Moshi moshi – Banana Yoshimoto

Titolo: Moshi moshi
Autore: Yoshimoto Banana
Genere: Romanzo
Traduttore: Gaka Maria Follaco
Pagine: 206
Prezzo: 13.00€

“Pronto? Pronto?” (Da qui il titolo dell’opera: “Moshi, moshi” è infatti “Pronto” al telefono in giapponese)

Nel sogno, stavo rispondendo al telefono. Mi trovavo nella mia stanza della casa di Meguro.

Chiamavo con tutte le mie forze. Con tutta me stessa. Pensavo che se fossi riuscita a mettermi in contatto con mio padre, forse sarei riuscita a salvarlo. Arrivava uno strano rumore, non si capiva se la linea stesse per cadere o se la mia telefonata l’avesse raggiunto.

Gridavo: “Pronto? Papà! Papà!”. […]

Non appena pronunciai il suo nome, le lacrime presero a scendermi copiosamente.”

Yocchan e sua madre hanno perso il padre e il marito. E’ stato un doppio suicidio, apparentemente passionale, nei boschi di Ibaraki: l’altra è una donna sconosciuta, oscura e inquietante, forse lontana parente dell’uomo, di cui madre e figlia non hanno nemmeno mai sentito parlare.

Un anno dopo il lutto, per Yocchan comincia un momento di cambiamento: va via da Meguro, quartiere dove  fino a quel momento aveva abitato con la madre e il padre, per cominciare a vivere da sola una nuova vita a Shimokitazawa.

“Quando finalmente l’aria pesante e dolorosa pareva essersi un po’ mitigata, quella vita per conto mio mi sembrò perfetta. Ero riuscita a superare il pensiero di papà, e potevo ricominciare a vivere. Bere un tè alzarmi al mattino: tutte cose che finalmente riuscivo ad assaporare con entusiasmo. Cambiare ambiente è incredibile. Adesso potevo permettermi di non pensare all’assenza di mio padre al risveglio. A casa dei miei, invece, il pensiero affiorava lentamente ogni mattina, con la stessa naturalezza dell’inchiostro simpatico, causandomi turbamento”.

Ma ben presto Yocchan scoprirà la grande menzogna che racconta a se stessa: inaspettatamente, infatti, un giorno sua madre si presenta alla sua porta per restare a vivere con lei.

Questa loro convivenza “forzata” inevitabilmente porterà Yocchan a tornare costantemente a quella notte, a cercare di darsi spiegazioni, risposte sulla morte del padre, della quale si sente in parte responsabile; pensa infatti che in qualche modo avrebbe potuto salvarlo se solo fosse andata con lui quella sera, se lo avesse convinto a restare a casa, o se il padre non avesse dimenticato il cellulare a casa forse le avrebbe chiamate per chiedere aiuto.

Nuove persone cominceranno ad entrare nella sua vita,  vecchi amici e nuove conoscenze che a poco a poco le sveleranno la verità su suo padre,  le faranno capire che forse non tutto è come sembra e neppure come Yocchan si era immaginata, e l’aiuteranno a rielaborare il lutto e a liberarsene per cominciare a crescere veramente.

Attraverso una scrittura semplice e scorrevole, l’autrice riesce a mostrare il difficile legame fra una madre e una figlia, e la crescita interiore, lenta e dolorosa di due donne, analizzandone nel profondo il cammino di maturazione e di rinascita, ricco di sentimenti di tristezza e di disorientamento.

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