Autore: Franco Faggiani
Data di pubbl.: 2023
Casa Editrice: Fazi editore
Genere: Romanzo di formazione
Pagine: 229
Prezzo: 18.50
Una delle narrazioni più recenti, a mio giudizio, è quella delle storie della gente di montagna. Un filone narrativo strano, che ha iniziato a prendere piede meno di vent’anni fa ma che ha portato alla riscoperta, graduale, del “piccolo mondo antico” della mulattiere, dei sentieri impervi, del rigido silenzio e delle condizioni di vita dure ma felici di chi, a contatto con il cielo, vive nelle valli silenziose e quasi incantate.
La vicenda narrata da Faggiani nel suo nuovo libro edito da Fazi, appartiene a questo filone letterario. Racconta di un mondo piccolo e semplice che si affaccia alla modernità che fatica a imporsi (è la modernità del pirmo novecento la cui spensieratezza è frenata dal primo conflitto mondiale) e che richiama ancora costumi e modi di vivere, di rispettare gli uomini e la terra diversi da quelli che viviamo oggi.
La storia di Giovanni Cordero, il giovane protagonista di questo mondo dimenticato, è un racconto delicato ed eroico allo stesso tempo. Giovanni, un ragazzo zoppo ma colto che cresce tra le montagne con la sua famiglia di cui è importante la figura del nonno, un patriarca autorevole e saggio che non spreca parole più del necessario e mantiene sempre il senso pratico della vita, iniziando il nipote alla dura carriera del Caviè (il tagliatore di capelli che li avrebbe rivenduti per fare parrucche) nelle valli di montagna del cunese e sperando così di garantirgli un futuro prospero ma mai agiato o di rendita.
La narrazione è scorrevole, quasi poetica. Come i protagonisti, Faggiani non spreca parole per ciò che non è necessario. È come la montagna che descrive. Mostra il panorama della storia ma lascia che sia la mente del lettore a riempirla di suoni e di colori che accompagnano la crescita e la scoperta della vita dei suoi personaggi.
Giovanni Cordero è un giovane ragazzo italiano, nato nelle valli montuose della provincia di Cuneo, in territori che un tempo erano del marchesato di Saluzzo, e rimasto zoppo dopo una caduta dalla finestra. Ha studiato per dieci anni (un privilegio e una rarità per quel tempo) e sa leggere e scrivere e far di conto. Giovanni non ha padre. Il suo è partito anni prima per fare il cavapietre e rinunciare alla vita di montagna, ma le miniere sono più imprevedibili dei sentieri scoscesi delle montagne e l’uomo ha perso la vita. A sostentare il bambino e la madre ci ha pensato il nonno, un uomo duro ma buono, che cerca di crescere il giovane nel migliore dei modi per trasformarlo nel perfetto uomo di montagna. L’ambiente delle valli, infatti, richiede un grande allenamento. Occorre saper decifrare i cambiamenti della natura ma sapere anche trattare con le persone. Tutto in montagna chiede rispetto e dedizione. Basterebbe poco per inimicarsi la natura e i suoi abitanti. Così inizia la storia della vita di Giovanni, impossibilitato per la sua zoppia a prestare servizio militare al fronte ma trasformato in un ottimo Caviè, un tagliatore di capelli che andranno rivenduti alla gente ricca delle pianure che ne farà parrucche per le persone ricche. Ma il tempo trasformerà anche questo mondo e le sue consuetudini e, forse, la storia del padre del giovane Giovanni rivelerà delle sorprese che nessuno conosceva.