Sara Roberts – The meeting place – olio su tela
Sipario. Un’oscurità grassa alita sul confine tra proscenio e platea, la pervade, ne compromette l’indipendenza semantica e planimetrica ma l’impressione per il Tuttosommato che sforzi soprattutto gli occhi del cuore, è di un castello smisurato. Anditi segreti riverberano galoppi di topi, lavorio d’infiniti insetti, il loro infischiarsene della storia. Scatole d’ogni misura e forma, fin quelle di frigoriferi e lavatrici immani, che sia per volontà loro o d’una mano metafisica,crepitano ammonticchiandosi bràdipe, s’incastrano formando una galleria che corre oblunga dalla ribalta al fondo-scena sigillato da un’immensa saracinesca. Inattesa, con folle rumore prende a sollevarsi; nel varco che s’apre saetta il controluce di dieci Sirio, tanto bruciante che solo gli occhi dell’immaginazione possono socchiudersi a intravedere sagome umane che ondeggiano a tempo; un coro. Dal crepuscolo rossastro del palco reale il Disessenti osserva. Nobile, biondo, scamiciato compare di quinta Manfredo.
Manfredo (al Disessenti) Le scatole ci guardano signore….non iugeri non ettari sono di questo feudo la sostanza ma duecentoventisettemiladuecentosettanta scatole.… piccole grandi rare uniche comuni…m’intenda…con precisione rubricate
Coro (sussulta) Ihihàh ohohùh ehèh (ad lib.)
Un lampo abbaglia la scena. Tuona.
Il Disessenti Di tutto ciò chiede ragioni il coro
Manfredo Ma….non tanto non poco piccolo ricevetti in dono da uno zio.…banchiere….furfante….il contrappasso d’ogni aristocrazia….un’enorme scatola…(sussurra) là….(indica a caso)….ricca di colorate fulminanti illustrazioni….
Coro (fugato d’ironica intesa) Rabàrbarorabàrbaro bàrbarobàrbaro bàrorobà
Il Disessenti La scatola….(tace, sparisce)
Manfredo (parlante) Aperta…un balocco….un di quegli oggetti che i parenti ricchi acquistano….per conquistare il destinatario all’immagine di sé che di sé si compiace….ma….m’afferrò la scatola….afferrai allora
Coro (sospirando) Allallallall’ora làllà
Manfredo (sull’aria) Il dono….lo gettai….la scatola richiusi….così rimasi…
Coro (contralti soli tremolo) Ououou ouiiii
Manfredo ….Medusé dai colori…. dalle iscrizioni oscure….tanto più colme di desire… preludio e racconto del vuoto come abbondanza sincera
Coro (tutti, avanzando) Ràabàarabàbarabàbàróó
Manfredo (accorato) Le scatole…. da quel dì m’inseguono…. n’avrebbe ricavato un dialogo Platone (via)
La saracinesca crolla a terra di schianto.
Coro Whisper whisperwhisperwhis.…(ad libitum repeat and fade)
Vagando tra le scatole a spigolare significati sciama in platea il coro, viene risucchiato da una torre tortile, un maelstrom di contenuti aggrovigliati che ruota della platea al suo cielo con limite aperto all’infinito; da lì pioviggina tremolando la luce di lontane stelle. La torre s’avvolge, si sperde, le costellazioni schizzano volteggiando in fuga. Un buco nero.