
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 184
Prezzo: € 17,00
Ogni giorno, anche se quel marzo non promette nulla di buono, la giovane medico legale Teo Caretti, residente con il fratello Pietro nel paese di Cazzago Brabbia, si concede una corsa lungo il lago prima di recarsi al lavoro all’Ospedale di Circolo di Varese. E ogni giorno l’occhio le cade su un uomo seduto su una delle panchine di fronte al lago, in silenziosa meditazione. Finché una mattina si rende conto che l’uomo, lungi dal meditare, è morto. Peggio. Qualcuno gli ha tagliato la gola. L’arma del delitto, abbandonata ai piedi della vittima, risulta essere, come dichiara il commissario Arno Brandsätter che ha di recente preso servizio a Varese, un ‘drudenmesser’ o coltello degli spiriti maligni tipico del Sud Tirolo. Il morto è materiale per il tavolo settorio di Teo, ma scoprire l’identità del cadavere tocca ad Arno e ai suoi sottoposti: Pietro Luzzi non abitava da molto in paese. Rimasto vedovo da qualche anno, aveva raggiunto la figlia Alessandra, vedova anche lei, e la nipotina Carolina che adorava ricambiato. Intanto, l’autopsia eseguita da Teo rivela il tatuaggio di una testa di lupo sul deltoide del morto.
A ridosso di quel terribile delitto, però, qualcos’altro succede nel tranquillo borgo di Cazzago: grafiti e immagini raffiguranti il demone Baphomet appaiono dalle parti dell’antico cimitero ormai svuotato e i cittadini hanno paura. Teo e Arno – che si studiano a vicenda con interesse e un filo di sospetto – non credono certo al diavolo, quanto piuttosto all’opera di alcuni adolescenti un po’ sbandati con i quali, peraltro, Pietro Luzzi era stato visto litigare poco prima della sua tragica fine. E che dire del libro rinvenuto da Arno sul comodino del Luzzi con una dedica firmata Medea? È la stessa Medea Archinto venuta da poco ad abitare a Villa Quaglia che sostiene, fredda e altera, di aver conosciuto il Luzzi e avergli donato il volume. Tutto qui.
L’indagine continua e Teo, sebbene non debba, ci mette del suo parlando con la piccola Carolina, con il vecchio pescatore Eugenio Caretti, detto ‘il re’, con il barista Lello Borraro famoso per le sue citazioni in latino e ritrovando persino un amico d’infanzia, Flavio Bigará. Ma sebbene il paese sia piccolo e tutti si conoscano, nessuno di loro sembra avere notizie rilevanti per l’indagine. Almeno Arno riesce a scoprire che Pietro Luzzi faceva parte delle Forze Speciali dell’esercito, in particolare della Task Force 45 di stanza in Afghanistan insieme ad altri quattro compagni: ecco spiegato il tatuaggio del lupo.
Non sarà un’indagine facile in quanto piena di colpi di scena e di altri due tentativi di omicidio, ma noi ci fermiamo qui per lasciare che siano i lettori a scoprire i singolari risvolti di questa storia assai ben architettata e documentata, nonché narrata con uno stile limpido e ironico dalla sua autrice. Angela Borghi, medico, ha lavorato in ospedale per anni e ora si dedica finalmente alle due grandi passioni della sua vita: leggere e scrivere. E, trama gialla a parte, ci racconta il lago di Varese e la natura che lo circonda, i panorami e il variare delle stagioni, le nebbie e il sole che illumina le acque di un lago che poco alla volta sta tornando al suo antico splendore.