
Autore: Sansom Ian
Casa Editrice: TEA editore
Genere: saggio
Traduttore: Flavio Iannelli
Pagine: 286
Prezzo: 13.00 €
“Fondamentalmente, siamo integralisti e fanatici di questo materiale: anche quando non c’é, anche quando ci è stato ormai dimostrato che non é più necessario, continuiamo a immaginarcelo, a onorarlo e a desiderare che continui a esistere”.
Cosa accadrebbe se la carta dovesse scomparire? Ian Sansom ci racconta in un saggio dal titolo L’odore della carta, edito da Tea, quanto la carta sia parte integrante della nostra vita, da quando nasciamo a quando moriamo, e quanto perderemmo se la carta non ci fosse più.
In un’epoca in cui molti ne profetizzano la fine imminente e celebrano l’avvento dei supporti elettronici, Sansom scrive un saggio controcorrente: non un semplice manuale di storia della carta ma un libro che definisce “un museo”, che dedica alla salvaguardia e allo studio della carta, e in cui raccoglie curiosità e paradossi di un materiale destinato a rimanere.
La carta, “un miracolo d’inconcepibile complessità”, merita innanzitutto il nostro rispetto per la grande invenzione che ha rappresentato e che ancora è e per come ha segnato ogni momento della nostra vita, sostiene Sansom. Perché la carta di cui lo scrittore racconta non è solo quella dei libri e dei giornali. E’ quella dei documenti, delle carte da gioco, delle banconote, dei biglietti da visita, dei kleenex, delle bustine del té, dei poster e delle locandine pubblicitarie, delle cartine geografiche e degli scarabocchi, delle carte da parati e delle lettere di licenziamento e di benservito in genere.
Sansom ci accompagna lungo un viaggio nel mondo cartaceo con la meticolosità del critico letterario e la passione del romanziere avvalendosi del supporto di grandi scrittori e personalità che nel tempo la carta l’hanno difesa ed amata. Il racconto di aneddoti e di curiosità sui suoi sostenitori rendono il saggio meno impersonale e di facile lettura. Scopriamo che Kipling usava solo block notes appositamente prodotti per lui con carta speciale, che Lord Byron scrisse molti versi del suo Don Giovanni sul retro delle bollette di casa e che J.R.R. Tolkien prese appunti e scrisse pezzi del suo ”Signore degli anelli” sul retro dei compiti d’esame dei propri studenti, portati a casa da correggere.
Perché consigliare la lettura di questo libro? Perché affronta un argomento senza dubbio di grande attualità ed offre molti spunti di riflessione.
E’ scritto per chi la carta la ama e la difende ma è consigliato soprattutto a chi vorrebbe scomparisse perché rifletta e ritorni sui propri passi.