individuato nelle grandi figure di Amleto (fragile principe ribelle) e Cleopatra (regina accorta e sensuale), e nella loro contrapposizione, una lente che ci può aiutare da una parte a comprendere timori, speranze e passioni degli uomini e delle donne d’oggi, e dall’altra ad affrontare con maggiore consapevolezza i grandi dilemmi della religione, della politica e della scienza.

“Noi che abbiamo l’animo libero” di Edoardo Boncinelli e Giulio Giorello. Longanesi edizioni.

 

VARI

Tre campioni della nazionale italiana di rugby raccontano come questo sport li ha aiutati a diventare le persone che sono oggi. In campo e nella vita. Sembra che in campo se le diano di santa ragione, occhi pesti e nasi spaccati, ma concluso il match le squadre si rendono omaggio a vicenda, qualunque sia il vincitore, e trascorrono insieme i momenti conviviali del dopo partita. Il rugby è così, uno sport aggressivo e duro all’apparenza, ma corretto e leale nella sostanza. Le squadre si fronteggiano con vigore, ma le regole sono chiare, l’arbitro si rispetta, l’avversario pure. E il pubblico non può che comportarsi di conseguenza. Tre dei volti più noti della nazionale azzurra di rugby, Martín Castrogiovanni, Gonzalo Canale e Sergio Parisse, raccontano quali sono i valori di questo sport e come ciò che vale in campo si applichi ancor meglio alla vita. Attraverso le proprie storie personali e di gioco questi tre atleti-gentiluomini ci mostrano la faccia pulita di uno sport capace di accogliere sugli spalti intere famiglie e di emozionare grandi e piccoli in nome del rispetto reciproco e della civiltà.

“L’ovale rimbalza male, Dal rugby alla vita nelle storie di tre campioni! di Martín Castrogiovanni, Gonzalo Canale e Sergio Parisse con Nicola Mostardini. Giunti Editore.

 Un percorso graduale per cambiare stile alimentare, e passare a frutta, verdura e semi crudi. Ogni capitolo è un passo in avanti per restare in forma e in salute, alla luce degli studi più recenti e in ambito di alimentazione a base vegetale e raw food a livello internazionale. Una guida per essere informati su come funziona il nostro organismo e come rispettare i suoi complessi e delicati meccanismi; praticare le giuste associazioni alimentari ed evitare i cibi raffinati a favore di quelli «vivi». Con un’ampia proposta di pratiche (digiuno igienista, respirazione energetica, disintossicazione) ed esercizi di rilassamento e meditazione.

“Meglio crudo” di Rossana Gosamo. Sonda edizioni.

Nato e cresciuto in un remoto villaggio della Giamaica, Usain Bolt ha rivelato il suo talento sullascena dell’atletica nel 2004, quando ha conquistato il record mondiale juniores dei 200 metri,primo ragazzo a scendere sotto i 20″. Da allora la sua ascesa è stata inarrestabile. Ha vinto sei Ori olimpici, detiene il record mondiale dei 100, dei 200 e della staffetta 4×100. È l’atleta più veloce di tutti i tempi.In questo libro, la sua prima, vera autobiografia, Bolt si racconta senza reticenze e con la simpatia che tutto il mondo gli riconosce: gli inizi non proprio convinti (gli piaceva di più il cricket), la famiglia speciale in cui è cresciuto, gli allenatori e i compagni di squadra, la particolare atmosferagiamaicana e la fame di medaglie, i lunghi e dolorosi problemi alla schiena e il terribile incidente stradale del 2009, la popolarità e la responsabilità del successo, gli ammiratori e le ammiratrici, Kingston (e i suoi club) e Pechino e Londra…Come un fulmine trabocca dell’energia, della spavalderia e del carisma del suo autore, l’atleta più conosciuto e amato del nuovo millennio.

“Come un fulmine” di Usain Bolt. Tre60 edizioni.

 Il tema dell’immigrazione raccontato dall’interno da due operatori di un progetto di accoglienza. La comicità come inedita chiave di lettura del mondo dei migranti che sopravvivono alle stragi del Mediterraneo e che, invisibili, vivono nelle nostre città. Esilarante narrazione e, al tempo stesso, impietosa denuncia del tortuoso percorso dell’accoglienza e dell’integrazione: dallo sbarco in un paese alieno alla scoperta dei mille bizzarri modi per sfruttare il mondo nuovo (ed esserne sfruttati); dallo scontro con la più kafkiana delle burocrazie alla grottesca “storia d’amore” con la sanità occidentale.

“Uallai!” di Sandro Lano, Michele Brusini. Nuovadimensione edizioni.

 

La pista ciclabile, inaugurata per le Olimpiadi di Londra del 2012, in poco tempo è già diventata un “must” per i cicloturisti europei.Il fascino del viaggiare lento seguendo il corso della Senna nel cuore della Normandia e poi, Oltremanica, tra le verdi e ondulate colline della campagna inglese a sud di Londra. Una nuova cicloguida per una perfetta vacanza di una settimana in bicicletta, con tappe abbordabili da tutti per durata e difficoltà.

“Parigi-Londra in bicicletta. L’Avenue Verte da Notre Dame al Big Ben” di Alberto Fiorin. Edicociclo editore.

Un continente grande come Cina, India, Europa, Usa, Messico e Giappone messi insieme, una distesa di Paesi, etnie, lingue, culture diverse, per noi è solo una parola: Africa. Un luogo comune più che un luogo geografico, che non significa nulla, ed evoca vaghe immagini: miseria e denutrizione, guerra e violenza o al limite, nei casi più felici, danze e folklore. Questa Africa non esiste. Esistono invece le architetture dell’Asmara con la loro persistente eco sabauda, il piccolo cinema dei rifugiati nel cuore del Ciad, la lingerie sexy nelle vetrine del Cairo, la capanna di Geoffrey, ex bambino soldato ugandese, e della sua sposa rapita Nighty, le nottate nei jazz club della Swinging Addis. Ed esiste il lavoro dei volontari, molti dei quali italiani, che da anni portano verso Sud competenza ed entusiasmo, e vengono ripagati in fatica e bellezza. Gianni Biondillo racconta in questo libro la sua Africa, quella che ha potuto scoprire in cinque viaggi al seguito di organizzazioni umanitarie o da semplice cronista. Tra Eritrea, Ciad, Egitto, Uganda ed Etiopia, la sua esplorazione restituisce, di quel vasto continente, un’immagine viva, ripulita dall’opacità degli stereotipi, che fa i conti con i nostri pregiudizi eli ribalta in sapori, colori, incontri. E nostalgia.

“L’Africa non esiste” di Gianni Biondillo. Guanda edizione.

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