L’editor racconta i segreti del nuovo libro di Hosseini

Dopo sei anni dalla sua ultima uscita in libreria, con il romanzo “Mille spendidi soli”, Khaled Hosseini torna con un nuovo libro, “E l’eco rispose“, in uscita nelle librerie italiane venerdì 21 giugno. Il suo nuovo libro parla di come le persone amano, di come si prendano cura gli uni degli anni e di come le nostre scelte possano influenzare le generazioni future. In occasione dell’uscita del libro, abbiamo intervistato Maria Giulia Castagnone, l‘editor italiana di Khaled Hosseini per Piemme Edizioni.

Khaled Hosseini, autore molto apprezzato in Italia e nel mondo, sta per tornare con un nuovo romanzo. ‘Mille splendidi soli’, suo ultimo lavoro, è del 2007, come mai l’autore ha aspettato sei anni per tornare?

Khaled Hosseini non è un autore seriale ed è anche uno scrittore molto esigente con se stesso. E’ uno scrittore che cura molto il linguaggio, che scrive e riscrive finché non è pienamente soddisfatto. Dopo l’enorme successo mondiale ottenuto con i suoi due romanzi precedenti, doveva trovare una storia che lo convincesse fino in fondo.

‘E l’eco rispose’ è un titolo accattivante e misterioso, di cosa parla questo nuovo romanzo dell’autore afgano?

E’ una storia complessa, una specie di affresco con molti personaggi legati fra loro. Ma il filo che tiene unito tutto è la storia di due fratelli uniti da un forte affetto, che vengono separati da bambini. Non si dimenticheranno mai, ma non vorrei dire di più per non togliere la sorpresa a chi lo leggerà. Quello che ci tengo a sottolineare è che il romanzo cattura esattamente come i precedenti. Che io personalmente l’ho divorato, che mi ha profondamente commosso, cosa che non succede quasi mai e che, ancora una volta, ho dovuto ammirare la grande abilità narrativa dell’autore, la sua capacità di descrivere i sentimenti che sono di tutti. Non parlo da editore, ma da lettore: è un romanzo che ci riguarda, che consiglierei a tutti.

Il senso di colpa, sotto diversi punti di vista, è uno dei temi presenti nei lavori di Hosseini, è un elemento che ritorna? 

Sì, anche qui lo troviamo. Ma questa è la vita, e Hosseini parla proprio della vita. Anche qui i personaggi, tutti direi, hanno qualcosa che li tormenta, qualcosa che dipende da comportamenti sbagliati, dalla sensazione di non essere stati all’altezza, quel senso di inadeguatezza che può sconfinare con la colpa che, a momenti, affligge tutti nella vita. Alcuni se ne liberano in fretta, altri lo covano più a lungo. Ma non direi che è l’elemento centrale del romanzo. I sentimenti più rilevanti sono altri: l’amore, la nostalgia, la lealtà, il coraggio, la fedeltà.

Le storie che narra l’autore non sono mero frutto di fantasia, per lui la sua terra è davvero importante. Oserei dire che l’Afghanistan è il vero protagonista dei suoi romanzi, è così?

In questo caso non direi. Certo l’Afghanistan è importante, ma i personaggi sono molti e non tutti afgani. Alcuni si sono trasferiti in Afghanistan per lavoro, medici, infermieri, persone che appartengono alle organizzazioni internazionali. Poi l’azione è più ‘internazionale’ che negli altri romanzi. Si sposta in diversi paesi, America, Francia, persino l’isola di Timos, in Grecia, da cui proviene un chirurgo plastico che lavora lì. Ma il cuore del romanzo, quello da cui ha origine tutto, quello sì, ha ancora le sue radici in Afghanistan.

Lei l’ha conosciuto? Cosa ci può dire di lui?

Sì, l’ho conosciuto. L’ho incontrato in un paio di occasioni e ci siamo scritti parecchio. E’ una bella persona, molto attenta agli altri, una persona di cuore e di grande umiltà. Ricordo la mail che mi ha scritto quando ho avuto un lutto familiare. Non era obbligato a farlo, anche perché non ero stata io a comunicarglielo, ma la mail che mi ha scritto mi ha commosso, tanto che la conservo ancora. Senza contare l’attività che svolge per le Nazioni Unite, la Fondazione che ha istituito in Afghanistan per dare una dimora ai senza tetto e per aiutare i bambini a studiare,tutte prove della sua grande umanità.

Lei è editor, quindi legge non solo per piacere, ma anche per professione. Quali sono i veri punti di forza di Hosseini?

Dirò solo una cosa che mi sembra sintetizzi tutto. Hosseini è travolgente.

In conclusione, ci dica tre buoni motivi per correre in libreria il 21 giugno ad accaparrarci una copia di ‘E l’eco rispose’?

Una trama forte, personaggi indimenticabili in cui ci si identifica facilmente, una storia di sentimenti che ci riguarda da vicino, nonostante la lontananza dei luoghi, e soprattutto la capacità di tenere avvinto il lettore dalla prima all’ultima pagina.

Riccardo Barbagallo

Lavoro da qualche anno nell'editoria, mi occupo di comunicazione per editori e autori e sono un digital addicted. Al contrario di altri, non mi posso definire un lettore da sempre, 'La coscienza di Zeno' in prima media è stato un trauma troppo forte da superare per proseguire serenamente la relazione con la lettura. Più avanti ho deciso di leggere un libro per piacere, e non per obbligo, ed è stato lì che ho capito quale sia la vera forza della lettura: la capacità di emozionare. Credo che sia questo il segreto, se così possiamo definirlo. Non ho più smesso.

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