Autore: Marilù Oliva
Data di pubbl.: 2019
Casa Editrice: HarperCollins Italia
Genere: Noir
Pagine: 396
Prezzo: 18 €
Dopo Le spose sepolte, Marilù Oliva ci dona la seconda indagine dell’ispettore Micol Medici. Anche questa volta, la scrittrice bolognese percorre il sentiero dello psicologismo, senza scadere nel banale o nel già detto, ma con il chiaro intento di voler attualizzare questioni ancestrali per l’essere umano, o per meglio dire, innate.
Questa volta, al centro del libro, una catena di omicidi che coinvolge gli ex studenti di un liceo classico bolognese. Delitti che nel corso degli anni sono stati archiviati come incidenti. L’inizio dell’escalation omicida è il 2004, poi, un lungo silenzio, fino ai nostri giorni. Di qui, una minuziosa ricostruzione che svela un macabro piano di sterminio nel quale si uniscono miti e tradizioni di epoca romana, odi latine e interpretazioni filosofiche. Lorenzo-James-Adelaide, un triangolo che risuonerà più volte nel corso del romanzo e dal quale prenderà forma una trama intrecciata a dovere, ricchissima di colpi di scena.
Micol Medici dovrà ricostruire quindici anni di avvenimenti apparentemente slegati tra di loro. Dovrà farlo utilizzando l’intelletto, mettendosi nei panni di un serial killer che sta attuando una sorta di vendetta. Tutto inizia dal testo di una canzone scritto in latino nel corso dell’anno scolastico 2004/2005, il quale anticipa i particolari degli omicidi. In questo difficile quadro, in cui la scrittrice bolognese si muove con disarmante semplicità, grazie a delle trovate per niente scontate, il lettore sarà chiamato a interagire, a ragionare. Alcune parti mi hanno fatto tornare in mente I delitti della Rue Morgue di Edgar Allan Poe, proprio per il metodo utilizzato. Anche in quel classico della letteratura mondiale, tutto sembrava così ingarbugliato, quasi pasticciato, invece la soluzione è sotto i nostri occhi fin dalla prima pagina.
L’ingrediente segreto del romanzo della Oliva, però, è la fotografia sull’adolescenza che viene scattata. Infatti, ne Le spose sepolte, la scrittrice bolognese si concentra sulla condizione della donna nella società contemporanea, tanto da immaginare una città in cui il gentil sesso impera; questa volta, senza usare luoghi immaginari, l’autrice percorre il binario dell’adolescenza affaticata dall’ansia di sfuggire a una società disattenta, ostile, che odia gli indifesi. Nel gioco opulento delle opportunità, dei facili traguardi, della gioia a portata di click, ogni giovane è una trasfigurazione che può essere verso il cielo o verso gli inferi. Nel caso specifico, la Oliva mostra un gruppo di ragazzi che sente l’esigenza di giocare con la vita e la morte, di attuare un processo di catabasi, ossia, una discesa negli inferi non solo spirituale, ma soprattutto carnale.
Pertanto, questo romanzo non è solo un noir, ma anche un libro che sa indagare su quell’ancestrale rito di passaggio tra l’adolescenza e l’età adulta.