Autore: Simona Sparaco
Editore: Giunti
Genere: romanzo
Anno di pubblicazione: 2013
Pagine: 256
Prezzo: € 12
Nessuno sa di noi è un libro che non lascia indifferenti, tocca le corde dell’anima, ti scuote e ti pone delle domande essenziali sulla vita e la morte. Apre un dibattito importante sulla questione dell’aborto terapeutico e lo fa in maniera totalmente innovativa e schietta, non credo che molti autori prima di Simona Sparaco abbiano affrontato un argomento così attuale, come non credo sia facile parlarne, ma nello stesso tempo è importante farlo.
Nella prima parte del romanzo c’è la scoperta, dopo tanta attesa, della gravidanza, voluta e cercata che arriva a completare un quadro di vita serena, quella di Luce e Pietro. E insieme il trauma della malattia. Due parole, “troppo corto”, pronunciate dalla ginecologa, diventano una sentenza che arriva come uno schiaffo in pieno viso. Una scoperta che spezza tutti i sogni che hanno ruotato intorno alla felicità della propria gravidanza: il piccolo è condannato ancora prima di nascere e la sua condanna è conosciuta come displasia scheletrica. Non esistono cure definitive per risolvere il “problema”, nessuno conosce la durata della vita di un soggetto con tale malformazione e nessuno garantisce la sopravvivenza dopo il parto. Che cosa fare?
“Ero felice. Potevo scegliere un nome, disegnare un volto, strofinare la lampada del tempo. Il futuro mi appariva come un genio benigno pronto a esaudire i miei desideri. Non avevo paura di rubare agli altri frammenti di vita. Ero un’ostrica che trasforma la sabbia in una perla. Setacciavo l’infinità del mare per fabbricare qualcosa di piccolo e inestimabile. Mio figlio. […] E’ successo che eravamo felici e adesso siamo qui senza sapere se resteremo paralizzati a vita, su una sedia a rotelle o se incerti e zoppicanti prima o poi ci rimetteremo in piedi e ricominceremo a camminare. […] Invece so che stiamo andando incontro a un processo, imputati e già colpevoli, in procinto di conoscere l’entità della nostra pena.” Non esistono giudizi, non esistono colpe e non esistono consigli in queste circostanze. La decisione, difficile e importante, che prendono Luce e Pietro è qualcosa che ci scuote come lettori e ci fa pensare a quanto siamo vulnerabili davanti alle scelte della vita.
Siamo con Luce mentre si confronta contro la burocrazia italiana che non permette strappi alla regola, siamo con lei mentre vola su Londra, mentre si reca in ospedale. Siamo con lei mentre affronta la perdita del figlio. E siamo con lei quando affronta il lutto che decide di condividere non con il marito, distante da lei e da quello che prova, ma con il mondo di Internet, con tutte quelle persone che come lei hanno affrontato un dolore simile. Il forum sarà una consolazione e una scoperta, una rete di salvataggio che rinfranca e aiuta.
Grazie a Simona Sparaco per aver condiviso con noi lettori un tema importante e attuale come l’aborto terapeutico, in tutta la sua difficoltà e tormento.