Autore: Ware Ruth
Casa Editrice: Corbaccio editore
Genere: addio al nubilato, amici, l'invito, Ruth Ware, thriller
Traduttore: V. Galassi
Pagine: 348
Prezzo: 16.90 €
Nel romanzo di Ruth Ware, “L’invito”, il lettore si trova immerso, fin dalla prima pagina, nella vita della protagonista. La trama infatti si divide tra due macro-sequenze, saltando tra il presente, che vede Nora ricoverata in ospedale e la narrazione degli eventi che precedono il ricovero, un passato nel quale il romanzo prende corpo, dove vengono presentati i personaggi e si sviluppa la trama, con la narrazione degli eventi che porteranno Leonora, priva di memoria, in ospedale. Nora infatti ripercorre, nei momenti di lucidità, il weekend precedente, e ricorda l’invito all’addio al nubilato di una vecchia amica, Clare, la sua migliore amica un tempo, ma con la quale non è più in contatto da dieci anni, anzi dalla quale era fuggita senza nemmeno voltarsi indietro. Nora aveva infatti deciso di accettare quell’inatteso invito, sebbene chiedendosi perché l’amica avesse scelto di invitarla alla sua esclusiva festa, e si ritrova quindi, in compagnia di pochi invitati scelti, all’addio al nubilato, organizzato in un’incredibile location.
Nel romanzo i personaggi, i sei invitati per un weekend nel Northumberland, sono tratteggiati dall’autrice con finezza e di ognuno viene accuratamente tratteggiata la personalità; forse non del tutto originali sono i vecchi rancori che animano gli amici che si sono ormai persi di vista ma l’abile caratterizzazione dei personaggi e dell’ambiente attraggono subito l’attenzione del lettore e fanno del romanzo un’intensa fusione tra il classico giallo e un acuto thriller psicologico, come si rivela soprattutto nella parte finale, quando viene svelata la soluzione dell’enigma. E’ soprattutto nell’ambientazione scelta per la narrazione del weekend, che occupa il maggior spazio all’interno del romanzo, che si rivelano i caratteri della giallistica, dietro i quali si intravede l’ombra di Agata Christie e dei suoi “Dieci piccoli indiani”.
I sei personaggi sono rinchiusi per gran parte della durata della narrazione in un solo spazio, una casa interamente composta di vetri, quasi un palcoscenico dalle inquietanti fattezze, dal quale vengono descritti, analizzati e osservati mentre agiscono. Sono questi gli elementi che rendono incredibilmente reale la storia, che contribuiscono a far crescere, pagina dopo pagina, la tensione e l’inquietudine rendendo impossibile non fare continue congetture sul proseguire della narrazione. Forse è un po’ ingenuo, a tratti, lo stile con cui la quotidianità di Nora viene descritta, quasi una cronaca in tempo reale delle sue azioni e dei suoi pensieri, senza che si arrivi mai tuttavia ad un vero flusso di coscienza, ma se lo stile non è fondamentale per un libro da spiaggia, allora “l’invito” è perfetto da portare sotto l’ombrellone, perchè è un romanzo che non permette al lettore di tirare il fiato fino alla fine, anche quanto tutto sembra risolto, perché allora si rivela il thriller e si ritorna al letto d’ospedale di Nora, per lo scioglimento finale della vicenda.