Autore: Sergio Romano
Titolo: Morire di democrazia
Editore: Longanesi
Genere: saggio
Numero di pagine: 110
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo: euro 10
“Credo che i mali delle democrazie europee, con i vecchi rimedi, irreparabili e che la democrazia nazionale nella sua forma tradizionale, sia virtualmente fallita.”
E’ questo che Sergio Romano, nota firma del giornale di Via Solferino, cerca di dimostrare nel suo saggio dal titolo forte quanto intensamente ispirato alla realtà: “Morire di democrazia”.
Democrazia deriva dalle due parole greche démos (popolo) e cràtos (potere), è un termine che usiamo molto spesso ma di cui non sempre ricordiamo il significato esatto. Invece ciò va tenuto presente, perché l’unico modo di evolverci e superare le difficoltà in cui ci troviamo sta proprio nel rivalutare ed innovare le forme di esercizio di questo concetto e il giornalista ce lo dimostrerà nel corso della lettura.
L’autore nel libro pone all’attenzione del suo pubblico molti argomenti per avvalorare la sua tesi del “sistema malato”: si affronta il tema delle elezioni, strumento principe della democrazia, delle difficoltà che l’Europa sta attraversando, ci si pone il quesito A che cosa servono le elezioni?; si parla di potere e di governi malati, si approfondiscono insidiosi e zoppicanti mondi come quello della finanza e dei costi della politica; ancora si parla di rete e giornalismo, ma anche di situazione estera e soprattutto di situazione italiana. Perché la democrazia ed il potere hanno ripercussioni e manifestazioni su tutto. L’autore però non si limita a porre quesiti, nei capitoli conclusivi infatti enuncia anche possibili soluzioni, possibili cure per un sistema che si è ammalato e che è opportuno guarisca.
Un saggio convincente e riflessivo, Sergio Romano confeziona un lavoro ben fatto e approfondisce tematiche apparentemente scontate, ma che invece è bene approfondire. Il suo libro è un ottimo strumento per pensare a noi e alla nostra situazione, a quella del nostro stato e della nostra Europa, a quella che viviamo tutti i giorni, frutto di demagogia e populismo. La domanda è: riusciranno a salvarci le democrazie rappresentative odierne? Riusciranno a resistere a derive autoritarie e populiste?
“Ma è possibile parlare di giustizia internazionale in una situazione in cui alcuni Paesi godono di particolari immunità e altri invece devono rinunciare ad una parte della sovranità nazionale?”